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Fenelzina

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Fenelzina
Nome IUPAC
2-fenil-etil-idrazina
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolare C8H12N2
Massa molecolare (u) 136.19 g/mol
Numero CAS 51-71-8
Numero EINECS 200-117-9
Codice ATC N06AF03
PubChem 3675
DrugBank DB00780
SMILES
C1=CC=C(C=C1)CCNN
Dati farmacocinetici
Metabolismo epatico
Emivita 11.6h
Escrezione renale
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
tossicità acuta
pericolo
Frasi H 301
Consigli P 301+310

La fenelzina (Margyl) è farmaco appartenente alla classe degli inibitori non selettivi delle monoaminossidasi (IMAO) in commercio fin dagli anni 60 e approvato come trattamento antidepressivo ed ansiolitico. Gli IMAO, pur presentando spesso un'efficacia superiore rispetto ad altre classi di antidepressivi, sono considerati una scelta di seconda linea per via di alcune interazioni farmacologiche e alimentari potenzialmente gravi che richiedono una dieta con cibi privi di tiramina.

Indicazioni

La fenelzina è usata primariamente nel trattamento della depressione maggiore e dei disturbi d'ansia, specie nel caso delle depressioni "atipiche" come la distimia, le depressioni non endogene e neurotiche, depressioni resistenti ad altri trattamenti dove mostra un'efficacia spesso maggiore alle altre classi di farmaci antidepressivi. Inoltre è stato trovato efficace nel trattamento della depressione bipolare, disturbo da attacchi di panico, disturbo da ansia sociale,bulimia e disturbo da stress post traumatico (PTSD). Come altri antidepressivi richiede diverse settimane prima di espletare a pieno gli effetti terapeutici. I dosaggi tipici sono di 30–90 mg al giorno specie nelle prime settimane di trattamento, che possono poi anche essere ridotti a 15 mg a giorni alterni nel corso della terapia di mantenimento.

Farmacologia

Agisce come un inibitore irreversibile e non selettivo degli enzimi Monoammino Ossidasi di tipo A e B, responsabili della degradazione di importanti neurotrasmettitori (le cosiddette monoamine serotonina, dopamina, noradrenalina ma anche melatonina, octopamina, triptamine e feniletilamina) responsabili della regolazione del tono dell'umore. L'inibizione massima di tali enzimi si instaura nel corso dei primi giorni di trattamento e si protrae per anche 2 settimane a seguito della sua sospensione. Viene inoltre metabolizzato in feniletilamina che potrebbe contribuire al suo potenziale antidepressivo.

Inibisce inoltre l'attività delle alanina e GABA transaminasi (ALA-T e GABA-T) che porta un incremento dei livelli di alanina e GABA. In particolare quest'ultima sembra contribuire notevolmente agli effetti ansiolitici del composto. L'inibizione delle ALA-T potrebbe essere invece alla base delle rare complicazioni epatiche osservate durante il trattamento.

Raggiunge il picco plasmatico in 43 minuti e l'emivita è di 11,6 ore. Viene principalmente metabolizzato nel fegato per via ossidativa ed escreto per il 73% attraverso le urine. Può influenzare l'attività del citocromo P450.

Effetti collaterali

In farmaco è generalmente ben tollerato, gli effetti collaterali più comuni sono insonnia, sonnolenza, disturbi gastro intestinali (come nausea e diarrea), bocca secca, ipotensione ortostatica e posturale (specie a dosaggi elevati), mal di testa, disturbi pressori, sudorazione, midriasi, tremori. I disturbi della sfera sessuale sono meno frequenti che con altre classi di antidepressivi. Sono stati segnalati casi di complicazioni epatiche anche gravi specie in soggetti con preesistenti patologie del fegato, infezioni virali e alcolisti.

Come altri farmaci di questa classe ha la capacità di interagire con alcune sostanze contenute in diversi farmaci e cibi (le cosiddette ammine simpaticomimetiche) che può dare luogo a crisi ipertensive potenzialmente anche gravi o alla sindrome serotoninergica, rarissimamente letali: deve perciò essere evitata l'assunzione concomitante di farmaci adrenergici (efedrina), alcuni farmaci anti obesità (come la fenfluramina) stimolanti (come amfetamine e altre sostanze d'abuso), antidolorifici oppiacei e cibi ricchi di tiramina (contenuta soprattutto in cibi stagionati come insaccati e formaggi, negli estratti di lievito, nel tofu e alcuni legumi); inoltre deve essere prestata particolare attenzione alla somministrazione contemporanea di farmaci ad azione serotoninergica (come alcuni antidepressivi come gli SSRI\SNRI), levodopa, triptofano, tirosina, dopamina, alcuni anestetici locali o generali.

Il farmaco, proprio a causa di questi rari ma gravi effetti collaterali, in Italia era stato ritirato dal commercio, è stato poi riammesso in commercio con il nome di Margyl, il quale deve essere utilizzato con una dieta a basso contenuto di alimenti contenenti tiramina.

La fenelzina può provocare una diminuzione dei livelli di vitamina B6, per cui ne è raccomandata l'integrazione nel corso del trattamento.

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