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Complessità irriducibile

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La «complessità irriducibile» è un concetto introdotto da Michael Behe nel suo libro Darwin's Black Box («La scatola nera di Darwin») per descrivere quei sistemi biologici il cui funzionamento dipenderebbe dall'interazione di molte parti, tutte indispensabili. Tale concetto è stato impiegato da Behe nella sua esposizione della teoria creazionista del disegno intelligente, come esempio di fenomeno che la teoria dell'evoluzione non sarebbe in grado di spiegare, in quanto i sistemi a complessità irriducibile non potrebbero formarsi per lenta evoluzione, ma dovrebbero necessariamente essere progettati ed assemblati tutti in una volta da un progettista intelligente.

Il concetto di complessità irriducibile viene respinto dalla comunità scientifica, che considera il disegno intelligente alla stregua di una pseudoscienza.

Storia

Michael Behe, un professore di biochimica alla Lehigh University, è stato il primo a sostenere che la complessità irriducibile renderebbe impossibile l'evoluzione di alcuni sistemi complessi attraverso la sola selezione naturale di mutazioni casuali.. Tuttavia, i biologi evoluzionisti hanno dimostrato come tali sistemi possano in realtà evolvere. Ci sono infatti molti esempi documentati attraverso la genomica comparativa che mostrano come anche sistemi molecolari complessi si siano formati attraverso successive aggiunte di componenti come rivelato dalle diverse origini temporali delle loro proteine.

Nel processo del 2005 Kitzmiller contro la Dover Area School District, Behe fu chiamato a testimoniare sul tema della complessità irriducibile. Nella sentenza con la quale affermava che il disegno intelligente non è scienza ma di natura fondamentalmente religiosa, la Corte ritenne che «il sostegno del professor Behe alla complessità irriducibile fosse stata smentita in articoli di ricerca peer-reviewed e largamente respinta dalla comunità scientifica».

Definizioni

La definizione originaria di «complessità irriducibile» di Behe è la seguente:

(EN)

«A single system which is composed of several interacting parts that contribute to the basic function, and where the removal of any one of the parts causes the system to effectively cease functioning»

(IT)

«Un singolo sistema composto da diverse parti interagenti che contribuiscono alla funzione di base, e per il quale la rimozione di una qualunque delle parti causerebbe la cessazione del funzionamento del sistema.»

(Behe, Darwin's Black Box, p. 9.)

Va notato che Behe ha fornito una seconda definizione, quella «evoluzionistica»:

(EN)

«An irreducibly complex evolutionary pathway is one that contains one or more unselected steps (that is, one or more necessary-but-unselected mutations). The degree of irreducible complexity is the number of unselected steps in the pathway.»

(IT)

«Un percorso evoluzionistico a complessità irriducibile è quello che contiene uno o più passi non selezionati (cioè, una o più mutazioni necessarie ma non selezionate). Il grado della complessità è il numero di passi non selezionati nel percorso.»

Un'altra definizione è stata formulata dal sostenitore del disegno intelligente William Dembski:

(EN)

«A system performing a given basic function is irreducibly complex if it includes a set of well-matched, mutually interacting, nonarbitrarily individuated parts such that each part in the set is indispensable to maintaining the system's basic, and therefore original, function. The set of these indispensable parts is known as the irreducible core of the system.»

(IT)

«Un sistema che esegue una data funzionalità di base è a complessità irriducibile se comprende un insieme di parti ben assemblate, mutuamente interagenti, non arbitrariamente individuate tali che ciascuna di queste parti sia indispensabile a mantenere la funzionalità di base, e dunque originale, del sistema. Un insieme di queste parti indispensabili è noto come nucleo irriducibile del sistema.»

(William Dembski, No Free Lunch, p. 285.)

Esempi di complessità irriducibile

Come esempio di «complessità irriducibile», Behe propone una trappola per topi costituita di cinque pezzi: una tavoletta di legno su cui è inchiodata una piccola tagliola; una molla al posto giusto per farla scattare; una bacchetta metallica che tiene la molla aperta; un pezzo di formaggio come esca. Behe sostiene che, sebbene la trappola sia una macchina molto semplice, la sua struttura non può essere ulteriormente semplificata: non è che in mancanza anche di un solo pezzo, la trappola funzioni meno bene, al contrario essa non funziona affatto. La conclusione di Behe è che la trappola non può essersi formata a poco a poco, con aggiunte e miglioramenti, ma che la trappola è stata realizzata fin dall'inizio così, progettata interamente per uno scopo, la cattura del topo. Behe sostiene che in biologia ci siano meccanismi che la teoria dell'evoluzione non potrebbe spiegare, come la coagulazione del sangue, il sistema immunitario e il flagellum.

