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Maria Valtorta

Maria Valtorta

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Maria Valtorta

Maria Valtorta (Caserta, 14 marzo 1897Viareggio, 12 ottobre 1961) è stata una mistica cattolica italiana. Fu terziaria dell'Ordine dei Servi di Maria.

Biografia

Maria Valtorta a 21 anni nella divisa di Infermiera Samaritana

Nacque in Campania da genitori lombardi. Il padre era ufficiale di cavalleria e la famiglia Valtorta traslocò diverse volte, prima di stabilirsi definitivamente a Viareggio. La condizione familiare piuttosto agiata permise alla giovane Maria di frequentare il Collegio "Bianconi" di Monza, dove ricevette un'educazione classica, segnalandosi soprattutto per l'eccellente padronanza della lingua italiana.

Ma, prima ancora della conclusione degli studi, la sua vita fu segnata dai primi scontri con la madre, la quale infranse il suo sogno di sposarsi. Dopo la battaglia di Caporetto decise di entrare nel corpo volontario delle Infermiere Samaritane; per diciotto mesi si prodigò a curare i soldati italiani feriti nell'Ospedale militare di Firenze. Nel 1920 subì una aggressione da parte di un giovane sovversivo il quale, sferrando un forte colpo alle reni con una spranga di ferro, le lesionò la spina dorsale: questo fu l'inizio di un interminabile calvario medico che, nel 1934, la vide infine costretta a letto, semiparalizzata dalla vita in giù.

Nonostante le crescenti difficoltà, Maria Valtorta si dedicò interamente all'approfondimento della fede cristiana cattolica, anche come delegata dell'Azione Cattolica, finché glielo permisero le sue forze. La lettura dell'autobiografia di Teresa di Lisieux, Storia di un'anima, fece maturare in lei la decisione di offrirsi come anima-vittima:

«vittima d'Amore prima, per consolare l'Amore divino che non è riamato, e poi anche di Giustizia, per la salvezza delle anime e del mondo.»

(Maria Valtorta)

Sopraggiunta la paralisi, pensò di dedicarsi alla scrittura e abbozzò un romanzo a sfondo autobiografico, che non venne mai pubblicato. Negli anni successivi alla sua esperienza mistica la stessa Maria Valtorta, fece bruciare il suo lavoro:

«Brucia tutto. Solo per l'Opera mia devi esser conosciuta come scrittrice».

Nel corso del 1943, la sua vita, che ella credeva ormai prossima alla conclusione, infatti, conobbe una svolta radicale.

Nel giugno del 1942, incontrò un sacerdote servita, padre Romualdo Maria Migliorini, ex-missionario destinato al convento di Viareggio; questi divenne il suo direttore spirituale e all'inizio del 1943 le chiese di scrivere la propria autobiografia. Maria, superata l'iniziale riluttanza a rivangare un passato doloroso, accettò e nell'arco di pochi mesi riempì sette quaderni autografi. Profondamente devota a Maria Addolorata, entrò nel Terz'Ordine dei Servi di Maria il 25 marzo 1944, solennità dell'Annunciazione, proprio presso la comunità di Viareggio.

Il secondo e cruciale evento dell'anno si verificò il Venerdì Santo: il 23 aprile 1943 Maria avrebbe udito una "voce", che pensò essere la voce di Gesù, la quale la induceva a scrivere, come sotto dettatura. Quel primo "dettato" segnò l'inizio di un'opera monumentale: tra il 1943 e il 1947, con "punte" fino al 1951, Maria vergò di getto, senza rileggere, senza correzioni, ben centoventidue quaderni autografi (che contengono tutte le opere diverse dall'Autobiografia), scritte a episodi, di getto e in contemporanea. Eppure, da quelle condizioni di salute e di lavoro - per di più aggravate dagli eventi bellici, che la videro anche sfollata - nacquero testi corposi e organici.

Ben presto, la presunta "voce" di Gesù — cui, nei "dettati", si aggiunsero via via anche l'Eterno Padre, lo Spirito Santo, Maria Santissima e l'Angelo custode della scrittrice — indicò come principale la grande opera sul Vangelo, che, una volta completata, avrebbe visto descritta (in una serie di "visioni") e commentata (nei "dettati" che accompagnano i singoli episodi) la vita di Gesù e Maria, dall'Immacolata Concezione fino all'Assunzione.

