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Polimialgia reumatica

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Polimialgia reumatica
Specialità reumatologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
MeSH D011111
MedlinePlus 000415
eMedicine 330815

La polimialgia reumatica è una malattia reumatica che colpisce prevalentemente soggetti anziani, al collo, ai muscoli del cingolo prossimale, all'anca, agli avambracci e alle gambe.

Spesso tali persone sono soggette anche ad arterite a cellule giganti.

Epidemiologia

L'epidemiologia in Italia risulta essere quasi 13 casi su 100.000 abitanti, colpendo quasi esclusivamente persone dalla quinta decade di età, anche se l'incidenza aumenta a partire dalla settima decade. In altri paesi l'incidenza è molto più alta. Colpisce più frequentemente il sesso femminile.

Eziologia

La causa non è stata ancora chiarita.

Clinica

Segni e sintomi

I sintomi e i segni clinici sono: artralgia, mialgia, rigidità, dolore, febbre, anoressia, apatia, stanchezza, depressione, artrite, sindrome del tunnel carpale, comparsa di edemi mono/bilaterali sul dorso di mani o piedi.

Diagnosi

  • Elementi clinici: età maggiore di 50 anni, esordio brusco, dolore tipico (forte) con rigidità generalizzata

Fra gli esami utili per diagnosticare tale malattia vi sono:

  • Esami ematochimici, dai quali risulta un aumento della VES, insieme ad alti valori di PCR, IL-6.
  • Radiografia; tomografia computerizzata, che mostra erosioni articolari; scintigrafia, che evidenzia ipercaptazione nelle zone articolari interessate.

Trattamento

Il trattamento prevede la somministrazione di corticosteroidi (prednisone, metilprednisolone, beclometasone, betametasone).

La fase iniziale della terapia prevede alti dosaggi che andranno poi scalati. A basso dosaggio la terapia deve prolungarsi per molto tempo (12-18 mesi) per evitare ricadute. In alcuni casi la terapia può essere inefficace e la malattia evolve verso una forma di artrite reumatoide.

Prognosi

Grazie all'azione dei farmaci e della tendenza della malattia alla spontanea guarigione, dopo un periodo molto elevato soprattutto in assenza di terapia, la prognosi è benigna, ma con attenzione alle somministrazioni di lunga durata che possono portare nell'individuo effetti collaterali.

Bibliografia

Voci correlate

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