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Pericardite

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Pericardite
Specialità cardiologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM 420.0, 420.90, 420.91, 420.99, 423.1 e 423.2
ICD-10 I01.0, I09.2, I30 e I32
MeSH D010493
MedlinePlus 000182
eMedicine 156951

La pericardite è una malattia infiammatoria (acuta o subacuta) che colpisce il pericardio, accompagnata da alterazione degli indici infiammatori (VES, PCR); spesso dà dolore intenso, a volte irradiato, che aumenta in alcune posizioni o per inspirazioni profonde.

Una piccola quantità di liquido tra i due foglietti del pericardio è fisiologica ma, quando esiste infiammazione, il liquido può aumentare. Si parla in questo caso di versamento pericardico, che può avere entità molto variabile e che la maggior parte delle volte si risolve con terapie mediche. Sono spesso presenti delle alterazioni dell'elettrocardiogramma, talora anche vistose (come le alterazioni del tratto ST), anche se non sempre tipiche, e sfregamenti pericardici all'auscultazione.

La pericardite va distinta da altri versamenti patologici che sono:

  • Idropericardio: che si verifica quando il versamento è un trasudato, nel caso di aumento persistente della pressione venosa nelle vene toraciche, o quando si verifica uno squilibrio tra pressione idrostatica e pressione oncotica (tipico dell'insufficienza cardiaca o della sindrome nefrosica);
  • Emopericardio: quando la cavità pericardica è invasa dal sangue che può provenire dalla rottura dei vasi che decorrono lateralmente.

Sintomi

La pericardite acuta si manifesta con febbre e astenia, tipicamente dispnea. Il dolore toracico è simile a quello causato dall'ischemia, essendo mediato dalla stessa innervazione, quindi è riferito a regione precordiale, spalla e braccio sinistro, e collo sul lato sinistro. Caratteristicamente il dolore della pericardite si aggrava coi movimenti del torace e con la tosse. Il paziente tende ad assumere posizione genupettorale, ovvero torace proteso in avanti e cosce flesse. I sintomi possono essere proporzionati all'entità del versamento, che in genere è però una complicanza. A volte possono verificarsi modeste aritmie, generalmente di origine atriale.

In caso si manifesti tamponamento cardiaco, i sintomi sono quelli dello shock cardiogeno, con tachicardia, bassa pressione sistolica, bassa gittata cardiaca e congestione polmonare, polso paradosso, agitazione e stato confusionale, dispnea, cute fredda e pallida.

La pericardite costrittiva generalmente non provoca sintomi, finché la funzione sistolica è preservata. In caso di deficit diastolico rilevante, si manifesta con congestione delle vene del collo in inspirazione, edemi periferici ed epatomegalia. In caso di compromissione sistolica, i sintomi sono dispnea e astenia anche gravi provocati dalla congestione polmonare. La fibrillazione atriale è più frequente come conseguenza in caso di pericardite costrittiva.

Cause

La maggior parte delle volte la causa resta sconosciuta, ma molte malattie di origine infettiva o immunologica possono causare pericarditi. L'origine “idiopatica” è una diagnosi di esclusione, dopo indagini su infezioni batteriche, virali e per individuare eventuali malattie autoimmuni.

Infarti o procedure cardiache invasive possono risultare nell'insorgenza di pericardite. La pericardite può essere risultato del coinvolgimento di organi o strutture vicini, come ad esempio a seguito di infarto miocardico transmurale, di patologie infettive (virali, batteriche – in primis tubercolosi, parassitarie o micotiche) o neoplasie, di immunodeficienze, insufficienza renale, leucemie, traumi del torace, radioterapia, patologie tiroidee.

I versamenti pericardici a volte sono asintomatici o non accompagnati da infiammazione. In questi casi è importante escludere tubercolosi, neoplasie, ipotiroidismo, ecc. Se non viene individuata alcuna causa, il versamento è monitorato nel tempo, quando possibile evitando pericardiocentesi o manovre invasive diagnostiche. Malattie autoimmuni quali lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, sindrome di Sjögren, febbre reumatica sono cause tipiche di pericardite.

