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Permacultura

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La permacultura è un insieme di pratiche agricole, di carattere pseudoscientifico, che sarebbero mirate alla progettazione e gestione di paesaggi antropizzati che soddisfino i bisogni della popolazione quali cibo, fibre ed energia e al contempo presentino la resilienza, ricchezza e stabilità di ecosistemi naturali.
Il concetto di permacultura è stato sviluppato a partire dagli anni settanta da Bill Mollison e David Holmgren attingendo da varie aree quali architettura, biologia, selvicoltura, agricoltura e zootecnia. Per il suo lavoro Mollison ottenne nel 1981 il Right Livelihood Award.

Un quartiere dell'Olanda, zona parzialmente pubblica, nel quale sono stati applicati i principi della permacultura

Origine del termine e riadattamento italiano successivo

Il termine "permacoltura" è una contrazione di permanent agriculture ("agricoltura permanente"). Nel primo testo di permacultura ed anche il primo arrivato in Italia, "Permacoltura, un'agricoltura perenne per gli insediamenti umani, 1992 (prima edizione 1978)", questa è così definita: "Permacoltura è una parola che abbiamo coniato per denominare un sistema integrato e in evoluzione costituito da piante perenni o che si autoperpetuano e da specie animali utili all'uomo. Si tratta in sostanza di un ecosistema agricolo completo."

Esclusivamente in Italia il gruppo che ha curato l'edizione italiana del libro "Introduzione alla permacultura", ha scelto di propria iniziativa di modificare il termine "permacoltura" in "permacultura" per enfatizzare il concetto di cultura, quindi sottolineare un approccio unificato a tutti gli aspetti che riguardano la società umana e le sue connessioni con la natura, come descritto nella prefazione all'edizione italiana. Bill Mollison sosteneva che "una cultura non può sopravvivere a lungo senza una base agricola sostenibile e un'etica dell'uso della terra". Inoltre nello stesso testo asserisce che il termine da lui coniato di "permaculture" nasce dalla contrazione non solo di "permanent agriculture" ma anche di "permanent culture".

Storia

Influenze

Il concetto di Permanent agriculture fu coniato nel 1911 da Franklin Hiram King nel suo libro Farmers of Forty Centuries: Or Permanent Agriculture in China, Korea and Japan. Qui Hiram lo definisce come un sistema agricolo che si può sostenere per un tempo illimitato.
Altri fattori che influenzarono la stesura del primo modello teorico della permacultura furono i lavori di Stewart Brand sui sistemi, l'esperienza dell'agricoltore Sepp Holzer, che per primo mise in pratica un metodo di agricoltura ecologica per coltivare in Austria, a 130 km a sud di Salisburgo, ad alta quota (1000 – 1500 m sul livello del mare) e l'esperienza del pioniere dei metodi di agricoltura naturale Masanobu Fukuoka e il suo libro La rivoluzione del filo di paglia.

Mollison e Holmgren

Bill Mollison nel 2008

A partire dal 1974 in Australia Bill Mollison e David Holmgren cominciarono a sviluppare un quadro di riferimento per un sistema agricolo sostenibile, incentrandolo su una policoltura a base di specie arboree perenni, arbusti, specie erbacee, funghi e sistemi radicali. Oltre a questo, il metodo si poneva come obiettivo il progettare insediamenti umani in modo da ridurre il lavoro necessario per mantenerli, la produzione di scarti e l'inquinamento e contemporaneamente preservare o incrementare naturalmente la fertilità dei terreni e la biodiversità del sistema.
L'opera di Mollison e Holmgren si basa sui seguenti assunti:

  • La crisi ambientale è reale e le sue dimensioni sono tali che certamente trasformeranno la moderna società industriale in modo irriconoscibile. Questo processo metterà in serio pericolo il benessere e la stessa sopravvivenza della popolazione mondiale, in costante aumento.
  • L'impatto globale - quello già presente e quello futuro - della società industriale e dell'enorme popolazione sulla meravigliosa biodiversità della terra sarà sicuramente molto più vasto degli enormi cambiamenti registrati negli ultimi secoli.
  • L'uomo, anche se creatura abbastanza insolita nel contesto del mondo naturale, è soggetto alle stesse leggi scientifiche che governano l'universo materiale e l'evoluzione delle forme di vita, in primo luogo quelle relative al bilancio energetico.
  • Lo sfruttamento dei combustibili fossili nell'era industriale è la causa primaria della spettacolare esplosione della popolazione, delle conquiste tecnologiche e di ogni altra caratteristica della società moderna.
  • Sebbene sia quanto meno difficile prevedere gli sviluppi della società umana successivi all'esaurimento delle risorse energetiche fossili, è indubbio che i prossimi decenni vedranno il ritorno ai modelli osservabili in natura e nelle società preindustriali, e cioè dipendenti da energie e risorse rinnovabili.

Il lavoro culminò nel 1978 con la pubblicazione di Permaculture One. Nel 1979 Mollison pubblicò Permaculture Two, con il quale ampliava ulteriormente il metodo comprendendo la progettazione di intere comunità.
Quello che infatti contraddistingueva il lavoro di Mollison e Holmgren dalle altre proposte di metodi agricoli alternativi era l'enfasi sull'integrazione con tutti componenti di un insediamento umano: costruzione di edifici, pianificazione del sito, gestione delle acque e dell'energia e gestione della comunità si fondevano con la coltivazione di piante per cibo o altre materie prime.

