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Marion Davies

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Marion Davies

Marion Davies, pseudonimo di Marion Cecelia Douras (New York, 3 gennaio 1897Los Angeles, 22 settembre 1961), è stata un'attrice statunitense.

Biografia

Getting Mary Married, 1919

Gli esordi e il successo

Figlia di un politico di Brooklyn, Marion Davies debuttò sulle scene ancora adolescente. Bionda e avvenente, fu una delle ballerine di punta delle Ziegfeld Follies, e, a soli vent'anni, venne notata dal magnate della stampa William Randolph Hearst, che si innamorò di lei. Nonostante fosse già sposato e di ben trentaquattro anni più anziano, il magnate fece di lei la sua amante ufficiale, ricorrendo al proprio potere economico e mediatico per renderla una star del cinema. Hearst fondò così la Cosmopolitan Pictures, facendo debuttare la Davies nel film Runaway, Romany (1918). Durante la prima metà degli anni '20, l'attrice prese parte a una serie di fastosi melodrammi in costume, come Little Old New York (1923), solitamente nel ruolo di indomita eroina. Uno dei suoi ruoli più noti è quello di Maria Tudor in Armi ed amori (1922) di Robert G. Vignola, con il quale collaborò in diversi film.

I suoi ruoli drammatici però non convincevano. L'attrice dovrà attendere fino al 1925 per veder decollare la propria carriera. In quell'anno passò infatti alla MGM, dove raggiunse il grande successo di pubblico interpretando una serie di commedie, come Maschere di celluloide (1928) di King Vidor, che ne misero in risalto il talento di interprete brillante, soprattutto quando si produceva nelle imitazioni delle dive dell'epoca, come Lillian Gish e Pola Negri.

Vita con Hearst

Nel frattempo la coppia Davies-Hearst diventò protagonista della vita mondana di Hollywood, grazie alle sontuose feste organizzate nel castello Hearst, la loro faraonica residenza a San Simeon, poco lontano da Los Angeles. Nel novembre 1924, i due si trovarono coinvolti nella morte misteriosa del regista e produttore Thomas H. Ince. Secondo la versione ufficiale, Ince morì per un attacco cardiaco nella propria casa, ma a Hollywood circolò la voce che qualcuno gli avesse sparato un paio di giorni prima a bordo dell'Oneida, lo yacht di Hearst, su cui il regista stava festeggiando il suo 42º compleanno. Varie le versioni accreditate, ma tutte convergenti su un colpo sparato da Hearst, che aveva per sbaglio colpito Ince invece che Charlie Chaplin, sospettato di essere l'amante della Davies. I giornali della catena Hearst insistettero invece sul decesso per infarto. Il corpo di Ince venne subito cremato e nessuna autopsia fece appurare la verità su una morte tanto chiacchierata.

Ultimi anni

Con l'avvento del cinema sonoro la carriera della Davies non subì rallentamenti, ma verso la fine degli anni trenta alcuni contrasti di natura contrattuale con la MGM e i crescenti problemi finanziari di Hearst, spinsero l'attrice a ritirarsi dallo schermo.

Nel 1941, quando Orson Welles esordì alla regia con Quarto potere, il pubblico e la critica identificarono nel protagonista, Charles Foster Kane, il magnate dell'editoria William Randolph Hearst. Il personaggio della seconda moglie di Kane, Susan Alexander, cantante alcolizzata e senza talento, sembrò ispirato alla Davies, che soffrì molto per quella rappresentazione. Orson Welles negherà sempre di aver modellato il film su Hearst e, nella sua prefazione al libro postumo dell'attrice, The Times We Had, scriverà:

«Approfitto dell'occasione per ricordare qualcosa che oggi è dimenticata, se non da chi ha avuto la fortuna di vedere alcuni suoi film: Marion Davies è stata una delle più deliziose e dotate attrici comiche dell'intera storia del cinema.»

Negli ultimi anni la coppia condusse una vita ritirata. Nel 1951 Hearst morì dopo una lunga malattia. Tempo dopo la Davies intraprese una nuova relazione, sposando il capitano Horace G. Brown, ma l'unione sarà tutt'altro che felice. Preferì dedicarsi alla beneficenza e alla costruzione di un ospedale per bambini a Los Angeles. Morì all'età di sessantaquattro anni, a causa di un cancro.

La sua figura, insieme a quella di suo nipote, lo sceneggiatore Charles Lederer, è lungamente evocata nel film Netflix Mank (2020) di David Fincher.

Filmografia

Attrice

Sceneggiatrice

Produttrice

Spettacoli teatrali

Riconoscimenti

Hollywood Walk of Fame

Nella cultura di massa

Film

Bibliografia

  • (EN) Ray Stuart, Immortals of the Screen, Bonanza Books, New York 1965

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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