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Claudia Livilla
Claudia Livilla | |
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Dettaglio dal Gran Cammeo di Francia raffigurante forse Claudia Livilla (Parigi, Musée des monnaies, médailles et antiques) | |
Nome completo | Claudia Livia Iulia |
Nascita | 14 a.C.-11 a.C. |
Morte | 31 |
Dinastia | Giulio-claudia |
Padre | Druso maggiore |
Madre | Antonia minore |
Coniugi |
Gaio Cesare (1-4) Druso minore (4-23) |
Figli |
Giulia Livia Germanico Gemello Tiberio Gemello |
Claudia Livia Giulia (in latino: Claudia Livia Iulia; 14-11 a.C. – 31), meglio conosciuta come Livilla ("piccola Livia"), è stata una nobildonna romana, appartenente alla dinastia giulio-claudia, sorella dell'imperatore Claudio e di Germanico, dunque zia dell'imperatore Caligola e prozia dell'imperatore Nerone.
Fu per due volte candidata al titolo di Augusta, tramite il matrimonio con Gaio Cesare (possibile successore di Augusto), poi tramite quello con Druso minore (figlio di Tiberio e suo erede), ma entrambi i mariti morirono prematuramente, non riuscendo dunque ad ottenere la porpora imperiale. Secondo gli autori antichi, sembra non fosse estranea alla morte del secondo coniuge, in quanto avrebbe aiutato Seiano, potente prefetto del pretorio sotto Tiberio, di cui sarebbe divenuta amante, ad avvelenarlo. Quando quest'ultimo cadrà in disgrazia, Livilla lo seguirà, anche se i dettagli della sua morte risultano tutt'oggi poco chiari.
Fonti
Le notizie su Livilla sono frammentarie, sparse principalmente fra Tacito e Cassio Dione, con alcuni accenni minori in Svetonio. Il primo narra della donna nella prima esade dei suoi Annali, che coprono nel loro complesso gli anni dalla morte di Augusto sino a quella di Nerone, anche se l'opera presenta alcune lacune; il secondo fa menzione di Livilla nei libri LVII-LVIII della sua Storia romana, che copre gli anni dalla mitica fondazione sino al 229, giuntaci in gran parte in una versione riassunta dal monaco Xifilino; il terzo menziona di sfuggita Livilla nelle sue biografie di Tiberio e Claudio, rispettivamente zio e fratello di Livilla, nel contesto della sua opera Vite dei Cesari, una raccolta biografica delle vite di imperatori romani, da Giulio Cesare a Domiziano.
In particolar modo, Tacito, che è la nostra fonte più completa al riguardo, ne traccia un ritratto poco approfondito. Prima del 23, anno della morte del secondo marito, Livilla è sempre posta, senza tratti positivi, in relazione a personalità più forti e influenti. All'inizio del quarto libro, Livilla viene sedotta e soggiogata da un'altra forte personalità, quella di Seiano; la menzione della sua bellezza serve forse per creare un ironico parallelo con la leggendaria Lucrezia, tramite una citazione di Tito Livio (amissa pudicitia) mentre la sua mancanza di giudizio politico è evidenziata dalla scelta di tradire tutto per un municipalis adulter quale Seiano. Successivamente, Livilla è ritratta come una marionetta in mano al prefetto, mentre dopo che Tiberio si è opposto al matrimonio fra la donna e Seiano, essa sparisce quasi totalmente dall'azione. La grande lacuna del quinto libro avrebbe incluso la sua morte, e la narrazione riprende quando ormai Livilla è spirata; le modalità della sua morte in Tacito non sono note. Un frammento del quinto libro pare suggerire che, all'indomani della morte di Seiano, Tacito abbia narrato presumibilmente con indignazione di una frenetica serie di accuse rivolte a presunti adulteri con Livilla. Dunque Livilla è dipinta come una donna che fugge dai suoi doveri morali, ponendola in un paragone sfavorevole con Agrippina maggiore.
Biografia
Origini familiari
Livilla nacque da Druso maggiore, figlio di Tiberio Claudio Nerone e di Livia Drusilla nonché fratello di Tiberio ed Antonia minore, figlia di Marco Antonio ed Ottavia, sorella di Augusto, probabilmente fra il 14 e l'11 a.C. Fu l'unico figlio della coppia a raggiungere l'età matura, assieme a Germanico e al futuro imperatore Claudio. Pare inoltre che Livilla avesse deplorato la possibilità che quest'ultimo divenisse principe. Nel 9 a.C., morì il padre nell'anno del suo consolato per una malattia, lasciando la madre vedova.
