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Indometacina
Indometacina | |
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Nome IUPAC | |
acido 2- {1 - [(4-clorofenil) carbonil] -5-metossi-2-metil-1 H -indol-3-il} acetico | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C19H16ClNO4 |
Massa molecolare (u) | 357,787 g/mol |
Numero CAS | 53-86-1 |
Numero EINECS | 200-186-5 |
Codice ATC | C01EB03 |
PubChem | 3715 |
DrugBank | DB00328 |
SMILES |
CC1=C(C2=C(N1C(=O)C3=CC=C(C=C3)Cl)C=CC(=C2)OC)CC(=O)O |
Dati farmacologici | |
Modalità di somministrazione |
Orale, intravenosa, rettale, topica, oftalmica |
Dati farmacocinetici | |
Emivita | 4,5 ore |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
pericolo | |
Frasi H | 300 |
Consigli P | 264 - 301+310 |
L'indometacina è una molecola appartenente alla classe dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Il farmaco è dotato di proprietà di tipo analgesico, antipiretico, e si caratterizza per un notevole effetto antinfiammatorio. Viene infatti prevalentemente utilizzato per ridurre la flogosi nelle patologie infiammatorie croniche dolorose, come l'artrosi e l'artrite reumatoide. In Italia indometacina è venduta dalla società farmaceutica Sigma-Tau con il nome commerciale di Indoxen e da Promedica con il nome commerciale di Liometacen. È disponibile nella forma farmaceutica di fiale da 25 mg o da 50 mg, e di capsule rigide da 25 o 50 mg. Sono anche commercializzate supposte da 100 mg.
Indice
Farmacodinamica
Il meccanismo d'azione dell'indometacina è da mettere in relazione alle proprietà inibitorie della biosintesi delle prostaglandine. Il blocco impedisce la produzione di mediatori dell'infiammazione (e del dolore) come le prostacicline e le prostaglandine. La ridotta sintesi di prostaglandine è secondaria alla inibizione da parte del farmaco dell'enzima prostaglandina-endoperossido sintasi conosciuta anche come ciclossigenasi. L'inibizione determinata dal farmaco non è specifica e pertanto coinvolge sia la ciclossigenasi 1 (COX-1) sia la ciclossigenasi 2 (COX-2).
Farmacocinetica
Indometacina dopo assunzione per via orale viene assorbita dal tratto gastrointestinale in modo rapido e completo. La concentrazione plasmatica massima (Cmax) è raggiunta entro 3 ore (Tmax) dall'assunzione. Se il farmaco viene assunto con un pasto l'assorbimento può essere decisamente più ritardato. Il legame con le proteine plasmatiche raggiunge il 90%. Il farmaco si lega pure ampiamente ai tessuti biologici. L'emivita plasmatica del farmaco immodificato si aggira intorno alle 2-3 ore. Nell'organismo l'indometacina viene in gran parte trasformata in metaboliti inattivi. Le principali reazioni metaboliche comprendono la demetilazione e la glucuronazione (circa il 10% di una dose) per opera degli enzimi microsomiali epatici. L'eliminazione del farmaco avviene per via urinaria (dal 10 al 20% del farmaco in forma immodificata) e con le feci.
Usi clinici
Indometacina è indicata nella terapia di molte patologie infiammatorie dell'apparato muscoloscheletrico, tra cui: l'artrite reumatoide, l'artrosi, le osteoartriti, la spondilite anchilosante e la gotta. Viene inoltre utilizzata nella cefalea a grappolo e nell'emicrania. È impiegata inoltre nella terapia dell'emicrania cronica parossistica e dell'emicrania continua; la risposta completa all'indometacina è dirimente nella diagnosi differenziale di quest'ultima cefalea.
Indometacina e parto pretermine
In quanto FANS, indometacina inibisce la sintesi di prostaglandine a livello cellulare, bloccando sia la COX-1 sia la COX-2. Poiché le prostaglandine (PG), e in particolare la PGE2, svolgono un ruolo fondamentale nell'inizio del travaglio di parto, indometacina è stata utilizzata per decenni nella prevenzione del parto pretermine.
Sfortunatamente il farmaco può determinare gravi effetti avversi sia a carico del feto (chiusura del dotto arterioso di Botallo, disfunzione renale e oligoidramnios) sia nella madre (gastrite, vertigini e disfunzioni piastriniche).
Effetti collaterali e indesiderati
In corso di trattamento con indometacina gli effetti avversi più spesso evidenziati sono di natura gastrointestinale e comprendono: dispepsia, nausea, vomito, flatulenza, diarrea o costipazione, dolore addominale, melena, ematemesi, esacerbazione di colite e malattia di Crohn. Possono verificarsi gastrite acuta, ulcera peptica, emorragia gastrointestinale o perforazione, a volte fatale, in particolare nei soggetti più anziani. Altri effetti avversi segnalati sono cefalea, capogiro e vertigine, confusione mentale, sonnolenza, tinnito, palpitazioni, vampate di calore, convulsioni, sincope. Debbono essere tenute presenti eventuali reazioni ematologiche quali leucopenia, porpora, anemia aplastica, anemia emolitica e trombocitopenia.
Dosi terapeutiche
Nei soggetti adulti il dosaggio iniziale consigliato è di 25 mg, 3 volte al giorno. Il dosaggio deve essere adattato a ogni singolo paziente, a seconda della risposta terapeutica individuale e alla tolleranza al farmaco. Se la risposta terapeutica iniziale è insufficiente il dosaggio va gradualmente aumentato. Una dose compresa tra i 100 mg e i 150 mg al giorno in genere assicura un'adeguata risposta terapeutica. Nei rari casi in cui si deve ricorrere a dosi superiori ai 200 mg al giorno è necessario tenere presente che è molto probabile il verificarsi di un aumento dell'incidenza di effetti collaterali.
Sovradosaggio
In caso di assunzione eccessiva di indometacina, accidentale o volontaria, è necessario intraprendere quanto prima un'adeguata terapia di supporto. Se l'assunzione è recente è possibile ricorrere alla lavanda gastrica e alla somministrazione di carbone attivato. È opportuno il monotoraggio clinico del paziente, delle sue funzioni vitali e dell'elettrocardiogramma. L'indometacina può essere eliminata dall'organismo ricorrendo all'emodialisi.
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