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Fenantridina
Fenantridina | |
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Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C13H9N |
Massa molecolare (u) | 179,217 |
Numero CAS | 229-87-8 |
Numero EINECS | 205-934-4 |
PubChem | 9189 |
SMILES |
C1=CC=C2C(=C1)C=NC3=CC=CC=C23 |
Proprietà chimico-fisiche | |
Costante di dissociazione acida (pKa) a 293 K | 5,6 |
Solubilità in acqua | leggermente solubile |
Temperatura di fusione | 107,4 °C |
Temperatura di ebollizione | 348,9 °C |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
Frasi R | 22-37/38-41 |
Frasi S | 26-39 |
La fenantridina è un composto eterociclico aromatico, derivato formalmente dal fenantrene per sostituzione di un gruppo CH centrale con un atomo di azoto. È alla base dei fluorocromi che legano il DNA attraverso l'intercalazione. Esempi di tali coloranti sono bromuro di etidio e ioduro di propidio. L'acridina è un isomero della fenantridina.
La fenantridina fu scoperta da Amé Pictet e H. J. Ankersmit nel 1891 mediante pirolisi del prodotto di condensazione di benzaldeide e anilina. Nella reazione di Pictet-Hubert (1899) il composto si forma in una reazione dell'addotto 2-amminobifenil-formaldeide (una N-acil-o-xenilammina) con cloruro di zinco a temperature elevate.
Le condizioni di reazione per la reazione Pictet-Hubert furono migliorate da Morgan e Walls nel 1931, sostituendo il metallo con ossicloruro di fosforo e usando nitrobenzene come solvente di reazione. Per questo motivo, la reazione è anche chiamata reazione di Morgan–Walls. For this reason, the reaction is also called the Morgan–Walls reaction.
La reazione è simile alla reazione di Bischler–Napieralski e alla reazione di Pictet–Spengler.
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