Stato attuale

Il metodo della permacultura si è diffuso in tutto il mondo a partire dagli anni ottanta.
Ad oggi esistono più di una dozzina di libri e manuali che trattano di permacultura sulla base del lavoro originale di Mollison e Holmgren. Nonostante questo, non ci sono mai state sostanziali aggiunte o variazioni al metodo sviluppato alla fine degli anni settanta.
Nel 2002 si stima che siano state formate alla progettazione in permacultura oltre 100.000 persone in tutto il mondo. La formazione prevede generalmente un corso intensivo teorico/pratico di due settimane dove, oltre ai fondamenti comuni del metodo, vengono insegnate le tecniche più adatte agli ecosistemi locali.
Nonostante questo la permacultura fatica ancora ad avere una diffusione di massa. Holmgren afferma che i motivi sono da ricercarsi principalmente nel prevalere di una cultura scientifica del riduzionismo, e quindi un approccio cauto se non ostile a metodi di natura più olistica, nel dominio di una cultura del consumismo creata da una visione puramente economica della salute e del progresso e la paura da parte delle autorità politiche globali e locali di perdere la loro influenza e potere se la popolazione seguisse pratiche volte all'autosufficienza e all'autonomia locale.
La permacultura sta alla base del concetto di città di transizione di Rob Hopkins (i primi anni 2000).

Etica

Tutti i progetti di permacultura differiscono nelle tecniche adottate ma hanno in comune una base etica e linee guida comuni.

  • Cura della terra, ovvero riconoscere il valore dei sistemi naturali nella loro complessità. Gli interventi umani saranno quindi volti a non danneggiare o a ripristinare gli equilibri ambientali. Secondo Holmgren il miglior modo per prendersi cura della terra è ridurre i propri consumi.
  • Cura degli esseri umani, anche se rappresentano una minima parte nella totalità dei sistemi viventi. Viene valutato di fondamentale importanza soddisfare bisogni fondamentali quali cibo, abitazione, istruzione, lavoro soddisfacente e rapporti sociali senza ricorso a pratiche distruttive su larga scala.
  • Limitando il consumo ai bisogni fondamentali è possibile condividere le risorse in eccesso in modo equo con tutti.

Principi

David Holmgren sintetizza i principi base della permacultura in dodici punti.

  1. Osserva e interagisci (la bellezza è negli occhi di chi guarda). Osservare il paesaggio e i processi naturali che lo trasformano è fondamentale per ottimizzare l'efficienza di un intervento umano e minimizzare l'uso di risorse non rinnovabili e della tecnologia. L'osservazione va accompagnata dall'interazione personale.
  2. Raccogli e conserva l'energia (prepara il fieno finché c'è il sole). Raccogliere e conservare l'energia è alla base di tutte le culture umane e non. Per energia si intende tutto ciò che può essere immagazzinato e/o mantenuto in buono stato e che è fondamentale per la sopravvivenza di una comunità/cultura. Esempi: cibo, alberi, semi.
  3. Assicurati un raccolto (non si può lavorare a stomaco vuoto). Assicurarsi che ogni elemento del progetto porti una ricompensa utile.
  4. Applica l'autoregolazione e accetta il feedback (i peccati dei padri ricadono sui figli fino alla settima generazione). Applicare l'autoregolazione per evitare che controllori di livello superiore siano costretti ad intervenire per riequilibrare una crescita incontrollata. Impara a riconoscere e accettare il riscontro fornito dalla comunità o, più in generale, dalla natura.
  5. Usa e valorizza risorse e servizi rinnovabili (lascia che la natura faccia il suo corso). Gestire le risorse che si rinnovano e rigenerano in modo continuo senza un apporto esterno in modo che assicurino una continua resa. Allo stesso modo valorizzare i cosiddetti servizi rinnovabili, ovvero i servizi apportati da piante, animali, suolo e acqua senza che questi siano consumati nel processo.
  6. Non produrre rifiuti (Il risparmio è il miglior guadagno; un punto in tempo ne salva cento). Assicurarsi che i sistemi presenti nel progetto non producano niente che non sia utilizzabile e utile ad un altro sistema.
  7. Progetta dal modello al dettaglio (gli alberi non sono la foresta). Bisogna imparare a dare uno sguardo d'insieme prima d'immergersi nel dettaglio. Utilizzare soluzioni progettuali derivate da modelli osservati in natura.
  8. Integra invece di separare (molte mani rendono il lavoro più leggero). Integrare ogni elemento progettuale all'interno del sistema in modo che si sostenga a vicenda con gli altri elementi.
  9. Piccolo e lento è bello (più sono grandi e più fanno rumore cadendo). Sistemi piccoli e lenti sono più facili da mantenere di quelli grossi e veloci, fanno un miglior uso delle risorse e producono in maniera più sostenibile.
  10. Usa e valorizza la diversità (non mettere tutte le uova in una sola cesta). Valorizzare la diversità animale e vegetale. La diversità riduce i rischi derivanti dalla gran parte delle minacce: l'ammalarsi di una specie di pianta non è la fine del raccolto. Inoltre aiuta a beneficiare dell'unicità di ogni territorio.
  11. Usa e valorizza il margine (non pensare di essere sulla giusta traccia solo perché è un sentiero molto battuto). Progettare le forme delle zone di confine in modo da sfruttarne il più possibile le caratteristiche: il limite tra due sistemi diversi è il posto dove accadono le cose più interessanti. Queste zone sono spesso le più produttive in quanto possono utilizzare le caratteristiche di sistemi diversi. Un esempio dello sfruttamento dei margini è il sistema di canali argini “chinampa”, utilizzato tradizionalmente in Messico e Thailandia.
  12. Reagisci ai cambiamenti e usali in modo creativo (bisogna vedere le cose non solo per come sono, ma anche per come saranno). Sfruttare i cambiamenti a proprio favore; questo presuppone l'osservare attentamente i segni che li precedono e intervenire in tempo.

Progettazione

La progettazione di ambienti secondo i principi della permacultura è strettamente dipendente dalle caratteristiche del territorio. Nonostante i modi d'intervento siano differenti caso per caso, si possono individuare delle linee guida comuni applicabili a tutti i progetti.