Padre Migliorini cominciò ben presto a formare copie dattiloscritte di quanto Maria andava scrivendo e anche a farle circolare, sebbene ella e anche questa "voce" fossero contrarie a qualsiasi divulgazione degli scritti prima della morte di Maria stessa. Tale divulgazione, tuttavia, attirò l'attenzione del Sant'Uffizio, che ordinò il ritiro di tutti i dattiloscritti in circolazione e il trasferimento a Roma di padre Migliorini, avvenuto nel marzo del 1946.

L'intera opera della Valtorta fu comunque sottoposta, per una sua valutazione e giudizio, all'allora pontefice Pio XII (vedi L'Osservatore Romano di venerdì 27 febbraio 1948), il quale, dopo averla attentamente consultata, disse ai tre padri serviti che aveva ricevuto in udienza privata: «Pubblicate quest'opera così come sta; chi legge capirà». L'opera ha subito inoltre analisi da parte di molti teologi cattolici i quali dichiararono unanimemente che questa era assolutamente conforme alla ortodossia cattolica. Il mariologo padre Gabriele Maria Roschini, fondatore della Facoltà Teologica Marianum di Roma e tra i maggiori mariologi del XX secolo, nel 1973 scrisse un libro intitolato La Madonna negli scritti di Maria Valtorta dove elogiava l'opera valtortiana e ricevette l'apprezzamento e la benedizione di papa Paolo VI per questo suo lavoro.

Nell'introduzione al suo libro scrive:

«Mi sento però in dovere di confessare candidamente che la Mariologia quale risulta dagli scritti, editi e inediti, di Maria Valtorta, è stata per me una vera rivelazione. Nessun altro scritto mariano, e neppure la somma degli scritti mariani da me letti e studiati, era stato in grado di darmi, del Capolavoro di Dio, un’idea così chiara, così viva, così completa, così luminosa e così affascinante: semplice e sublime insieme».

Maria Valtorta inoltre, mentre era impegnata nella stesura del suo Evangelo, riuscì a riempire una grande quantità di quaderni tanto da poter formare in seguito ben 3 volumi di oltre 400 pagine l'uno il cui contenuto risultava integrativo dell'opera principale. Questi volumi sono titolati rispettivamente I Quaderni del 1943, I Quaderni del 1944, I Quaderni del 1945-1950.

Si pensò allora ad un'edizione a stampa di tutta l'opera principale, ma svariate difficoltà si frapposero alla realizzazione del progetto: soltanto nel 1956 vide la luce il primo di quattro volumi, intitolato Il Poema di Gesù, per i tipi delle Edizioni Pisani. Peraltro, nei volumi successivi, che furono pubblicati con cadenza annuale fino al 1959, il titolo - suggerito dal noto clinico Nicola Pende, estimatore dell'opera - fu modificato in Il Poema dell'Uomo-Dio, poiché la versione originaria era già stata usata da un'altra casa editrice.

All'indomani della pubblicazione del quarto volume, il 16 dicembre 1959, e dopo la morte di papa Pio XII, il Sant'Uffizio condannò l'opera e la iscrisse nell'Indice dei libri proibiti. Il decreto della "Suprema" non era motivato; su L'Osservatore Romano del 6 gennaio 1960, esso fu riportato insieme con un articolo di commento, intitolato Una vita di Gesù malamente romanzata. Anche dopo l'abrogazione dell'Indice, in una lettera del 31 gennaio 1985 indirizzata al cardinale arcivescovo di Genova Giuseppe Siri, il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Joseph Ratzinger, confermò la "validità morale" dell'indice.

Tomba di Maria Valtorta nel Capitolo della Santissima Annunziata a Firenze

Morì nella propria casa di Viareggio il 12 ottobre 1961. Fu sepolta nel cimitero viareggino, ma, nel 1973, la salma fu riesumata e traslata a Firenze, nella Cappella del Capitolo della Basilica della Santissima Annunziata.

L'8 novembre del 2000, l'Ordine dei Servi di Maria ha tentato di introdurre un processo di beatificazione, ma mons. Bruno Tommasi, arcivescovo di Lucca, nella cui Diocesi è morta Maria Valtorta, ha proposto di udire l'arcivescovo di Firenze cardinale Silvano Piovanelli adducendo, tra le altre, ragioni di ordine, per essere il Tribunale diocesano già impegnato in un processo di beatificazione alquanto ponderoso. Il cardinale Piovanelli, una volta designato quale giudice dalla Congregazione per le Cause dei Santi, ha negato l'introduzione della causa, forte del parere negativo, pressoché unanime, dei Vescovi toscani; parere le cui ragioni, peraltro, non sono state comunicate al Postulatore.

