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Orchite

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Orchite
Illustrazione del 1908 di un'orchite di origine tubercolare
Specialità urologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM 604
MeSH D009920
MedlinePlus 001280
eMedicine 777456

L'orchite consiste nell'ingrossamento acuto o cronico di uno o di entrambi i testicoli, parte dell'apparato genitale maschile. Tranne alcuni casi particolari (per lo più orchite secondaria a parotite), il disturbo è quasi sempre associato ad un interessamento infiammatorio dell'epididimo (epididimite) e pertanto prende, più correttamente, il nome di orchi-epididimite.

Cause

L'orchite è spesso associata a infezione batterica, micobatterica, virale o parassitaria (filariasi), prostatectomia, epididimite, trauma o infezione del tratto urinario.

Le infezioni più comuni sono malattie a trasmissione sessuale, come gonorrea, clamidia e sifilide, ma anche parotite (paramyxovirus), influenza, tonsillite, lebbra, tubercolosi, varicella, mononucleosi, setticemia, sepsi e febbre tifoide o tifo.

L'origine è di solito un'infezione preesistente, uretrite, prostatite, vescicolite o cistite, che sale attraverso il dotto deferente. I patogeni comuni sono stafilococchi, E. coli, streptococchi, Proteus, Neisseria e Spirochete. La contaminazione ematogena (di sangue) è rara, ma si presenta in forme tubercolari e virali (ad esempio, per l'orchite indotta dal virus della parotite). Inoltre, esiste una forma granulomatosa, che si verifica negli uomini più anziani ed è, senza dubbio, una malattia autoimmune. Esiste anche un'orchite correlata alla sifilide.

Le lesioni istologiche sono talvolta localizzate da focolai all'interno di un parenchima testicolare e limitate al tessuto interstiziale, a volte più diffuse e bilaterali. Sono di tipo infiammatorio non specifico e caratterizzati da infiltrazione linfocitaria, edema ed emorragie. Nelle forme più gravi, la reazione infiammatoria è diffusa con infiltrazione leucocitaria dei tubuli, che si associa linfociti, neutrofili, istiociti e focolai di distruzione dell'epitelio germinale.

Nei casi di pazienti affetti da paraplegia e con una vescica neurologica la causa può essere dovuta ad una cateterizzazione sbagliata.

Sintomi

Ecodoppler di uno scroto, sul piano assiale, che mostra orchite (come parte di una epididimo-orchite) tramite tessuto testicolare sinistro ipoecogeno e parzialmente eteroecogeno (a destra nell'immagine), con un aumentato afflusso sanguigno e versamento del tessuto peritesticolare

I sintomi dell'infiammazione sono un forte dolore locale associato in genere all'aumento di volume e di consistenza dello scroto, tumefazione testicolare, edema e arrossamento dello scroto, febbre tra i 37 e 38°. Disuria, dolore a urinare ed eiaculare e sintomi urologici sono spesso presenti, specie se legati ad una uretrite. Talvolta compare un lieve sanguinamento delle urine ed una atrofia testicolare con un calo della produzione degli spermatozoi.

Sollevando lo scroto in corso di orchiepididimite si potrà indurre un alleviamento del dolore (Segno di Prehn positivo; è negativo in caso di torsione testicolare). Il riflesso cremasterico è conservato.

Complicazioni

Le complicazioni più gravi sono l'atrofia testicolare e la conseguente sterilità irreversibile. Questa però si presenta solo in caso di orchite bilaterale.

Terapia

È opportuno che tutti i pazienti siano trattati in modo empirico utilizzando antibiotici attivi nei confronti di Chlamidia trachomatis e Neisseria gonorrhoeae. La terapia di primo livello include ceftriaxone (250 mg per via intramuscolare in una singola dose) associato a doxiciclina (100 mg per os, due volte al giorno per 10 giorni). I fluorochinoloni (ciprofloxacina, norfloxacina, levofloxacina ed altri) non sono da utilizzarsi se si sospetta un'infezione sostenuta dal gonococco, data l'elevata resistenza dimostrata da N. gonorrhoeae nei confronti di questi agenti. Per il trattamento del dolore e dell'infiammazione si può ricorrere a farmaci antinfiammatori non steroidei o cortisonici. Nei casi più gravi questi composti non sono sufficienti per impedire l'instaurarsi dell'atrofia testicolare e quindi della sterilità del testicolo.

Etimologia del nome

Radice: orchis (ὄρχις) testicolo. Desinenza: -ite= processo infiammatorio.

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