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Sindrome neurolettica maligna

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Sindrome neurolettica maligna
Aloperidolo, un antipsicotico comunemente usato.
Specialità neurologia e medicina d'emergenza-urgenza
Eziologia neurolettico
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-10 G21.0
MeSH D009459
eMedicine 816018, 288482 e 907949
Sinonimi
Sindrome acinetico-ipertonica

La sindrome neurolettica maligna (NMS, Neuroleptic Malignant Syndrome) è un disturbo neurologico, descritto per la prima volta nel 1960 da alcuni medici francesi che lavoravano a uno studio sull'aloperidolo e denominato sindrome acinetico-ipertonica.

È più spesso una reazione avversa ai farmaci neurolettici o antipsicotici, e può portare il paziente a morte.

Epidemiologia

L'incidenza della sindrome è diminuita da quando è stata descritta per la prima volta, grazie di cambiamenti nelle abitudini prescrittive ed al recepimento dei protocolli medici, ma è ancora un potenziale pericolo per i pazienti in trattamento con farmaci antipsicotici.

In alcune review sulla sindrome viene segnalata una incidenza di NMS compresa tra lo 0,2% ed il 3,23%.

Per motivi non ancora completamente chiariti i giovani maschi sono particolarmente suscettibili alla insorgenza della sindrome ed il rapporto maschi/femmine è di circa 2:1.

Cause

Virtualmente tutti i neurolettici possono indurre l'insorgenza della sindrome, sia i neurolettici convenzionali (fluspirilene, tioridazina, flufenazina, penfluridolo, pimozide ed altri) che i nuovi antipsicotici atipici.

Tra i neurolettici convenzionali aloperidolo e clorpromazina sono stati segnalati come quelli a maggior rischio.

La NMS può apparire anche in pazienti che consumano farmaci dopaminergici (ad esempio la levodopa) per la malattia di Parkinson al momento della sospensione del trattamento, specie se quest'ultima avviene bruscamente. Altri farmaci dotati di attività anti dopaminergica, ad esempio l'antiemetico metoclopramide, possono causare una NMS.

Anche altri medicamenti non dotati di attività antidopaminergica, quali ad esempio amoxapina od il litio, possono causare NMS.

Infine in letteratura sono stati segnalati casi di NMS associati a trattamenti con desipramina, dotiepina, fenelzina, tetrabenazina e reserpina.

Fisiopatologia

La fisiopatologia della NMS non è stata ancora completamente compresa. Alcuni autori suggeriscono che i neurolettici possano indurre NMS parallelamente alla loro capacità di blocco della dopamina nel tratto nigrostriatale, nel percorso mesocorticale e nei nuclei ipotalamici.

Tuttavia tale ipotesi non spiega sufficientemente per quale motivo NMS possa fare seguito all'utilizzo di antipsicotici atipici (tra cui a titolo di esempio clozapina, risperidone, olanzapina, quetiapina, ziprasidone, aripiprazolo e paliperidone) i quali come è noto si distinguono per la bassa affinità per recettori della dopamina D1 e D2.

Clinica

Segni e sintomi

La condizione è contraddistinta tipicamente da rigidità muscolare, febbre, instabilità autonomica (polso o pressione arteriosa non regolari, diaforesi, tachicardia o altre disritmie cardiache) e cambiamenti cognitivi, come delirio.

È associata ad elevati valori di creatinin-fosfochinasi nel plasma sanguigno.

Diagnostica

Il sospetto diagnostico è in primis clinico e si basa sulla insorgenza di febbre alta e grave rigidità in un paziente che assume neurolettici. È necessario procedere alla misura della creatinina fosfochinasi ed alla conta dei globuli bianchi.

Al fine di escludere altre possibili eziologie si deve procedere alla analisi delle urine per misurare gli elettroliti (in particolare calcio e magnesio).

Inoltre devono essere eseguiti i normali test di funzionalità epatica, renale e tiroidea.

Ulteriori accertamenti possono comprendere la puntura lombare, un elettroencefalogramma ed una tomografia computerizzata o risonanza magnetica dell'encefalo.

Trattamento

In caso di diagnosi, accertata o presunta, di sindrome maligna si deve sospendere immediatamente la somministrazione dell'antipsicotico incriminato.

A causa della imprevedibilità della NMS, il trattamento può variare notevolmente da caso a caso, ma è generalmente basato sulla immediata istituzione della terapia di supporto alle funzioni vitali. Si può quindi associare una infusione endovenosa di dantrolene e somministrazione orale di bromocriptina. In alternativa si può ricorrere alla infusione endovenosa di dantrolene ed alla assunzione della combinazione di levodopa-carbidopa.

Nei casi più gravi e laddove vi sia la possibilità, si procede a terapia elettroconvulsiva, la quale ha mostrato attenuare fino a far scemare la sindrome.

Voci correlate


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