Aiuti alla progettazione

Zone

Per una pianificazione energetica efficiente, il paesaggio su cui si opera viene suddiviso in zone. Ad ognuna è adibita una destinazione d'uso e una distanza dall'abitazione secondo la frequenza d'intervento umano.
Idealmente in permacultura si identificano:

  • Zona 0 è il centro delle attività: la casa, la stalla o, su vasta scala, un intero villaggio. Deve essere ubicata in modo tale da ottenere il massimo risparmio energetico e da soddisfare i fabbisogni dei suoi occupanti.
  • Zona 1 è situata nelle immediate vicinanze del centro dell'attività. È l'area più controllata e intensamente utilizzata. Può per esempio contenere l'orto, l'officina, la serra, il vivaio, il ricovero degli animali da cortile, il serbatoio per il combustibile, la legnaia, lo stenditoio per il bucato e uno spazio per l'essiccazione dei cereali. In questa zona non sono presenti animali di grande taglia e probabilmente ci sono pochi grandi alberi adibiti prevalentemente all'ombreggiatura. Sono invece comuni piccoli alberi da uso frequente, ad esempio i limoni.
  • Zona 2 è intensamente curata e densamente coltivata. Le strutture in questa zona includono terrazzamenti, siepi, graticci e specchi d'acqua. Possono essere presenti anche alcuni grandi alberi che ospitano sotto la chioma un complesso sistema di specie erbacee ed arboree, in particolare piante da frutto. In questa zona vengono collocate specie vegetali e animali che richiedono cura e osservazione e l'acqua vi è distribuita estesamente con irrigazione a goccia. È permesso l'accesso degli animali da cortile in aree selezionate e vi può essere un'area destinata al pascolo degli animali provenienti dalla zona 3.
  • Zona 3 ospita alberi da frutto che non necessitano di potatura e pacciamatura, pascoli e aree più estese per animali, da carne e non, e le colture principali. In questa zona sono presenti grandi alberi che assolvono anche alla funzione di barriere frangivento e fonti di foraggio.
  • Zona 4 è poco curata, semi selvaggia. Adatta alla raccolta di frutti selvatici, alla forestazione e ad ospitare animali selvatici. Inoltre è destinata alla produzione di legname pregiato.
  • Zona 5 è lasciata allo stato naturale ed è fatta per osservare ed imparare; la progettazione non deve interessarla.

Settori

In fase di progettazione è utile suddividere la zona interessata in settori, realizzando un diagramma circolare a spicchi o cunei che si irradiano dal centro dell'attività (di solito la casa). Sul diagramma vengono comunemente rappresentati:

  • settori a rischio incendio
  • venti freddi o dannosi
  • venti caldi
  • angoli d'incidenza del sole estivo e invernale
  • luce riflessa dagli stagni
  • aree soggette ad inondazione

Successivamente vengono collocati gli elementi della progettazione in modo da gestire in modo vantaggioso l'energia in arrivo.

Principi progettuali

Identificare le risorse

In permacultura si cerca di sfruttare tutte le caratteristiche di un territorio. Per far ciò, in fase di progettazione è necessario identificare ogni possibile risorsa procurandosi mappe del terreno, dati relativi ai venti, precipitazioni atmosferiche, inondazioni e incendi, e gli elenchi delle specie animali e vegetali caratteristiche. È fondamentale anche l'osservazione dei cambiamenti del sito nelle stagioni.
Nonostante la permacultura sia attenta soprattutto alle risorse interne al sito, riconosce il ruolo fondamentale della raccolta di informazioni sulle opportunità esterne. Sono considerate potenziali risorse esterne attività che producono prodotti di scarto a noi utili, ad esempio segherie, maneggi, aziende vinicole, altri servizi utili come scuole o mercati.

Topografia

La permacultura può essere sviluppata in qualsiasi tipo di regione, anche su colline rocciose, paludi, zone alpine, pianure alluvionali o deserti. Non dovendo modificare il paesaggio, si rende fondamentale lo studio della topografia del sito, in quanto questa ha effetto sul microclima, sui modelli di drenaggio dell'acqua, sullo spessore dello strato utile di terreno, sulle vie d'accesso e sul paesaggio. Per comprendere al meglio la sua influenza, è utile annotarsi dettagli come le pendenze del terreno e il loro orientamento verso il sole, strapiombi o sporgenze rocciose, linee di drenaggio, terreni accidentati, visuali buone o cattive, altezza delle colline, aree paludose e aree suscettibili ad erosione.

Clima e microclima

Oltre allo studio del clima generale della regione in permacultura, è fondamentale lo studio dei vari microclimi presenti. Terreni distanti pochi chilometri possono infatti differire per quanto riguarda le precipitazioni atmosferiche, la forza dei venti, la temperatura e l'umidità relativa. In base ai dati raccolti vengono ubicate strutture, piante e animali nei punti a loro più favorevoli.
Ad esempio in zone climatiche differenti è possibile ubicare la casa in modo che il microclima specifico di quella posizione contribuisca alla climatizzazione, oppure sistemare alberi in modo da incanalare i venti in maniera utile.

Terreni

In permacultura le condizioni di un terreno non vengono considerate un fattore limitante preponderante. Se un terreno è danneggiato, si ritiene si possa, con le cure adeguate, migliorare l'ecologia del suolo nell'arco di qualche anno, portando a livelli adeguati l'umidità del suolo, l'ossigeno, gli elementi nutritivi e la sostanza organica presente.
I metodi utilizzati per il recupero della fertilità includono:

  • prevenzione dell'erosione attraverso la copertura di superfici senza vegetazione
  • distribuzione di sostanza organica
  • sminuzzamento e l'aerazione di terreni compattati (esclusivamente con mezzi che non rivoltano il terreno)
  • l'arricchimento di sostanze nutritive attraverso la distribuzione di minerali di origine organica (letame o sovescio) e la stimolazione dell'attività biologica propria del terreno.

