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Farmacoresistenza
La farmacoresistenza o più semplicemente resistenza ai farmaci è la riduzione dell'efficacia di un farmaco nel trattamento della malattia o nella cura dei sintomi della persona. Il trattamento prima tossico per gli organismi ora diventa tollerato.
La farmaco-resistenza avviene negli elementi patogeni più velocemente quando il farmaco in questione viene usato in misura inadeguata come quantità di posologia somministrata e durata del trattamento, tanto più con farmaci che vengano eliminati più lentamente e rimanendo in circolo più a lungo (maggiore emivita).
Eziologia
La causa è una alterazione genetica dell'organismo patogeno, oppure all'acquisizione da parte del plasmoide resistente di un piccolo pezzo vagante di DNA. Esistono anche altre cause sempre legate ai mutamenti dei segmenti del DNA, anche tramite acquisizione di nuovi geni. Esistono poi cause specifiche come nel caso di antibiotici betalattamici, dove il formarsi di specifici enzimi ne blocca l'attivazione degli stessi.
In oncologia
La resistenza in tale disciplina consiste nel fallimento della regressione della forma tumorale dopo trattamenti con la chemioterapia o con radioterapia.
Il gruppo guanidinico all'interno delle molecole di arginina determina la loro capacità dell'amminoacido di far attraversare la membrana cellulare a agenti esterni. È utilizzato da batteri e virus per penetrare nelle cellule sane, ed è stato impiegato in unione a molecole di un chemioterapico (il taxolo) per vincere la farmacoresistenza delle cellule tumorali (all'interno di un cancro alle ovaie nei ratti).
Tipi
La resistenza alle medicine, tossine o sostanze chimiche è una conseguenza dell'evoluzione e una risposta alla pressione esercitata su qualsiasi organismo vivente. I singoli organismi si distinguono per la loro sensibilità al farmaco utilizzato e alcuni di essi, avendo una maggiore adattabilità, possono sopravvivere al trattamento farmacologico. Le caratteristiche della farmacoresistenza vengono di conseguenza ereditati dalla posterità successiva, risultando in una popolazione più resistente ai farmaci. Se il farmaco utilizzato non impedisce la riproduzione sessuale, la divisione cellulare oppure il trasferimento genico orizzontale nell'intera popolazione bersaglio, seguirà inevitabilmente la resistenza al farmaco. Questo fenomeno si puo’ osservare nei tumori cancerosi, dove alcune cellule possono sviluppare la resistenza ai farmaci usati nella chemioterapia. La chemioterapia fa sì che i fibroblasti vicino ai tumori producano una grande quantità della proteina WNT16 B. Questa proteina stimola la crescita delle cellule tumorali resistenti ai farmaci. Inoltre, è stato dimostrato che i microRNA influenzano la farmacoresistenza acquisita delle cellule tumorali e questo può essere utilizzato ai fini terapeutici.
Gli antibiotici danneggiano la flora intestinale. Uno studio recente ha dimostrato che i microbi patogeni sono aumentati nell'intestino dei volontari sani dopo quattro giorni di utilizzo di antibiotici. Gli antibiotici possono anche causare l’infezione da Clostridium difficile (CDI).
I protisti hanno un rapido processo di condivisione della resistenza, chiamato trasferimento genico orizzontale, in cui avviene uno scambio diretto di geni, specialmente nello stato di biofilm.
Bibliografia
- Joseph C. Segen, Concise Dictionary of Modern Medicine, New York, McGraw-Hill, 2006, ISBN 978-88-386-3917-3.
- Douglas M. Anderson, A. Elliot Michelle, Mosby’s medical, nursing, & Allied Health Dictionary sesta edizione, New York, Piccin, 2004, ISBN 88-299-1716-8.
- Harrison, Principi di Medicina Interna (il manuale - 16ª edizione), New York - Milano, McGraw-Hill, 2006, ISBN 88-386-2459-3.
Collegamenti esterni
- (EN) Farmacoresistenza, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh85039708 · J9U (EN, HE) 987007562710205171 |
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