Le opere presunte come "ispirate"

Sono quelle di cui Maria Valtorta ha sempre sostenuto l'origine soprannaturale. In particolare, quanto al contenuto, nei testi si riscontrano agevolmente brani di carattere personale e altri, preponderanti, che sarebbero quelli propriamente "ispirati": essi si suddividono in visioni e in dettati. Nella parte relativa alle visioni è la stessa Maria Valtorta, con le proprie capacità di scrittrice, a scegliere parole e termini per descrivere ciò che vedeva. Nella parte relativa ai dettati, invece, Maria Valtorta asserisce di aver sempre trascritto, con fedeltà e precisione, ciò che ascoltava durante la sua esperienza mistica.

L'Evangelo come mi è stato rivelato

Dopo la condanna del Sant'Uffizio, l'editore Pisani stimò che fosse opportuno prepararne una nuova edizione, questa volta basata sul testo dei quaderni autografi e corredata di note bibliche e dottrinali, curate da p. Corrado M. Berti, servita. Emilio Pisani, figlio dell'editore, si occupò della costituzione del testo. Nel 1960 poté così uscire il primo di dieci volumi. Nel 1993 vide la luce un'edizione revisionata dell'opera, sempre in dieci volumi, con il nuovo titolo L'Evangelo come mi è stato rivelato.

La raccolta pretende di narrare la vita di Gesù, riportando episodi e fatti di vita quotidiana che non compaiono nei Vangeli canonici o che compaiono in forma ridotta. Maria Valtorta ha sempre sostenuto di non essere stata lei a inventare i nuovi episodi della biografia di Cristo, bensì di essersi limitata a descrivere minuziosamente le visioni di carattere mistico che ella sosteneva di avere e che riteneva esserle inviate da Gesù e dalla Beata Vergine Maria.

Libro di Azaria

Quest'opera raccoglie i dettati in cui Azaria, ritenuto dalla scrittrice stessa il proprio Angelo Custode, ha commentato, seguendo fedelmente il calendario liturgico, le 58 Messe festive, nel testo del Messale "tridentino" o di San Pio V, allora di uso corrente. Oggetto del commento è il cosiddetto Proprio del giorno; quasi mai, però, il Vangelo, che è lasciato all'opera principale.

Lezioni sull'Epistola di Paolo ai Romani

Iniziate nel 1948 e concluse nel 1950, dopo una lunga pausa intermedia e una serie di interruzioni, le Lezioni sono dettati che l'autrice attribuisce direttamente allo Spirito Santo, che commenta il testo paolino nella versione della Sacra Bibbia usata da Maria Valtorta (cur. p. Eusebio Tintori OFM).

I Quaderni

Maria Valtorta scrisse tutta una serie di visioni e dettati che sono stati raccolti in tre volumi dei cosiddetti Quaderni (I Quaderni del 1943, I Quaderni del 1944 e I Quaderni del 1945-1950). In essi sono contenute esperienze e riflessioni di carattere mistico e spirituale, oltre che teologico. Proprio per il loro carattere miscellaneo, non è agevole riassumerne i contenuti in maniera soddisfacente perché in essi confluiscono tutti gli scritti che non sono pertinenti al L'Evangelo come mi è stato rivelato, al Libro di Azaria e alle Lezioni sull'Epistola di Paolo ai Romani. I brani sono raccolti in ordine cronologico e contengono ammaestramenti, dettati, visioni, tematiche teologiche e dottrinali, e anche episodi della vita personale che Maria Valtorta ha avuto in quegli anni, come ad esempio l'esperienza della "notte spirituale" durante la quale, tra l'aprile e il maggio del 1944 vive l'abbandono di Dio. Nel volume I Quaderni del 1945-1950 è presente un commento ai primi capitoli dell'Apocalisse, l'ultimo libro del Nuovo Testamento della Sacra Bibbia. Tra le altre sono presenti anche le visioni dei primi martiri cristiani a Roma, la visione delle stigmate di San Francesco d'Assisi, le apparizioni di Lourdes, e molte altre visioni di santi e sante della storia cristiana, nonché la visione di Satana, della fine del mondo, dei regni soprannaturali e di altre tematiche appartenenti all'escatologia cristiana.