Acqua

Le risorse idriche influenzano profondamente il tipo di interventi possibili in un sito; per questo si rende necessario identificare con precisione le fonti d'acqua e prendere adeguate misure per conservarla. Uno dei metodi più usati in permacultura per facilitare l'assorbimento dell'acqua dal terreno è quello degli swale. Questi lunghi fossati scavati lungo le linee di rilievo intercettano il flusso d'acqua in superficie, per poi trattenerlo per ore o per giorni, lasciandola filtrare lentamente nel terreno. Questi canali dovrebbero essere accompagnati da alberi lungo i bordi, soprattutto nelle zone aride, in modo da evitare l'accumulo di sali.

Collocazione delle infrastrutture

Particolare attenzione è rivolta al posizionamento di due tipi di infrastrutture: le vie di comunicazione e l'abitazione (o il centro delle attività).
Le strade dovrebbero correre lungo le curve di livello, essere prive di pendenze ripide ed essere dotate di un buon sistema di drenaggio per ridurre l'erosione. Dove possibile dovrebbero svolgere anche altre funzioni, ad esempio fungere da pareti di bacini di raccolta dell'acqua o da barriere antincendio.
Alcune regole generali per posizionare l'abitazione sono:

  • vicinanza a una via d'accesso principale e alle fonti energetiche
  • orientamento del sole, soprattutto nelle zone climatiche fredde
  • l'incidenza delle brezze rinfrescanti
  • collocazione a valle di una fonte per contare su un rifornimento idrico a caduta

È poi pratica comune non costruire sulla sommità di un'altura in quanto così facendo la casa si troverebbe esposta a venti da ogni direzione: oltre ad un fattore di regolazione termica, questo aumenterebbe anche il rischio incendi.
Una volta definita l'ubicazione delle vie d'accesso e dell'abitazione, il posizionamento delle infrastrutture può focalizzarsi sul resto dell'area.

Progettare tenendo conto delle calamità

In permacultura vi è un approccio alle calamità naturali incentrato sulla prevenzione in fase di progettazione.
Alcune strategie adottate per la prevenzione degli incendi prevedono la riduzione del materiale infiammabile nei settori a rischio tramite cura del terreno, nonché la creazione di schermature tramite utilizzo di superfici non combustibili (stagni, strade) o specie vegetali ritardanti.

Esempi pratici di permacultura

Zone

Data la natura mutevole delle tecniche utilizzate in permacultura, non è raro imbattersi in varianti dello schema generale di suddivisione in zone. Un esempio è quello dell'azienda agricola Ragas, in provincia di Bologna. Il territorio è stato suddiviso nelle seguenti zone:

  • Zona 1: residenza, laboratorio per la preparazione dei prodotti
  • Zona 2: vivaio, zona di raccolta legna, orto domestico
  • Zona 3: coltivazione di piante ed erbe officinali
  • Zona 4: zona seminativa a cereali e bancali di ortaggi da utilizzare a conserva
  • Zona 5: zona foraggiera integrata di oche, galline, alberi da frutto, fiori e cereali
  • Zona 6: area di relax all'interno di un percorso di incanalamento delle acque fino al fiume
  • Zona 7: bacino per l'itticoltura
  • Zona 8: area estesa per la coltivazione di diversi frutti minori
  • Zona 9: area per l'orto invernale e altro frutteto
Schema di funzionamento di una casa solare passiva

Edifici

Una casa di paglia nei Paesi Bassi

In permacultura la casa è di solito strettamente correlata alla vegetazione circostante. Vengono usati tetti verdi e piante rampicanti per migliorare l'isolamento termico, serre e shadehouse per modificare il microclima e produrre cibo. In molti casi vengono usate tecniche di costruzione con materiali locali come legno, paglia o terra cruda.
Le strategie tecnologiche per progettare una casa in permacultura variano molto a seconda del luogo e delle risorse disponibili. Nel libro Introduzione alla permacultura Mollison ne elenca alcune raggruppate per funzione:

Climatizzazione
Stufe a legna a combustione rapida e con grandi radiatori, stufe efficienti in ghisa a combustione lenta.
Serre addossate alla casa per il riscaldamento invernale.
Shadehouse per rinfrescare l'aria in estate.
Sistema di graticci per deviare i raggi solari e rinfrescare.
Riscaldamento a pavimento radiante tramite acqua riscaldata.
Fornelli e stufe da cucina
Cucine a legna per cucinare e riscaldare in climi freddi.
Cucine a gas, con la possibilità di usare bio-gas ottenuto da scarti, in climi caldo-umidi.
Cucine solari.
Cottura in contenitori termicamente ben isolati per cibi a lunga cottura.
Produzione d'acqua calda
Sistema di recupero calore da stufe a legna e successivo immagazzinamento dell'acqua in contenitori termicamente isolati.
Pannelli solari termici, possibilmente autocostruiti con materiali di recupero.
Elettricità e illuminazione
Pannelli fotovoltaici, generatori eolici o idroelettrici su piccola scala.
Progettare per sfruttare il più possibile la luce naturale.
Lavaggio e asciugatura dei vestiti
Lavatrici manuali.
Asciugare i vestiti in serra o sopra una fonte di calore riparata.
Refrigerazione ed essiccazione cibo
Frigorifero alimentato da pannelli fotovoltaici, generatori eolici o idroelettrici su piccola scala.
Essiccatore solare o essiccazione in serra.
Risparmio Idrico
Cisterna per raccolta dell'acqua piovana.
Acque grigie utilizzate per sciacquoni o deviate verso orto e serra.
Gabinetti a secco.

Nelle zone aride si utilizzano accorgimenti per la creazione di fonti d'aria fresca. Alcuni di questi sono l'uso di cortili interni coperti da graticci, alberi o tessuti, pergolati racchiusi da rampicanti, tunnel interrati e camini solari per indurre una ventilazione nelle stanze.

