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2-naftilammina

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2-naftilammina
formula di struttura
formula di struttura
modello tridimensionale
modello tridimensionale
Nome IUPAC
2-naftilammina
Nomi alternativi
β-naftilammina
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolare C10H9N1
Massa molecolare (u) 143,19 g/mol
Aspetto solido con cristallo da bianchi a rossi
Numero CAS 91-59-8
Numero EINECS 202-080-4
PubChem 7057
SMILES
C1=CC=C2C=C(C=CC2=C1)N
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/cm3, in c.s.) ~ 1,061 (20 °C)
Solubilità in acqua solubile in acqua calda
Temperatura di fusione 111 °C (384 K)
Temperatura di ebollizione 306 °C (578 K)
Indicazioni di sicurezza
Punto di fiamma 157 °C (430 K)
Simboli di rischio chimico
irritante pericoloso per l'ambiente tossico a lungo termine
pericolo
Frasi H 302 - 350 - 411
Consigli P 201 - 273 - 308+313

La 2-naftilammina (o β-naftilammina) è un'ammina derivata dal naftalene avente formula C10H7NH2. A temperatura ambiente la sostanza si presenta come solido incolore, anche se i campioni assumono un colore rossastro per ossidazione a contatto con l'aria. La β-naftilammina è stata riconosciuta come sostanza cancerogena e oggi è stata largamente sostituita nei suoi utilizzi con composti meno tossici.

Preparazione

La 2-naftilammina si può ottenere dal 2-naftolo riscaldandolo a 150 °C sotto pressione di 6 atmosfere con bisolfito di ammonio e ammoniaca, quindi utilizzando la reazione di Bucherer, oppure riscaldandolo a 200-210 °C con cloruro di zinco sempre in presenza di ammoniaca, sfruttando l'azione catalitica degli acidi di Lewis. Il suo acetil derivato può essere prodotto scaldando il 2-naftolo con acetato di ammonio a 270-280 °C.

Reazioni

La 2-naftilammina reagisce con il cloruro ferrico dando un solido incolore. Se ridotta con sodio in una soluzione di alcol amilico bollente, forma tetraidro-3-naftilammina, che esibisce le proprietà delle ammine alifatiche, ha odore di ammoniaca e non può essere diazotata.

Se sottoposta a ossidazione porta alla formazione di acido orto-carbossi-idrocinnamico, HO2CC6H4CH2CH2CO2H.

Utilizzo

Diversi acidi β-naftilamminosolfonici derivati dalla 2-naftilammina sono tutti utilizzanti in commercio come intermedi nella fabbricazione dei coloranti. Di questi i più importanti sono l'acido di Bronner (acido 2-naftilammino-6-solfonico) e l'acido di Dahl (acido 2-naftilammino-5-solfonico), poiché, combinati con l'orto-tetrazoditolo producono un colorante rosso vivido. A causa della cancerogenicità della 2-naftilammina, questi derivati sono principalmente preparati per amminazione dei corrispondenti naftoli.

Ruolo nello sviluppo della malattia

La presenza di 2-naftilammina, come di molte altre sostanze cancerogene, è stata riscontrata nel fumo di sigaretta e la sostanza è inoltre un sottoprodotto di scarto della produzione di anilina. La 2-naftilammina è ritenuta responsabile di contribuire allo sviluppo del cancro della vescica.

Quando arriva a livello epatico la 2-naftilammina viene disattivata dal citocromo P450, che la trasforma nell'idrossilammina corrispondente, e da una glucurono transferasi che trasporta il gruppo glucuronico sull'azoto. Il composto glucuronato viene quindi eliminato a livello dei tubuli renali dove però entra in contatto con l'ambiente acido dell'urina; ciò fa sì che il gruppo glucuronico si distacchi e che si formi una specie cationica, un nitroione, altamente reattiva che si lega al DNA delle cellule dei tubuli renali portando, dopo un lungo lasso di tempo, al cancro della vescica.

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