Giovinezza
Sposò in prime nozze Gaio Cesare, nipote di Augusto e destinato a succedergli sul trono, e dopo la morte di questi, nel 4 Druso minore, figlio di Tiberio, assicurando così a Druso stesso un posto nei piani dinastici di Augusto. Dal matrimonio con Druso nacquero Giulia Livia, che sposò in prime nozze il figlio maggiore di Germanico, Nerone Cesare, e poi l'eques Rubellio Blando, e nel 19 Germanico Gemello e Tiberio Gemello.. Tuttavia, nonostante la nascita di due gemelli fosse stata celebrata da Tiberio in persona, nel contesto della domus Livilla soffriva secondo le fonti la rivalità con Agrippina maggiore, per via della maggiore fecondità di quest'ultima.
Moglie di Druso minore e amante di Seiano
Sebbene da fanciulla Livilla non fosse bellissima, crescendo divenne una donna piuttosto avvenente. Druso minore, suo marito, fece riferimento a lei in Senato, quando si trattò di respingere la proposta di Aulo Cecina Severo di vietare la presenza delle mogli presso i comandanti provinciali. Gli stessi Tiberio e Livia Drusilla la tenevano in grande considerazione, in quanto sorella di Germanico e moglie di Druso.. Quest'ultimo, però, morì nel 23; lo seguì poco dopo uno dei figli della coppia, Germanico Gemello.. Tiberio credette che il figlio fosse morto per le sue intemperanze, o per una malattia, ma secondo le fonti antiche a causarne la fine furono, in un'azione congiunta, la stessa Livilla e il prefetto del pretorio Lucio Elio Seiano, che ne era diventato l'amante e che lo avrebbe aiutato ad avvelenare il marito, con l'aiuto del medico Eudemo e dell'eunuco Ligdo. Seiano aveva infatti motivi d'odiare Druso, che non vedeva di buon occhio la sua ascesa al potere e col quale sarebbe addirittura venuto alle mani. I motivi dietro l'apparente scelta di Livilla di abbracciare la cause di Seiano sono stati discussi. Mentre alcuni hanno suggerito che la relazione con Seiano sia iniziata solo dopo la morte del marito, la donna non era immune dall'ambizione anche con Druso in vita: infatti, il primato dei figli del defunto Germanico potrebbe averla spinta ad aderire alla persona del prefetto. Cionondimeno, le reali cause della morte di Druso minore restano oscure, ed è probabile che Livilla non abbia avuto alcun ruolo in merito e che la vicenda dell'avvelenamento sia stata costruita a posteriori.
Apparentemente, Livilla collaborò con Seiano nel minare la reputazione di Agrippina presso l'anziana Livia Drusilla, tramite l'aiuto di abili calunniatori, e sfruttando sua figlia Giulia Livia, moglie di Nerone, figlio di Agrippina, per carpire qualunque frase avventata uscisse dalla bocca del giovane. Nel 25, Seiano chiese a Tiberio di poter sposare Livilla, apparentemente pressato proprio da quest'ultima, ottenendo di risposta un rifiuto. Tuttavia, probabilmente, la coppia riuscì a sposarsi qualche anno più tardi, anche se l'esatta dinamica degli eventi non è chiara. Le fonti suggeriscono che Seiano fosse entrato a far parte della casa imperiale sposandone un membro, ma non è chiaro se esso sia da identificare con Claudia Livilla o sua figlia Giulia Livia.
Caduta e morte
Nel 31, Seiano cadde in disgrazia e fu condannato a morte. Forse fu la madre di Livilla, Antonia, a denunciare il prefetto presso Tiberio, che all'epoca aveva abbandonato Roma. In seguito a una lettera di Apicata, l'ex-moglie di Seiano, Livilla fu denunciata come parte del complotto per uccidere Druso minore, e perse la vita, anche se le modalità della sua morte non sono chiare, se sia stata affidata alla madre Antonia, che l'avrebbe fatta morire di fame, o sia stata messa a morte da Tiberio stesso. Nel 32, il Senato mise al bando la memoria della donna tramite damnatio memoriae. Dopo la morte di Livilla, sorsero un gran numero di accuse di adulterio nei suoi confronti.