Coltivazioni

Come tutte le soluzioni pratiche adottate in permacultura, anche i metodi di coltivazione variano a seconda del contesto culturale e ambientale. Tutti i metodi utilizzati hanno però in comune l'obiettivo di tutelare il terreno e di ripristinarne naturalmente la fertilità. Alcune tecniche comunemente utilizzate sono l'agricoltura naturale di Fukuoka, l'agricoltura sinergica e l'agricoltura biodinamica.
Molto diffuso è anche l'uso di sistemi agroforestali perenni in policoltura chiamati foreste alimentari. In questo tipo di coltivazione viene mimato il modello tridimensionale di sviluppo delle piante in un bosco per creare un sistema produttivo. Pioniere di questa tecnica fu Robert Hart, che creò la prima foresta alimentare in permacultura presso Wenlock Edge, Shropshire, Inghilterra.

Il modello di una foresta alimentare

Si deve a lui infatti la divisione a strati che caratterizza questa tecnica:

  1. strato di copertura composto dalle chiome degli alberi da frutto
  2. strato di bassi alberi da frutta o da noci
  3. strato di cespugli da frutta come ribes o lamponi
  4. strato di verdure ed erbe perenni
  5. strato di copertura del terreno con piante commestibili che si diffondono orizzontalmente
  6. strato sotterraneo dove si trovano radici e tuberi
  7. strato verticale di viti o piante scalatrici

Boschi

Includere nel progetto boschi strutturati è utile per fornire foraggio per il bestiame e gli animali selvatici, mitigare gli sbalzi estremi di calore, diversificare la produzione vegetale e animale, prevenire la salinizzazione dei terreni e prevenire l'erosione del suolo lungo rapidi pendii o corsi d'acqua.
Le specie arboree svolgono anche un'azione importante per dare ricovero a molti animali selvatici, in particolare uccelli, importanti per il controllo dei parassiti.
Da un bosco è inoltre possibile ricavare legna da ardere o adibirne una parte alla coltivazione di qualità locali di legno pregiato per la costruzione.

L'introduzione di funghi micorrizici e saprotrofi può migliorare gli ecosistemi forestali e le comunità vegetali.

Animali

Un esempio classico di trattore di galline

Nella maggior parte dei progetti di permacultura gli animali svolgono più di una funzione e si integrano con gli altri elementi. Uno dei concetti più usati è ad esempio il trattore di galline, ovvero lasciar razzolare libero o in apposite strutture mobili il pollame per mantenere la vegetazione ad un livello basso. Esiste anche una permacultura vegana che non fa uso di allevamenti animali, tra i fondamenti etici questa corrente aggiunge anche la "cura per gli animali".

Permacultura urbana

La permacultura urbana è l'applicazione dei principi della permacultura in ambito urbano. Mira a realizzare progetti di autosufficienza alimentare urbana e comunitaria mediante la reintroduzione della produzione del cibo nelle aree urbane, l'efficienza e l'autoproduzione energetica.
Una proposta per reintrodurre la produzione di cibo nelle aree urbane è quella di sostituire le piante ornamentali del verde pubblico con altre specie utili. Ad esempio nei parchi pubblici potrebbero essere coltivate piante da frutto come meli, peri o altro tipo e arbusti e piante con frutti commestibili come mirtilli, ribes o fragole. Inoltre si potrebbe utilizzare le aree verdi per orti urbani collettivi e per la produzione di biomassa per l'energia.

Permacultura Bioregionale

La Permacultura Bioregionale integra i principi della permacultura con la visione bioregionale. Il Bioregionalismo si è sviluppato come un approccio profondo al concetto di permacultura tenendo in forte considerazione le tradizioni e la cultura locale. In particolare si approfondisce l'interazione e il rapporto tra la comunità umana, la sua cultura e la sua spiritualità con gli ambienti naturali. Il Bioregionalismo è una teoria ecologista, basata sull'individuazione e lo studio di aree naturalmente definite chiamate Bioregioni, formulata per la prima volta da Peter Berg e Raymond Dasmann all'inizio degli anni settanta. È una visione non solo ecologica ma anche culturale, politica e spirituale.

Economia

In permacultura vengono adottati sistemi economici comunitari atti a preservare e sviluppare le economie di sussistenza.
Alcuni approcci a questi sistemi economici sono ad esempio il local employment trading system, assimilabile all'italiana banca del tempo, vari sistemi di scambio non monetario, microcredito e prestiti sociali. In Australia esiste un fondo che raccoglie donazioni per finanziare progetti di permacultura nel paese.
Ad un livello più globale la permacultura si allinea con il movimento della finanza etica.

Permacultura nel mondo

Africa

In Africa l'uso della permacultura è strettamente legato al miglioramento delle condizioni delle popolazioni disagiate: nel nord dell'Uganda, vicino al confine con il Sudan, la permacultura viene usata per rendere autosufficienti le popolazioni locali e dare lavoro ai giovani.
In Zimbabwe sono state costruite 60 scuole utilizzando tecniche di permacultura. Il Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha elaborato una relazione sull'utilizzo della permacultura nelle situazioni dei rifugiati dopo averne sperimentato con successo l'uso nei campi del Sudafrica.
Il metodo del BioFarming utilizzato in Etiopia ha caratteristiche molto simili e può essere considerato permacultura. Viene promosso soprattutto dalla organizzazione non governativa BEA, con sede a Addis Abeba.
Esistono anche aziende agricole tradizionali che utilizzano la permacultura. Ad esempio, Badilisha Eco Village Foundation Trust è una fattoria che si integra con lo sviluppo di un'agricoltura sostenibile nella comunità Rusinga Island, nelle zone rurali del Kenya.