Quadernetti

Nel 2006, il CEV (Centro Editoriale Valtortiano) ha dato alle stampe un volume in cui sono raccolti gli scritti valtortiani rimasti fin qui inediti. Si tratta, per lo più, di pagine sciolte, datate o databili tra il 1943 e il 1954, di taccuini, di quinterni, di tutto il materiale che non ha trovato spazio nella pubblicazione dei Quaderni e che li integra. È presente in appendice la storia relativa alle visioni e ai dettati che Maria Valtorta ha ricevuto in merito alla Tomba di San Pietro a Roma. Sulla base di tali scritti si desume una inedita e diversa sepoltura del primo papa. Il giornalista e saggista Antonio Socci, sulla base delle informazioni contenute in questo libro, ha scritto e pubblicato il romanzo I giorni della Tempesta dove ricostruisce la storia della scoperta della tomba dell'apostolo Pietro.

Le opere "non ispirate"

Autobiografia

Maria Valtorta scrisse la propria autobiografia per ubbidienza al proprio direttore spirituale, padre Migliorini, che gliela aveva richiesta. All'inizio fu molto riluttante a scriverla perché era molto riservata, inoltre non trovava né utile né piacevole farlo. Poi si decise ma ad una condizione, quella di essere spietatamente sincera, con sé stessa e con gli altri. L'autobiografia fu realizzata nei primi mesi del 1943 e terminata prima dell'inizio della sua presunta esperienza mistica. Il manoscritto originale dell'Autobiografia riempie ben sette quaderni dell'epoca per complessive 761 pagine. Il racconto della sua vita inizia con i ricordi dell'infanzia, la storia della sua famiglia, gli spostamenti per varie città italiane, il rapporto particolarmente difficile con la madre e amorevole con il padre. Vi sono poi gli anni del collegio, le proprie esperienze di giovane ragazza, i primi amori, l'attentato che subì per mano di un sovversivo, le complicazioni della sua salute e il successivo stato d'inferma.

Lettere a Mons. Carinci

Con questo titolo il CEV ha pubblicato la corrispondenza intercorsa tra la scrittrice e mons. Alfonso Carinci (1862 - 1963), segretario della Sacra Congregazione dei Riti, negli anni 1949 - 1955. Mons. Carinci era un convinto estimatore degli scritti valtortiani - nonché della persona della scrittrice - perciò le lettere trattano soprattutto dell'atteggiamento dell'autorità ecclesiastica nei confronti dell'opera, prima e dopo il provvedimento del Sant'Uffizio. Mons. Carinci fu uno strenuo difensore degli scritti e della persona di Maria Valtorta anche all'interno della Santa Sede in Vaticano e lasciò l'incarico di segretario della sua congregazione il 5 gennaio 1960, alla veneranda età di 98 anni. É interessante notare come la sentenza di condanna del Sant'Uffizio che poneva all'Indice dei Libri Proibiti gli scritti di Maria Valtorta sia stata resa pubblica proprio all'indomani di quella data. Le lettere scambiate tra l'alto prelato e la mistica sono importanti per ricostruire la vicenda storica della pubblicazione dell'opera valtortiana e mostrano la profonda stima reciproca che li legava. Recandosi a Viareggio, Mons. Carinci ebbe modo di conoscere personalmente Maria Valtorta, inferma, e di celebrare la Santa Messa nella camera che la ospitava.

Lettere a Padre Migliorini

In questo volume il CEV ha pubblicato la corrispondenza intercorsa tra la Maria Valtorta e padre Romualdo M. Migliorini (1884-1953), appartenente all’Ordine dei Servi di Maria e priore del convento di Viareggio. Fu il direttore spirituale di Maria Valtorta a partire dal 1942 e colui che la spinse a scrivere la sua autobiografia all'inizio del 1943. La seguì direttamente durante tutto il periodo della sua esperienza mistica, aiutandola spiritualmente e materialmente, anche durante il suo sfollamento, a causa della guerra, a Sant'Andrea di Compito, in Lucchesia. Le fu vicino fino al marzo del 1946, quando venne allontanato da Viareggio e trasferito a Roma. Fu in quella fase che i rapporti tra padre Migliorini e Maria Valtorta divennero sempre più tesi, a causa di incomprensioni e divergenze inerenti alla pubblicazione dell'opera e alle disposizioni che la Valtorta riceveva durante la sua esperienza mistica.