Nella cultura di massa
Letteratura
Livilla viene menzionata nel coro dell'Ottavia dello pseudo-Seneca, nel contesto della narrazione del destino di alcune donne della Domus Augusta; per il suo comportamento adulterino, essa è esclusa dal novero delle eroine tragiche. Livilla appare nelle tragedie Sejanus: His Fall (1603) di Ben Jonson,, The Tragedy of Tiberius Claudius Nero (1607) di autore ignoto,, La mort d'Agrippine (1654) di Cyrano de Bergerac,, Sejano (1722) di Giovanni Artico di Porcia,, Il Sejano (1729) di Saverio Pansuti, e Druso (1816) di Francesco Benedetti,, sempre in relazione con Seiano. Livilla è presente anche nel dittico musicale La prosperità di Elio Seiano e La caduta di Elio Seiano (1667) di Nicolò Minato. Il romanzo Io, Claudio di Robert Graves include Livilla nella narrazione, allargando il suo ruolo in relazione al confinamento di Agrippa Postumo e alle manovre adulterine con Seiano.
Televisione
Livilla appare nella serie The Caesars (1968), interpretata da Suzan Farmer, dove compare in tre episodi. Nella serie targata BBC Io Claudio imperatore (1976), ispirata al succitato romanzo, Livilla appare, interpretata da Patricia Quinn. La donna compare infine in A.D. (1985), dove è interpretata da Susan Sarandon.
Esplicative
Riferimenti
Bibliografia
Fonti primarie
- (GRC) Cassio Dione, Historiae Romanae, LVII-LVIII. (traduzione inglese).
- (LA) Gaio Plinio Secondo, Naturalis Historia, XXIX. (traduzione inglese).
- (LA) Gaio Svetonio Tranquillo, De Vita Cesarum, III-VIII. (traduzione italiana).
- (LA) Publio Cornelio Tacito, Annales, II-VI. (traduzione italiana).
Fonti storiografiche moderne
Pubblicazioni
- (EN) R. A. Birch, The Correspondence of Augustus: Some Notes on Suetonius, Tiberius 21. 4-7, in The Classical Quarterly, 1981, pp. 155-161.
- (EN) Jane Bellemore, The Wife of Sejanus, in Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik, 1995, pp. 255-266.
- Francesca Cenerini, (Claudia) Livia Giulia, in Archimède : archéologie et histoire ancienne, UMR7044 -Archimède, 2014, pp. 124-132.
- (EN) Barbara Levick, Drusus and the Adoptions of A.D. 4, in Latomus, 1966, pp. 227-244.
- (EN) John Nicols, Antonia and Sejanus, in Historia: Zeitschrift für Alte Geschichte, 1975, pp. 48-58.
- Simonetta Segenni, Antonia minore e la 'Domus Augusta', in Studi Classici e Orientali, 1995, pp. 297-331.
- (EN) Patrick Sinclair, Tacitus' Presentation of Livia Julia, Wife of Tiberius' Son Drusus, in The American Journal of Philology, 1990, pp. 238-256.
- (EN) R. R. R. Smith, Maiestas Serena: Roman Court Cameos and Early Imperial Poetry and Panegyric, in Journal of Roman Studies, 2021, pp. 1-78.
Libri
- (EN) Theodore John Cadoux e Ernst Badian, Livia (RE 'Livius' 38) Iulia (or Claudia), in The Oxford Classical Dictionary, 4ª ed., Oxford University Press, 2012.
- (EN) Barbara Levick, Tiberius the Politician, 2ª ed., Routledge, 1999.
- Eugenia Salza Prina Ricotti, Amori ed amanti a Roma fra repubblica ed impero, 1992.
- (EN) Harriet I. Flower, The Art of Forgetting: Disgrace and Oblivion in Roman Political Culture, 1ª ed., University of North Carolina Press, 2006.
- (EN) Robin Seager, Tiberius, 2ª ed., Blackwell Publishing, 2005.
- (EN) Ronald Syme, The Roman Revolution, 1ª ed., Oxford University Press, 1939.
- (EN) David Vagi, Coinage and History of the Roman Empire, 1ª ed., Routledge, 2016.
- (EN) Eric R. Varner, Mutilation and Transformation: Damnatio Memoriae and Roman Imperial Portraiture, 1ª ed., Brill Academic Pub, 2004.
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