Nord America

Canada

Ad Edmonton, nella provincia dell'Alberta, è stato avviato un progetto di permacultura nella scuola di Jasper Place.
Altri progetti includono la rete bioregionale di istruttori Permaculture BC, nella provincia della Columbia Britannica, il Kootenat Permaculture Institute, sempre nella British Columbia, il progetto GTA nell'area vasta di Toronto, il progetto di permacultura in climi freddi del Ness Creek Forest Garden e la comunità Harvest Moon Society nella provincia di Manitoba.

Stati Uniti d'America

Negli Stati Uniti d'America si cominciò a parlare di permacultura successivamente ai corsi tenuti nei prima anni ottanta da Mollison; ma venne poi ampiamente diffusa dai corsisti che seguirono Mollison in Australia per perfezionare le proprie conoscenze. Nel 1985 venne fondato il Permaculture Institute of North America o PINA, contemporaneamente cominciò a essere pubblicata la rivista Permaculture Activist.

Nord-Est degli Stati Uniti

Uno dei progetti di permacultura più importanti di questa regione è Prospect Rock Permaculture. Il progetto prevede la coltivazione di alberi da frutta, viti, frutti di bosco, ortaggi, erbe medicinali e spezie e tè. Il fondatore Keith Morris gestisce programmi di educazione alla permacultura presso l'Università del Vermont, la Yestermorrow Design Build School, lo Sterling College, e il Paul Smiths College negli Adirondacks.
Nel Massachusetts l'università del Massachusetts ad Amherst ha avviato un progetto di permacultura che mira a trasformare i paesaggi marginali del campus in giardini a bassa manutenzione, ricchi dal punto di vista della biodiversità e utili dal punto di vista dell'approvvigionamento di cibo. Il progetto è cominciato nel novembre 2010 utilizzando il lavoro volontario degli studenti e della comunità locale. Il Giardino in permacultura Franklin comprende un variegato mix di "ortaggi, alberi da frutto, cespugli di bacche, erbe aromatiche e ... fiori che attirano insetti benefici".
Burlington Permaculture è un gruppo che riunisce residenti locali, studenti, artigiani, agricoltori, architetti e costruttori con base a Burlington, Vermont. Questo gruppo ha come obiettivo la promozione dell'agricoltura urbana, la riforestazione di aree degradate, il miglioramento dei quartieri, ed in generale il rafforzamento della rete delle risorse della comunità. Il gruppo è stato fondato da Michael Blazewicz del Round River Design, Mark Krawczyk di Rivenwood Craft, e Keith Morris di Prospect Rock Permaculture.
Green Phoenix Permaculture è una rete con base in Hightfall, New York, che offre corsi di progettazione e workshop, dimostrazione di foreste alimentari, bioedilizia, progetti in permacultura. Questa comunità riunisce molti insegnanti e progetti di permacultura tra cui AppleSeed Permaculture e Sowing Solutions Permaculture Design & Education.
Il Finger Lakes Permaculture Institute è un progetto con base ad Alpine, New York, che offre un corso annuale di Progettazione in permacultura, con tirocini e laboratori che si tengono spesso in siti dell'area progettati utilizzando i principi della permacultura. Il Finger Lakes Permaculture Institute è stato fondato da Michael Burns, Steve Gabriel, e Karryn Olson Ramanujan nel 2005.

Sud-Est degli Stati Uniti

Nel centro della Florida esiste una rete di contatti su base bioregionale: la Withlacoochee Permaculture Guild.
La Knoxville Permaculture Guild è un altro importante istituto della regione, in questa comunità è stato implementato anche un sistema di banca del tempo.

Stati uniti medio occidentali e la regione delle Montagne Rocciose

In questa regione si sono sviluppati centri di permacultura incentrati sulla progettazione in climi freddi e ad altitudini elevate. Alcuni di questi sono lo High Altitude Permaculture Institute presso Ward, Colorado, e il Permaculture Research Institute in Cold Climate a Minneapolis.

Costa Ovest

Nella baia di San Francisco la Urban Permaculture Guild promuove l'uso di tecniche di permacultura integrate nel tessuto urbano. Nello stesso territorio l'Indigenous Permaculture organizza corsi di permacultura. Nell'area di Los Angeles invece sono presenti progetti di fattorie urbane come l'Edendale Farm e l'Urban Homestead.

Sud-Ovest degli Stati Uniti

A Santa Fe, Nuovo Messico, Il Permaculture Institute utilizza organizza corsi di formazione su temi quali la progettazione di paesaggi, edifici e sistemi idrici.

Dopo un incendio nel 2006, la Fondazione Lama di Taos, Nuovo Messico, ha utilizzato le tecniche di permacultura per ripristinare l'ecosistema e le infrastrutture danneggiate durante l'incendio.

A Oklahoma City, Oklahoma, il progetto urbano Gatewood Homestead ospita la residenza dell'insegnante di permacultura Robert Waldrop. Nonostante il poco spazio a disposizione, in questo quartiere, tra i più densamente popolate di Oklahoma City, vengono coltivate più di 100 diverse varietà di piante commestibili o utili.

Nord-Ovest degli Stati Uniti

La Seattle Permaculture Guild è la rete comunitaria di permacultura presente nell'omonima città.
Uno dei progetti più importanti nell'area è la Beacon Food Forest: una foresta alimentare in fase di sviluppo vicino a Jefferson Park, Beacon Hill, Seattle. Situata su terreno pubblico, chiunque potrà utilizzare questa foresta alimentare. Oltre a questo il progetto prevedere dei piccoli spazi privati da coltivare per i residenti.
Suburban Permaculture, presso Eugene, Oregon è un esempio di trasformazione di una proprietà urbana di periferia secondo i principi della permacultura. La proprietà è diventata un punto di riferimento della comunità locale per l'apprendimento dei modelli per la trasformazione urbana.
La scuola di sopravvivenza Alderleaf Wilderness College attiva nelle vicinanze di Seattle, organizza corsi di permacultura come parte della sua attività didattica volta all'addestramento all'autosufficienza.