Lettere a Madre Teresa Maria - vol.1 e vol. 2

In questi due volumi il CEV ha pubblicato parte della corrispondenza intercorsa tra Maria Valtorta e Madre Teresa Maria di San Giuseppe (1900-1985), una monaca carmelitana di clausura che fu come una madre spirituale per la mistica. La grande affinità spirituale esistente tra le due donne le spingeva verso una reciproca e completa confidenza, espressa attraverso un serrato e decennale rapporto epistolare, iniziato nel dicembre del 1945. Lidia Korompay, questo il nome secolare di Madre Teresa Maria, era nata il 18 febbraio 1900 a Venezia, da un'agiata famiglia, e aveva preso i voti nel monastero delle Carmelitane Scalze di Santo Stefano Rotondo a Roma. Nel 1938 venne destinata al monastero di Camaiore, del quale tre anni più tardi diventò Priora. I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale cagionarono gravi danni all'edificio del monastero di Camaiore; a causa di ciò, le monache di clausura furono costrette a spostarsi in alloggi alternativi provvisori. Nel 1955, la donazione di una villa che venne destinata all'uso monastico permise alla comunità di trasferirsi a San Colombano (nei pressi di Lucca), dove Madre Teresa Maria di San Giuseppe fu rieletta più volte Priora, fino al giorno della morte, avvenuta il 7 dicembre del 1985, dopo due anni di infermità.

Nel primo volume sono raccolte le lettere che Maria Valtorta e Madre Teresa Maria si sono scambiate tra il dicembre 1945 e il dicembre 1946, mentre nel secondo quelle scambiate dal 1947 al 1957. Circa duecento lettere sono andate definitivamente perdute, poiché bruciate da Madre Teresa Maria su richiesta della stessa Maria Valtorta, in ottemperanza a una disposizione divina da quest'ultima ricevuta.

Abolizione dell'Indice del Libri Proibiti. Notificazione sulla validità del significato e del valore morale dell'Indice dei libri proibiti del 14.6.1966, da Enchiridion Vaticanum - Documenti ufficiali della Santa Sede.

Dopo la lettera apostolica Integrae servandae data in forma motu proprio il 7 dicembre 1965, non poche richieste sono pervenute alla santa sede per conoscere la sorte dell'Indice dei libri proibiti sin qui tenuto dalla chiesa per salvaguardare, secondo il mandato divino, l'integrità della fede e dei costumi. Per rispondere alle suindicate domande, questa congregazione per la dottrina della fede, dopo aver interrogato il beatissimo Padre, comunica che l'Indice rimane moralmente impegnativo, in quanto ammonisce la coscienza dei cristiani a guardarsi, per una esigenza che scaturisce dallo stesso diritto naturale, da quegli scritti che possono mettere in pericolo la fede e i costumi; ma in pari tempo avverte che esso non ha più forza di legge ecclesiastica con le annesse censure. Pertanto la chiesa confida nella matura coscienza dei fedeli, soprattutto degli autori e degli editori cattolici e di coloro che si occupano della educazione dei giovani. Ripone la sua più ferma speranza nella sollecitudine vigile dei singoli ordinari e delle conferenze episcopali, cui spetta il diritto e il dovere di esaminare e anche di prevenire la pubblicazione di libri nocivi e qualora si dia il caso, di riprenderne gli autori e di ammonirli. La congregazione per la dottrina della fede, secondo lo spirito della lettera apostolica Integrae servandae e dei decreti del concilio Vaticano II, si pone a piena disposizione, in quanto sia necessario, degli ordinari, per aiutare la loro solerzia nel vagliare le opere pubblicate, nel promuovere la sana cultura in opposizione a quella insidiosa, in stretto contatto con gli istituti e le università ecclesiastiche. Qualora, poi comunque rese pubbliche, emergessero dottrine e opinioni contrarie ai principi della fede e della morale e i loro autori, benevolmente invitati a correggerle, non vogliano provvedere, la santa sede userà del suo diritto-dovere di riprovare anche pubblicamente tali scritti, per provvedere con proporzionata fermezza al bene delle anime. Si provvederà pertanto, in modo adeguato, a che sia data notizia ai fedeli, circa il giudizio della chiesa sulle opere pubblicate. Dato a Roma, dal palazzo del S. Offizio, il 14 giugno 1966. A. card. OTTAVIANI, pro-prefetto della S.C. per la dottrina della fede. P. PARENTE, segretario Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede.

Posizioni della Chiesa Cattolica sull'Opera di Maria Valtorta

L'Osservatore Romano, mercoledì 6 gennaio 1960, pubblica un articolo anonimo titolato Una vita di Gesù malamente romanzata dove si poteva leggere:

