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Sindrome di Waardenburg
Sindrome di Waardenburg | |
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Specialità | genetica clinica |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 270.2270.2 |
MeSH | D014849 |
MedlinePlus | 001428 |
eMedicine | 950277 e 1113314 |
Eponimi | |
Petrus Johannes Waardenburg | |
La sindrome di Waardenburg comprende un raro gruppo di disturbi della pigmentazione a trasmissione prevalentemente autosomico dominante caratterizzati da piebaldismo e sordità neurosensoriale.
Indice
Storia
Il suo nome deriva da Peter Johannes Waardenburg, un oculista olandese che per primo presentò un caso clinico caratterizzato da distopia del canto ed eterocromia dell'iride associata a sordità e che successivamente ne studiò la diffusione tra chi soffre di sordità.
Epidemiologia
L'incidenza è di 1 caso ogni 20.000-40.000 individui. La sindrome di Waardenburg è causa dello 0,8-5% dei casi di sordità neurosensoriale congenita a seconda delle indagini epidemiologiche in diverse nazioni.
Eziopatogenesi
La sindrome di Waardenburg è causata da mutazioni in alcuni geni. La trasmissione è autosomica dominante con l'eccezione del tipo IV, a trasmissione autosomico recessiva. I fattori di trascrizione PAX3 e SOX10, mutati nel tipo I, III e IVc, regolano l'espressione di MITF (fattore di trascrizione associato alla microftalmia). La perdita di SOX10 porta ad un'anomala espressione di RET che causa la malattia di Hirschsprung, anomalie della mielinizzazione e conseguenti sintomi neurologici. geni EDN3 e EDNRB, mutati nel tipo IVa e IVb, codificano per l'endotelina 3 e il recettore ETB dell'endotelina, il gene SNAI2 (noto anche come SLUG), che codifica per un fattore di trascrizione con motivi a dito di zinco, è mutato nel tipo IId.
Istologia
Nelle aree ipopigmentate si osserva assenza di melanociti e melanosomi oppure una riduzione del numero di melanociti di grandi dimensioni. Nelle aree iperpigmentate il numero di melanociti è normale ma oltre a melanociti di normale morfologia vengono prodotti melanociti di forma sferica o granulare.
Classificazione
La sindrome di Waardenburg viene classificata in quattro tipi e in alcuni sottotipi in base alla mutazione genetica coinvolta. I tipi più comuni sono il I e il II.
Tipo | OMIM | Gene | Locus | Caratteristiche |
---|---|---|---|---|
Tipo I, WS1 | 193500 | PAX3 | 2q36.1 |
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Tipo IIa, WS2A | 193510 | MITF | 3p14.1-p12.3 |
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Tipo IIb, WS2B | 600193 | WS2B | 1p21-p13.3 | |
Tipo IIc, WS2C | 606662 | WS2C | 8p23 | |
Tipo IId, WS2D | 608890 | SNAI2 | 8q11 | |
Tipo III, WS3 | 148820 | PAX3 | 2q36.1 |
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Tipo IVa, WS4A | 277580 | EDNRB | 13q22 | Sindrome di Waardenburg associata a malattia di Hirschsprung. Il tipo IVc si associa a sintomi neurologici |
Tipo IVb, WS4B | 613265 | EDN3 | 20q13 | |
Tipo IVc, WS4C | 613266 | SOX10 | 22q13 |
Clinica
La sindrome di Waardenburg è caratterizzata da piebaldismo e sordità neurosensoriale di gravità variabile. A differenza del piebaldismo le chiazze ipopigmentata possono ridursi o scomparire nel tempo.
- Il tipo I è la forma più comune dopo il tipo II, è caratterizzato da ciocca ipopigmentata (poliosi), canuzie precoce, alopecia, chiazze ipopigmentate, distopia dei canti o telecanto (aumento della distanza tra i canti interni ma distanza conservata delle pupille), eterocromia dell'iride completa o settoriale, occhi azzurri brillanti o pallidi, radice del naso allargata, sinofri, lievi anomalie scheletriche, labioschisi e nel 30-50% dei casi da sordità neurosensoriale non progressiva. La presenza di alcuni di questi segni è incostante.
- Il tipo II (sindrome di Klein-Waardenburg) è la forma più comune, presenta caratteristiche sovrapponibili al tipo I, l'eterocromia e la sordità neurosensoriale sono più comuni mentre non si verificano distopia dei canti e radice del naso allargata.
- Il tipo III, raro, presenta le stesse caratteristiche del tipo I associate a sindattilia, fusione delle ossa carpali, coste soprannumerarie e progressiva perdita dell'udito.
- Il tipo IV (sindrome di Shah-Waardenburg) è caratterizzata da ciocca ipopigmentata e malattia di Hirschsprung.
Diagnosi
La diagnosi è clinica.
Entra in diagnosi differenziale con il piebaldismo che solo raramente presenta alterazioni extracutanee, con la vitiligine le cui chiazze non sono presenti alla nascita e con le rare sindrome di Alezzandrini, sindrome di Woolf e sindrome di Vogt-Koyanagi.
Trattamento
Non esiste trattamento risolutivo per la sindrome di Waardenburg. È consigliata l'applicazione di filtri solari per evitare ustioni alle aree depigmentate. Sono possibili trapianti autologhi di pelle non depigmentata o di melanociti con finalità estetiche. Nelle forme a perdita progressiva dell'udito vanno effettuati audiogrammi periodici e possono beneficiare di un impianto cocleare. L'eventuale labioschisi può essere corretta chirurgicamente. Altre anomalie richiedono un trattamento sintomatico.
Voci correlate
Altri progetti
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