America latina

Cuba

Dopo il crollo dell'unione sovietica, Cuba ha dovuto ripensare la propria economia e in particolar modo il settore della produzione agricola. Puntando sull'educazione di nuovi specialisti agricoli Cuba ha così sviluppato un nuovo modello agricolo non più basato su grandi monocolture da esportazione ma su un sistema capillare di policoltura in grado di garantire l'autosufficenza della popolazione. La permacultura ha svolto un ruolo fondamentale sia in questo campo, sia in altri campi come la depurazione del fiume Almendares. L'Avana produce fino al 50% del suo fabbisogno alimentare entro i limiti della città, in gran parte biologici e prodotti da persone nelle loro case, giardini e negli spazi comunali.

In particolare a Cuba è stata creata una rete di orti collettivi urbani (Organoponico) gestiti da cittadini e contadini che produce all'interno delle città non solo cibo ma anche fonti di energia (biomasse). Spesso all'interno degli "organoponici" ci sono dei piccoli negozi che vendono i prodotti agricoli coltivati. Molte di queste realtà utilizzano fonti di energia rinnovabile come ad esempio nella città di Pinar del Rio (progetto ARCS).

Nicaragua

Attivo da quasi un decennio, il progetto Bona Fide comprende 43 ettari dell'isola di Ometepe, Nicaragua. Le infrastrutture del sito comprendono edifici costruiti con materiali naturali locali, terrazze e giardini di piante medicinali, un vivaio ampio, una banca di semi, frutteti, boschi di noci alimentari, zone di silvicoltura, coltivazione di bambù per legname, sistemi di raccolta acque piovane, irrigazione a goccia, sistemi di energia rinnovabile e servizi igienici di compostaggio. Il sito è un punto di riferimento per la regione e ospita annualmente corsi di permacultura.
Ostional Private Wildlife Reserve ("O") è una riserva privata di 46 acri situata in un sito storico soprannominato La Colina ("la collina") a Rivas. Il progetto "O" è stato in sviluppo per un paio di anni ed è prevista la sua apertura al pubblico nel 2012, con l'intento di renderlo un centro per l'educazione e lo sviluppo della comunità offrendo corsi di permacultura.

Brasile

In Brasile è attivo l'IPOEMA, istituto di permacultura, ecovillaggi e ambiente, con base a Brasilia.
Un'altra realtà importante sul territorio è l'ecocentro IPEC, presso Pirenópolis, nello stato di Goiás. Fondato nel 1998, il centro ha recuperato 40 acri di pascolo degradato trasformandolo in un'importante realtà per la comunità locale.

Cile

La comunità di permacultura in Cile è relativamente nuova. Il suo sviluppo è stato guidato in gran parte da un piccolo gruppo di persone intenzionate a costruire una comunità di apprendimento. La comunità si è rapidamente estesa a seguito di un tour di David Holmgren nel 2007, all'opera di educazione tramite corsi specifici dei centri Eluwn ed El Manzano, e alla formazione del Instituto de Permacultura en Chile.

Asia

Indonesia

L'Indonesian Development of Education and Permaculture ha assistito nelle operazioni di soccorso in Aceh dopo lo Tsunami del 2004 provvedendo all'educazione per quanto riguarda le questioni sanitarie, le tecnologie sostenibili per l'autosufficienza e la risposta della comunità alle calamità naturali. Nel contesto di questo progetto di ricostruzione sono stati sviluppati sistemi per il trattamento delle acque su piccola scala sul modello naturale dei canneti chiamati "waste garden",.

Thailandia

Il progetto Panya, situato a Mae Taeng, Chiang Mai è un progetto di comunità sostenibile che implementa i principi di permacultura e ospita laboratori in lingua inglese e tailandese. Nell'autunno 2006, il progetto ha ospitato un corso tenuto da Geoff Lawton del Permaculture Research Institute of Australia; successivamente sono stati installati oltre 500 metri di swale e dighe. Nel Progetto Panya la permacultura è stata utilizzata anche per rigenerare una monocultura intensiva di mango, trasformandola in una "foresta di biodiversità alimentare, azienda agricola biologica e centro di educazione". Oltre a questo il progetto Panya incorpora elementi di bioarchitettura nel design, come ad esempio costruzioni con bottiglie o mattoni di terra pressata.

Israele

Nel territorio di Israele sono presenti numerose aziende progettate secondo la permacultura, molte delle quali fungono da centri educativi. Ad esempio il progetto Hava Ve Adam e il Kibbutz Lotan incorporano giardini, fattorie e comunità che si basano sulle tecniche di progettazione e l'etica della permacultura.

Cambogia

Un consorzio di ONG tra cui la Cambodian War Amputees Rehabilitation Society e Ockenden sta portando avanti nel nord-ovest del paese un progetto di rigenerazione dei mezzi di sostentamento e delle infrastrutture che comprende principi permacultura. Oltre a questo è prevista la creazione di una fattoria di prova secondo i principi della permacultura nella provincia di Banteay Meanchey.

Nepal

Nel distretto di Sukhet è attivo l'Himalayan Permaculture Centre, una organizzazione non governativa avviata da contadini locali che si propone di diffondere i principi e le tecniche della permacultura con dimostrazioni e corsi e provvedendo a risorse come per esempio semi.

Europa

Bulgaria

Nella regione dei Balcani, con base in Bulgaria è attivo il progetto Ecologia dei Balcani (BALKEP). Il progetto si dedica alla progettazione e alla sperimentazione degli habitat umani ecologicamente sani e serve come un sito dimostrativo per gli abitanti locali e le comunità oltre che ai visitatori provenienti dall'estero. I progetti mirano a sviluppare approcci ragionati al cibo, le abitazioni, la comunità e il commercio, preservando la straordinaria biodiversità della regione balcanica.