La comunità scientifica rigetta le affermazioni di Behe sull'irriducibilità dei sistemi biologici. I suoi critici fanno notare come tutti gli esempi biologici portati da Behe non corrispondono a meccanismi a complessità irriducibile; persino la trappola per topi potrebbe essersi formata gradualmente.

Complessità irriducibile come presunta prova a sostegno del disegno intelligente

I sostenitori del disegno intelligente usano questo termine per riferirsi a quei sistemi biologici che ritengono non possano essere il risultato di alcuna serie di piccole modifiche. Essi sostengono che qualunque forma meno che completa di un tale sistema non funzionerebbe affatto e pertanto non sopravvivrebbe ad un processo di selezione naturale. Quindi i sistemi caratterizzati da complessità irriducibile non possono essere spiegati dalla teoria dell'evoluzione; da ciò si dedurrebbe la necessità dell'intervento di un progettista intelligente che abbia creato la vita o comunque guidato la sua evoluzione.

Lo stesso Charles Darwin formulò la prova che avrebbe falsificato la sua teoria, esponendola ne L'origine delle specie:

«Se si potesse dimostrare l'esistenza di un qualsiasi organo complesso, che non si fosse potuto formare attraverso una serie di leggere mutazioni successive, la mia teoria non starebbe assolutamente più in piedi. Ma non ne ho trovato alcuno.»

A questo proposito lo stesso Behe, in una intervista al quotidiano Avvenire, afferma:

«La ricerca ha provato che il fondamento della vita, la cellula, è gestita da una complessa e sofisticata macchina molecolare. Ci sono, letteralmente, piccoli camion e piccoli autobus molecolari che lavorano nella cellula e piccoli motori fuoribordo che le permettono di muoversi. Di tali aspetti si dà un migliore resoconto considerandoli prodotto di un progetto piuttosto che del caso e della selezione naturale. La scatola nera è la cellula. Darwin, come altri scienziati dell'epoca, ne aveva scarsa conoscenza e pensava che fosse molto semplice. Oggi sappiamo invece che è enormemente sofisticata e complessa, dando la forte impressione di essere stata esplicitamente progettata. La complessità irriducibile è legata al fatto che tutte le macchine, per funzionare, hanno bisogno di vari componenti e si fermano se vengono private di quelli indispensabili.»

Il dibattito riguardo alla complessità irriducibile tratta due questioni: se la complessità irriducibile possa essere trovata in natura e quale sarebbe in questo caso il suo significato.

La risposta della comunità scientifica

Come il disegno intelligente, il concetto che mira a sostenere, la compessità irriducibile non è riuscita ad ottenere alcuna notevole accettazione all'interno della comunità scientifica. Uno scrittore l'ha definita "una strategia di resa intellettuale in piena regola".

La riducibilità dei sistemi "irriducibili"

I ricercatori hanno proposto percorsi evolutivi potenzialmente vitali per i presunti sistemi irriducibilmente complessi come la coagulazione del sangue, il sistema immunitario e il flagello - i tre esempi proposti da Behe. John H. McDonald ha dimostrato come anche il suo esempio di una trappola per topi sia riducibile. Se la complessità irriducibile fosse un ostacolo insormontabile per l'evoluzione, non dovrebbe essere possibile concepire tali percorsi.

Bibliografia

  • Behe, Michael, Darwin's Black Box, The Free Press, 1996, ISBN 0-684-83493-6 (trad. it., La scatola nera di Darwin. La sfida biochimica all'evoluzione, Caltanissetta, Alfa & Omega, 2007, ISBN 978-88-88747-70-5).
  • Dembski, William, No Free Lunch: Why Specified Complexity Cannot Be Purchased without Intelligence, Rowman & Littlefield, 2002.

Voci correlate

Collegamenti esterni


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