«In altra parte del nostro Giornale è riportato il Decreto del S. Offizio con cui viene messa all'Indice un'Opera in quattro volumi, di autore anonimo (almeno in questa stampa) edita all'Isola del Liri. Pur trattando esclusivamente di argomenti religiosi, detti volumi non hanno alcun "imprimatur", come richiede il Can. 1385, 1 n.2 C.I.C. L'Editore, in cui una breve prefazione, scrive che l'Autore, "a somiglianza di Dante ci ha dato un'opera in cui, incorniciati da splendide descrizioni di tempi e di luoghi, si presentano innumerevoli personaggi i quali si rivolgono e ci rivolgono la loro dolce, o forte, o ammonitrice parola. Ne è risultata un'Opera umile ed imponente: l'omaggio letterario di un dolorante infermo al Grande Consolatore Gesù". Invece, ad un attento lettore questi volumi appaiono nient'altro che una lunga prolissa vita romanzata di Gesù. A parte la vanità dell'accostamento a Dante e nonostante che illustri personalità (la cui indubbia buona fede è stata sorpresa) abbiano dato il loro appoggio alla pubblicazione, il S. Offizio ha creduto necessario metterla nell'Indice dei Libri proibiti. I motivi sono facilmente individuabili da chi abbia la certosina pazienza di leggere le quasi quattromila pagine di fitta stampa. Anzitutto il lettore viene colpito dalla lunghezza dei discorsi attribuiti a Gesù e alla Vergine SS.ma; dagli interminabili dialoghi tra i molteplici personaggi che popolano quelle pagine. I quattro Vangeli ci presentano Gesù umile, riservato; i suoi discorsi sono scarni, incisivi, ma della massima efficacia. Invece in questa specie di storia romanzata, Gesù è loquace al massimo, quasi reclamistico, sempre pronto a proclamarsi Messia e Figlio di Dio e ad impartire lezioni di teologia con gli stessi termini che userebbe un professore dei nostri giorni. Nel racconto dei Vangeli noi ammiriamo l'umiltà ed il silenzio della Madre di Gesù; invece per l'autore (o l'autrice) di quest'opera la Vergine SS.ma ha la facondia di una moderna propagandista, è sempre presente dappertutto, è sempre pronta ad impartire lezioni di teologia mariana, aggiornatissima fino agli ultimissimi studi degli attuali specialisti in materia. Il racconto si svolge lento, quasi pettegolo; vi troviamo nuovi fatti, nuove parabole, nuovi personaggi e tante, tante, donne al seguito di Gesù. Alcune pagine, poi, sono piuttosto scabrose e ricordano certe descrizioni e certe scene di romanzi moderni, come, per portare solo qualche esempio, la confessione fatta a Maria da una certa Aglae, donna di cattivi costumi (vol. I, p. 790 ss.), il racconto poco edificante a p. 887 ss. del I vol., un balletto eseguito, non certo pudicamente, davanti a Pilato, nel Pretorio (vol. IV, p. 75), etc. A questo punto viene, spontanea una particolare riflessione: l'Opera per la sua natura e in conformità con le intenzioni dell'autore e dell'Editore, potrebbe facilmente pervenire nelle mani delle religiose e delle alunne dei loro collegi. In questo caso, la lettura di brani del genere, come quelli citati, difficilmente potrebbe essere compiuta senza pericolo o danno spirituale. Gli specialisti di studi biblici vi troveranno certamente molti svarioni storici, geografici e simili. Ma trattandosi di un... romanzo, queste invenzioni evidentemente aumentano il pittoresco e il fantastico del libro. Ma, in mezzo a tanta ostentata cultura teologica, si possono prendere alcune... perle che non brillano certo per l'ortodossia cattolica. Qua e là si esprime, circa il peccato di Adamo ed Eva, un'opinione piuttosto peregrina ed inesatta. Nel vol. I a pag. 63 si legge questo titolo: "Maria può essere chiamata la secondogenita del Padre": affermazione ripetuta nel testo alla pagina seguente. La spiegazione ne limita il significato, evitando un'autentica eresia; ma non toglie la fondata impressione che si voglia costruire una nuova mariologia, che passa facilmente i limiti della convenienza. Nel II vol. a pag. 772 si legge: "Il Paradiso è Luce, profumo e armonia. Ma se in esso non si beasse il Padre, nel contemplare la Tutta Bella che fa della Terra un paradiso, ma se il Paradiso dovesse in futuro non avere il Giglio vivo nel cui seno sono i Tre pistilli di fuoco della divina Trinità, luce, profumo, armonia, letizia del Paradiso sarebbero menomati della metà". Qui si esprime un concetto ermetico e quanto mai confuso, per fortuna; perché se si dovesse prendere alla lettera, non si salverebbe da severa censura. Per finire, accenno ad un'altra affermazione strana ed imprecisa, in cui si dice della Madonna: "Tu, nel tempo che resterai sulla Terra, seconda a Pietro ”come gerarchia ecclesiastica..”. L'Opera, dunque, avrebbe meritato una condanna anche se si fosse trattato soltanto di un romanzo, se non altro per motivi di irriverenza. Ma in realtà l'intenzione dell'autore pretende di più. Scorrendo i volumi, qua e là si leggono le parole "Gesù dice...", "Maria dice..."; oppure: "Io vedo..." e simili. Anzi, verso la fine del IV volume (pag. 839) l'autore si rivela... un'autrice e scrive di essere testimone di tutto il tempo messianico e di chiamarsi Maria. Queste parole fanno ricordare che, circa dieci anni fa, giravano alcuni voluminosi dattiloscritti, che contenevano pretese visioni e rivelazioni. Consta che allora la competente Autorità Ecclesiastica aveva proibito la stampa di questi dattiloscritti ed aveva ordinato che fossero ritirati dalla circolazione. Ora li vediamo riprodotti quasi del tutto nella presente Opera. Perciò questa pubblica condanna della Suprema S. Congregazione è tanto più opportuna, a motivo della grave disobbedienza.»