Italia

In Italia esistono svariate associazioni.

Penisola Iberica

La penisola iberica ha una rete regionale che connette tutti i progetti di permacultura presenti sul territorio: la Red de Permacultura Iberica.

Regno Unito

L'Agroforestry Research Trust, gestito da Martin Crawford, è un'organizzazione senza fini di lucro con sede a Dartington, Devon che gestisce due ettari di foresta alimentare a fini di ricerca.
Chickenshack Housing co-op è un progetto di cohousing fondato nel 1995 utilizzando i principi di progettazione di permacultura. Situato nelle rurali del nord del Galles, la comunità dispone di 4 abitazioni e 6 residenti e si estende per 5 ettari. Alcune caratteristiche del progetto sono l'uso di teleriscaldamento a biomasse e solare termico, metà del terreno coltivato a foresta alimentare e conservazione della fauna selvatica tramite protezione e creazione di habitat adeguati. La comunità è molto attiva per quanto riguarda progetti di sostenibilità regionali, come l'iniziativa Machynlleth Transition Towns. La comunità organizza corsi occasionali di permacultura.
Un progetto di permacultura con base nel nord del Lancashire è il Middle Wood Ecological Trust, il centro organizza con frequenza corsi di permacultura, artigianato, silvicoltura e sviluppo sostenibilie. Plant for the Future è invece un progetto che si occupa di ricerca e sperimentazione di piante commestibili o utili per lo sviluppo sostenibile in climi temperati. Le attività vengono svolte dal 1985 presso Lostwithiel, Cornovaglia. Il progetto ha sviluppato un database on-line dove si possono trovare oltre 7.000 specie utili che possono essere coltivate nel Regno Unito.
Un altro progetto di foresta alimentare è il Prickly Nut Woods, 40.000 m2 nei boschi vicino a Haslemere, Surrey. Il proprietario ha costruito la sua casa solo con materiali ricavabili dal bosco.
Per quanto riguarda la permacultura urbana invece il Roof Garden RISC, sul tetto dell'edificio del Reading International Solidarity Centre, Reading, Berkshire, è un giardino alimentare ispirato alla foresta alimentare di Robert Hart nello Shropshire. È utilizzato da scuole, educatori e progettisti come risorsa educativa per lo sviluppo sostenibile e fa parte del National Gardens Scheme. Il giardino è composto da piantagioni dense di oltre 180 specie di piante commestibili e medicinali ed è alimentato da acqua piovana e dai rifiuti compostati dal centro.
A Bristol il Bristol Permaculture Group gestisce l'orto comunitario in permacultura Eastside Roots. Qui il gruppo organizza corsi di sostenibilità e permacultura.
Altri progetti presenti in aree urbane includono il progetto Naturewise, a nord di Londra. Il gruppo gestisce una serie di foreste alimentari e orti, oltre ad organizzare con regolarità corsi base e avanzati di permacultura; e il progetto Organiclea, una cooperativa di lavoratori che è coinvolta nello sviluppo di prodotti alimentari locali, le cui attività si svolgono prevalentemente nella zona del Walthamstow, est di Londra.
Altrettanto nota nel nord della Scozia presso la Contea di Moray, è la Findhorn Foundation, comunità New Age di riferimento internazionale, ora in continuo sviluppo nella ricerca della Permacultura fin dagli inizi degli anni settanta. A partire dal 1962, anno di fondazione storica della comunità, un gruppo di pionieri, alcuni dei quali a tutt'oggi presenti, segue un metodo di ricerca e lavoro fondato sul concetto di co-creazione con Natura e risorse del suolo. Dato il continuativo afflusso e contributo di ospiti residenti a medio e lungo termine, oltreché di visitatori da ogni parte del mondo, la Fondazione è noto centro di conferenze internazionali sul tema, oltreché uno dei capisaldi di maggior riferimento della cultura ambientalista mondiale.

La UK Permaculture Association tiene traccia di tutti gli altri progetti e siti dimostrativi nel paese.

Oceania

Tikopia

Gli abitanti dell'isola praticano un sistema intensivo di permacultura, simile alla pratica delle foreste alimentari e alle coltivazioni negli altopiani della Nuova Guinea. Le loro pratiche agricole sono fortemente e consapevolmente legate alla densità di popolazione. Per esempio, intorno al 1600 d.C. , gli abitanti dell'isola decisero di abbattere tutti i suini presenti sull'isola perché consumavano troppo cibo che poteva essere utilizzato per alimentare la popolazione.

Nuova Zelanda

Ci sono molti esempi di comunità basate sulla permacultura in Nuova Zelanda: la Rainbow Valley Farm è una delle più importanti. È stata fondata nel 1988 da Joe Polaischer e Trish Allen progettando i 21 acri dell'azienda agricola biologica in base ai principi e all'etica della permacultura.

Bibliografia

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  • Bill Mollison, David Holmgren Permacultura, un'agricoltura perenne per gli insediamenti umani(editore: Quaderni d'Ontignano)(1992) ISBN 8889264039
  • Bell, Graham. The Permaculture Way. 1st edition, Thorsons, (1992), ISBN 0-7225-2568-0, 2nd edition Permanent Publications (UK) (2004), ISBN 1-85623-028-7.
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    • Volume I: Ecological Vision and Theory for Temperate-Climate Permaculture. ISBN 1-931498-79-2
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  • Mollison, Bill Permaculture: A Designer's Manual. Tagari Press (Australia).
  • Mollison, Bill Introduzione alla Permacultura, Terra Nuova Edizioni, 2007, ISBN 978-88-88819-08-2
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  • Whitefield, Patrick Permaculture in a Nutshell Permanent Publications (UK) (1993), ISBN 1-85623-003-1.
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  • Whitefield, Patrick. The Earth Care Manual. Permanent Publications (UK) (2004), ISBN 1-85623-021-X.

Voci correlate

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