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Iniezione letale
L'iniezione letale è uno strumento per l'esecuzione delle condanne a morte, utilizzato in vari stati odierni, tra cui gli Stati Uniti d'America, per eseguire la condanna capitale decretata dalla giuria e formalizzata dal giudice al condannato. Fu introdotta per la prima volta in Oklahoma e nel Texas, e in quest'ultimo avvenne la prima esecuzione il 7 dicembre 1982 quando fu giustiziato Charles Brooks.
Dal 1996 l'iniezione letale è entrata anche nella costituzione della Repubblica Popolare Cinese e, nel 1998, se ne è avuto il primo utilizzo dopo che nei due anni precedenti alcuni ricercatori cinesi ne hanno studiato il metodo più efficace per eseguirla; oggi molte delle condanne capitali sentenziate in Cina avvengono con questo sistema. Tale metodo è adottato anche dal Guatemala e da Taiwan.
Indice
Metodo di esecuzione
Il condannato viene condotto in una stanza, quindi viene legato a un lettino con le braccia divaricate.
Successivamente viene inserito nelle vene del condannato l'ago collegato con un tubo alla camera del boia (una stanza adiacente a quella del condannato); quest'ultimo inietterà con una siringa nel tubo tre differenti sostanze in sequenza, tra una sostanza e l'altra il boia inietta una soluzione a base di cloruro di sodio, in modo che le sostanze letali non si mischino tra loro e non formino particelle solide nei tubi, ostruendoli.
La prima sostanza iniettata è una dose molto elevata di pentothal o pentobarbital (barbiturici molto potenti) che hanno lo scopo di sedare il condannato.
La seconda sostanza iniettata è del Pavulon (nome commerciale del pancuronio) che ha lo scopo di rilassare i muscoli e di paralizzare il diaframma, impedendo quindi ogni movimento dei polmoni.
La terza sostanza iniettata è del cloruro di potassio, che provoca l'arresto cardiaco.
Al termine della procedura il cuore può continuare a battere per un periodo che può variare dai 5 ai 15 minuti dato che il condannato è dapprima indotto in uno stato di incoscienza e poi viene ucciso lentamente prima per paralisi respiratoria e successivamente per paralisi cardiaca.
L'Ohio ha introdotto l'uso di un nuovo cocktail di farmaci (pentothal per via endovenosa, midazolam e idromorfone in via intramuscolare), adottato poi da altri Stati, come la Florida. Nel Texas è invece ancora usato il vecchio protocollo. In seguito alla carenza di pentothal (dovuto al rifiuto delle aziende europee produttrici di fornirlo per questo utilizzo e l'unica azienda statunitense ha smesso di produrlo) è stato adottato il pentobarbital, usato anche per l'eutanasia animale. Nel 2014 è stato sperimentato il cocktail con solo midazolam e idromorfone per via endovenosa, che ha provocato problemi alla procedura e molta sofferenza al condannato. Per questo la corte d'appello della California, seguita da altri Stati, ha decretato un divieto temporaneo di esecuzione, fino a che non ci si fosse accordati sulla nuova miscela da usare.
Controversie
Alcuni esperti sostengono che l'iniezione letale sia "la più umana tra le condanne a morte", considerando che il periodo di sofferenza del condannato è ridotto al minimo. Spesso però, se il condannato si è iniettato droga per via endovenosa per molto tempo, può essere necessario andare alla ricerca di una vena più profonda per via chirurgica e inoltre, se il prigioniero entra in stato di shock e tende ad agitarsi, il veleno può penetrare in un'arteria o una parte di tessuto muscolare e provocare dolore.
Altre complicazioni possono sorgere se le componenti letali non sono ben dosate o non si combinano tra loro nel tempo previsto: in questo caso la miscela si può inspessire e ostruire le vene, rallentando il processo e causando un dolore immane al condannato. Anche l'anestetico deve agire in fretta o il prigioniero corre il rischio di essere ancora cosciente mentre il diaframma si paralizza. La dose letale di barbiturici viene ritenuta poco efficiente perché allunga i tempi (è usata principalmente nell'eutanasia umana e nel suicidio assistito), per cui vengono aggiunti altri veleni.
Una particolare attenzione è rivolta a coloro che devono eseguire l'iniezione letale. I giuristi americani si sono posti la domanda «Chi potrebbe sopportare il peso di aver ucciso qualcuno nonostante gli sia conferita questa competenza dall'ordinamento giuridico?». Gli Stati Uniti hanno risolto in modo molto pratico la questione. Durante il procedimento di esecuzione tre boia sceglieranno una delle tre siringhe, ma solo una ha un contenuto letale. La pratica richiama quella in cui, nelle fucilazioni, uno o più membri del plotone ha il fucile a salve, e nessuno è certo che il colpo letale sia partito dal proprio fucile. È attualmente previsto che, se le sostanze non sono disponibili entro 30 giorni dalla data fissata per l'esecuzione, la condanna vada eseguita in altro modo.
Condannati celebri
- James Autry: condannato a morte con questo sistema nel novembre 1983, l'esecuzione fu inizialmente sospesa a causa del suo stato cosciente. Durante il secondo tentativo, avvenuto il 14 marzo 1984 Autry morì dopo 10 minuti di agonia.
- John Wayne Gacy
- Joseph Roger O'Dell III, giustiziato il 24 luglio 1997. Per salvarlo si mobilitò l'opinione pubblica in Italia, e intervenne anche il pontefice Karol Wojtyla.
- Karla Faye Tucker
- Derek Rocco Barnabei
- Stanley Williams
- Teresa Lewis
- Aileen Wuornos
- Marvin Wilsons
- Timothy McVeigh
- Dominique Green
- Charles Brooks, primo a essere giustiziato con questo metodo il 7 dicembre 1982.
- Lisa M. Montgomery, giustiziata nel gennaio 2021
Altri progetti
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su iniezione letale
Collegamenti esterni
- Un gruppo di ricercatori la giudica troppo crudele, su ildue.it (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2005).
- I metodi con cui 38 stati americani eseguono le condanne a morte, su allusa.it. URL consultato il 2 agosto 2022 (archiviato il 14 febbraio 2019).
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