Abrogazione dei canoni 1399 e 2318. Decreto della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede per cui non è più proibito divulgare senza l'imprimatur scritti riguardanti nuove apparizioni, rivelazioni, visioni, profezie e miracoli (A.A.S. n. 58-18 del 29 dicembre 1966).

A seguito della pubblicazione della «Notificazione» del 14 giugno 1966 riguardante l’«Indice» dei libri proibiti, è stato chiesto a questa S. Congregazione per la Dottrina della Fede se rimangono in vigore il can. 1399, che vieta ipso iure determinati libri, e il can. 2318, che impone delle pene ai trasgressori della legge sulla censura e proibizione dei libri. Le domande sono state sottoposte alla Sessione plenaria di mercoledì 12 ottobre 1966, durante la quale gli Em.mi Padri, tenendo presente la tutela della fede, hanno decretato di rispondere: 1) Negative alle due domande relative alla validità della legge ecclesiastica; si deve nondimeno ricordare nuovamente il valore della legge morale, che vieta assolutamente di mettere in pericolo la fede e i buoni costumi; 2) coloro che sono incorsi in censure a norma del can. 2318 devono essere considerati da esse assolti, per il fatto stesso dell’abrogazione del canone in parola. Nel corso dell’Udienza concessa il 14 novembre 1966 all’Em.mo Cardinale Pro-Prefetto di questa S. Congregazione per la Dottrina della Fede, il Sommo Pontefice Paolo VI ha approvato il presente decreto e ne ha ordinato la pubblicazione. Dato a Roma, presso la sede della S. Congregazione per la Dottrina della Fede, il 15 novembre 1966. + A. Card. Ottaviani, Pro-Prefetto della S.C. per la dottrina della fede. + P. Parente Segretario Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede.

Posizione della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede

In tempi più recenti, anche il card. Joseph Ratzinger si è espresso in merito alla posizione della Chiesa Cattolica circa "Il Poema dell'Uomo Dio", in una lettera privata del 31 gennaio 1985 indirizzata al card. Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova (documento Prot. N. 144/58). La lettera nasce come corrispondenza tra due eminenti autorità ecclesiali e, in quanto tale, avrebbe dovuto rimanere privata, ma è stata invece successivamente resa di dominio pubblico:

«Eminenza reverendissima, con lettera del 18 maggio p.p., il Reverendo Padre Umberto L., Cappuccino [...] chiedeva a questa S. Congregazione una chiarificazione circa gli scritti di Maria Valtorta, raccolti sotto il titolo: "Il Poema dell'Uomo-Dio", e se esisteva una valutazione del Magistero della Chiesa sulla pubblicazione in questione con il corrispettivo riferimento bibliografico. In merito mi pregio significare all'Eminenza Vostra - la quale valuterà l'opportunità di informare il Reverendo Padre L. - che effettivamente l'Opera in parola fu posta all'Indice il 16 Dicembre 1959 e definita da "L'Osservatore Romano" del 6 gennaio 1960, "Vita di Gesù malamente romanzata". Le disposizioni del Decreto vennero ripubblicate con nota esplicativa ancora su L'Osservatore Romano del 1º Dicembre 1961, come rilevabile dalla documentazione qui allegata. Avendo poi alcuni ritenuto lecita la stampa e la diffusione dell'Opera in oggetto, dopo l'avvenuta abrogazione dell'Indice, sempre su L'Osservatore Romano (15 giugno 1966) si fece presente quanto pubblicato su A.A.S. (1966) che, benché abolito, l'"Index" conservava "tutto il suo valore morale" per cui non si ritiene opportuna la diffusione e raccomandazione di un'Opera la cui condanna non fu presa alla leggera ma dopo ponderate motivazioni al fine di neutralizzare i danni che tale pubblicazione può arrecare ai fedeli più sprovveduti. Grato di ogni Sua cortese disposizione in proposito, profitto dell'occasione per confermarmi con sensi di profonda stima dell'Eminenza vostra reverendissima dev.mo Joseph Cardinale Ratzinger