Eziologia

Si classificano le pericarditi in base all'eziologia in:

  • virali
  • batteriche
  • micotiche
  • parassitarie
  • associate a connettiviti sistemiche
  • reumatiche
  • in corso di "malattie da siero"
  • a patogenesi immunitaria associata a lesioni del pericardio
  • epi-stenocardica
  • neoplastiche
  • da radiazioni
  • uremiche

Manifestazioni cliniche

Si suddividono le pericarditi in base alla presentazione clinica in:

  • Pericarditi acute:
    • fibrinosa
    • sierosa
    • ematica
  • Pericarditi subacute:
    • sierosa-costrittiva
    • costrittiva
  • Pericarditi croniche:
  • costrittiva
    • sierosa
    • adesiva

Pericardite acuta

Una pericardite acuta è un'affezione causata da infiammazione acuta del pericardio, della durata di circa 1-2 settimane.

Sono causate da virus, dal bacillo della tubercolosi (anche se spesso compare in forma cronica) o dopo infarto miocardico (pericardite epistenocardica), tuttavia il più delle volte l'eziologia è indeterminata.

Il processo infiammatorio porta alla formazione di essudato che si riversa in cavità pericardica, se il liquido è scarso si possono formare depositi di fibrina. Nelle fasi tardive dell'infiammazione si ha ispessimento del connettivo del foglietto viscerale o parietale o di entrambi.

Si associa a dolore toracico, che insorge bruscamente, di tipo trafittivo e simil-pleuritico. Si localizza al torace anteriore e può irradiarsi al collo. Utile ricordare che il dolore pericardico è influenzato dalla respirazione, per distinguerlo da quello infartuale. La sintomatologia d'accompagnamento è rappresentata da febbre, mialgie diffuse, malessere generale, astenia, tachicardia, dispnea, tosse. Si possono notare all'auscultazione sfregamenti pericardici.

Nel 70-90% dei casi si autolimita.

Pericardite cronica essudativa

È una pericardite ad andamento cronico: è caratterizzata da ampio e lento versamento pericardico, con conseguente accumulo di liquido. Può derivare da una cronicizzazione di una pericardite acuta o esordire subdolamente per poi permanere in modo quasi asintomatico.

È raramente causata da infezione virali, più spesso da tubercolosi, oltre che stati cronici infiammatori, come una neoplasia, o di natura non infiammatoria (come cause endocrine e metaboliche).

L'accumulo di liquido in cavità pericardia lento permette al sacco di distendersi, fino a potere contenere diversi litri. Ciò permette di evitare il tamponamento cardiaco.

I sintomi sono pochi o assenti: nel caso possono essere dolore pericardico, sensazione di pienezza, dispnea. Non si riscontrano sfregamenti pericardici, piuttosto un'aia cardiaca ingrandita e ronchi a livello del cavo ascellare sinistro.

Pericardite cronica costrittiva

È un esito di pericardite di lunghissima durata con formazione di tessuto di granulazione che oblitera buona parte della cavità pericardica, che poi evolve in fibrosi cicatriziale. Possono presentarsi calcificazioni e aderenze. Sono spesso d'origine infettiva ma anche postchirurgiche o postattinica. Cause meno frequenti sono neoplasie, uremia, traumi, sarcoidosi, reazioni da farmaci.

Si caratterizza per manifestazioni di scompenso destro. All'inizio sono presenti edemi declivi, in fase invece più avanzate ci sono ascite, congestione venosa (con spider nevi e reticoli venosi superficiali), dispnea da sforzo, tosse e ortopnea, fino a fibrillazione atriale e insufficienza tricuspidale.

All'auscultazione risalta lo schiocco pericardico (o pericardial knock): un suono protodiastolico causato dal brusco arresto della dilatazione cardiaca.

L'esito della malattia è infausto se non viene instaurata una terapia.

Terapia

Le terapie si basano sull'utilizzo di farmaci antinfiammatori (FANS) e acido acetilsalicilico ad alte dosi.

Per prevenire recidive, molti studi indicano l'utilità della colchicina, anche a basso dosaggio (0,5–1 mg/d). La cura con cortisone è la più diffusa, ma anche una causa importante di ricadute.

Gli antibiotici sono spesso somministrati in caso sospetto di infezione.

Evoluzione

Passata la fase acuta, i controlli sia ematologici (esami del sangue) sia strumentali (ecocardiografia) devono essere ripetuti a intervalli regolari per un periodo variabile.

La prognosi è buona nella maggior parte dei casi, anche in presenza di recidive.

La pericardite costrittiva, così come il tamponamento cardiaco, sono eventi rari.

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