A Sua Em.za Rev.ma il Signor Card. Giuseppe SIRI Arcivescovo di GENOVA»

Posizione della C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana)

Il 6 maggio 1992 l'editore degli scritti di Maria Valtorta (Centro Editoriale Valtortiano) ricevette una lettera dal Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Dionigi Tettamanzi, che ad oggi rappresenta l'ultima posizione ufficiale dell'Autorità Ecclesiale circa l'Opera di Maria Valtorta. L'editore ha recepito la richiesta formulata dal Segretario Generale della C.E.I. e ha pubblicato il testo integrale della lettera nell'Introduzione de L'Evangelo come mi è stato rivelato (vol. 1):

«Conferenza Episcopale Italiana. Prot. N. 324/92 - Roma, 6 Maggio 1992.

Stimatissimo Editore, in seguito a frequenti richieste, che giungono anche a questa Segreteria, di un parere circa l'atteggiamento dell'Autorità Ecclesiastica sugli scritti di Maria Valtorta, attualmente pubblicati dal "Centro Editoriale Valtortiano", rispondo rimandando al chiarimento offerto dalle "Note" pubblicate da "L'Osservatore Romano" il 6 gennaio 1960 e il 15 giugno 1966.

Proprio per il vero bene dei lettori e nello spirito di un autentico servizio alla fede della Chiesa, sono a chiederLe che, in un'eventuale ristampa dei volumi, si dica con chiarezza fin dalle prime pagine che le "visioni" e i "dettati" in essi riferiti non possono essere ritenuti di origine soprannaturale, ma devono essere considerati semplicemente forme letterarie di cui si è servita l'Autrice per narrare, a suo modo, la vita di Gesù.

Grato per questa collaborazione, Le esprimo la mia stima e Le porgo i miei rispettosi e cordiali saluti.

+ Dionigi Tettamanzi Segretario Generale»

Scritti

Le informazioni sulla vita di Maria Valtorta sono desunte anche dai suoi scritti:

Bibliografia

  • Gabriele M. Roschini, La Madonna negli scritti di Maria Valtorta, Isola del Liri, Centro Editoriale Valtortiano, 2017.ISBN 978-88-7987-297-3
  • Albo Centoni, Una vita con Maria Valtorta. Testimonianze di Marta Diciotti, Isola del Liri, Centro Editoriale Valtortiano, 1987. ISBN 88-7987-044-0
  • Albo Centoni, Ricordi di donne che conobbero Maria Valtorta, Isola del Liri, Centro Editoriale Valtortiano, 1998. ISBN 88-7987-040-8
  • Emilio Pisani, Padre Pio e Maria Valtorta, Isola del Liri, Centro Editoriale Valtortiano, 1999. ISBN 88-7987-070-X
  • Emilio Pisani, Pro e contro Maria Valtorta, Isola del Liri, Centro Editoriale Valtortiano, 2005. ISBN 88-7987-130-7
  • Jean-François Lavère, L'enigma Valtorta vol. 1, Isola del Liri, Centro Editoriale Valtortiano, 2012. ISBN 978-88-7987-174-7
  • Jean-François Lavère, L'enigma Valtorta vol. 2, Isola del Liri, Centro Editoriale Valtortiano, 2016. ISBN 978-88-7987-273-7
  • Liberato De Caro, I cieli raccontano vol. 1, Isola del Liri, Centro Editoriale Valtortiano, 2014. ISBN 978-88-7987-212-6
  • Liberato De Caro, I cieli raccontano vol. 2, Isola del Liri, Centro Editoriale Valtortiano, 2015. ISBN 978-88-7987-243-0
  • Liberato De Caro, I cieli raccontano vol. 3, Isola del Liri, Centro Editoriale Valtortiano, 2017. ISBN 978-88-7987-296-6
  • Liberato De Caro, I cieli raccontano vol. 4, Isola del Liri, Centro Editoriale Valtortiano, 2019. ISBN 978-88-7987-333-8
  • don Ernesto Zucchini, il Cielo in una stanza, Fede e Cultura, 2019. ISBN 9788864097190

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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