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Defibrillatore cardiaco impiantabile
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Defibrillatore cardiaco impiantabile

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Defibrillatore cardiaco impiantabile
Interventistica
Dimensioni di un defibrillatore cardiaco impiantabile
Tipo Cardiologia
MeSH D017147
MedlinePlus 007370
eMedicine 1971119 e 162245

Il defibrillatore cardiaco impiantabile (in inglese implantable cardioverter-defibrillator o ICD) è un dispositivo elettrico utilizzato nei pazienti a rischio di morte cardiaca improvvisa. Esso viene impiantato chirurgicamente sottocute nella regione pettorale, preferibilmente a sinistra, posizionando gli elettrodi negli atri e nei ventricoli per via transvenosa.

Storia

Tracciato ECG che evidenzia una scarica di un ICD per ripristinare un ritmo normale.

Il progetto degli ICD fu sviluppato presso una struttura ospedaliera di Baltimora (USA) a cui collaborarono fra gli altri Michel Mirowski e Mir Imran intorno al 1970, anche se il loro primo intervento risale a circa 10 anni prima.

Funzionamento

L'uso si fonda sulla generazione di piccoli impulsi elettrici in grado non solo di eseguire una defibrillazione efficace nel 95% dei casi, ma anche di fornire una stimolazione cardiaca bicamerale fisiologica e di monitorare a distanza l'attività ritmica del cuore discriminando tra aritmie sopraventricolari e aritmie ventricolari.

Indicazioni

Schema di impianto di un ICD.

Lo scopo dell'impianto di un ICD è quello di prevenire la morte aritmica per tachicardia ventricolare o per fibrillazione ventricolare.

I pazienti candidati all'impianto di un ICD possono essere distinti in tre categorie :

Per quanto riguarda la presenza di tachicardia ventricolare idiopatica, si deve procedere all'ablazione transcatetere prima di impiantare il defibrillatore.

Struttura

L'ICD è formato da:

  • Circuito elettronico, che ha una diversa struttura interna rispetto ai normali pacemaker
  • Batteria
  • Memoria
  • Microprocessore che ha il compito di coordinare tutto l'insieme

Tipologia

Raggi X mostrano la presenza del defibrillatore

Esistono vari tipi di defibrillatore impiantabile transvenoso e la scelta di quale utilizzare dipende dalle motivazioni per le quali è utilizzato e dalle specificità del paziente.

Si può distinguere tra Defibrillatori Monocamerali (che utilizzano un unico elettrocatetere posizionato in Ventricolo destro), Bicamerali (in cui è presente anche un elettrocatetere in Atrio destro) e Biventricolari (in cui un terzo elettrocatetere viene impiantato per stimolare il Ventricolo sinistro al fine di effettuare una terapia di Resincronizzazione ventricolare in pazienti con Insufficienza cardiaca).

Oltre a queste tre tipologie, vi è una quarta classe di defibrillatori, i defibrillatori sottocutanei (o S-ICD), paragonabili come modalità di funzionamento, ad un Defibrillatore monocamerale, ma che non utilizzano un elettrocatetere posizionato nel ventricolo destro, bensì un elettrocatetere sottocutaneo.

ICD sottocutaneo

L'ICD sottocutaneo (o S-ICD) è un defibrillatore impiantabile per via sottocutanea (sottopelle). A differenza di un ICD transvenoso, in cui gli elettrocateteri sono inseriti all'interno del cuore attraverso una vena e adesi alla parete cardiaca, l'elettrocatetere dell'ICD Sottocutaneo viene posizionato sottopelle, lasciando intatti il cuore e le vene eliminando di fatto alcune complicanze (es. infezioni sistemiche, perforazioni cardiache). Tuttavia il dispositivo risulta più largo rispetto ad un defibrillatore transvenoso. Ciò può significare che ci voglia più tempo per abituarsi alla sua presenza, anche se è soggettivo perché dipende dall'anatomia della persona. L'S-ICD può essere più visibile a petto nudo. Inoltre è maggiormente esposto agli urti.

Il generatore d'impulsi e l'elettrodo del sistema S-ICD vengono impiantati sottopelle a livello sottocutaneo: il generatore d'impulsi sul lato sinistro del corpo esterno alla gabbia toracica, l'elettrodo in posizione parallela allo sterno. Mediante punti di riferimento anatomici, l'elettrodo S-ICD viene infilato sottopelle. Il sistema S-ICD protegge il cuore da aritmie maligne senza la necessità di impiantare degli elettrocateteri all'interno del cuore. L'S-ICD lascia intatti il cuore e gli accessi venosi.

Complicanze

Le complicanze acute, dovute alla procedura di impianto, sono: dislocazione degli elettrodi, formazione di ematomi, emorragie, infezioni e, più raramente, sviluppo di pneumotorace.

Le complicanze tardive derivano in genere dall'erogazione di scariche inappropriate da parte del dispositivo. Questo può verificarsi quando gli elettrodi sono malfunzionanti, quando vi sono interferenze elettromagnetiche o quando il circuito non riesce a distinguere correttamente tra aritmie sopraventricolari (quali la fibrillazione atriale) e ventricolari. L'erogazione di scariche multiple (che se non hanno una carica sufficiente vengono ripetute continuamente senza alcun esito) può costituire un problema all'organismo, determinando non solo uno stato di ansia nel paziente, ma anche un vero e proprio danno fisico al miocardio con peggioramento della funzione ventricolare.

In caso di intervento chirurgico, occorre disattivare l'ICD e riprogrammarlo solo a intervento terminato.

Follow up

Se non si registrano danni o anomalie, i dispositivi durano dai 5 ai 9 anni. Il paziente deve essere sottoposto a controlli periodici almeno ogni 6 mesi nei primi anni, per monitorarne le condizioni cliniche ma anche per raccogliere informazioni attraverso il dispositivo stesso.

Funzioni avanzate

I defibrillatori, indipendentemente dalla tipologia, possono essere caratterizzate da funzioni avanzate, in particolare possono essere dotati di Monitoraggio Remoto (Telemedicina)[1] e possono essere caratterizzati dalla Compatibilità con Esami di Risonanza magnetica nucleare.[2]

Il monitoraggio remoto è un servizio che si realizza mediante un monitor che il paziente installa presso il proprio domicilio, e che permette di trasmettere all'ospedale/medico di riferimento i dati contenuti nel dispositivo, comprendenti dati di sicurezza (es. stato di carica della batteria, funzionamento degli elettrocateteri, etc.) e dati diagnostici (es. episodi aritmici avvenuti, stato di compenso del paziente, presenza di fibrillazione atriale). La trasmissione dei dati avviene automaticamente dal dispositivo al monitor (mediante connessione wireless criptata) e da quest'ultimo, via GSM, al server centrale che rende poi disponibili le informazioni al medico via web. Questa funzione permette di ridurre la necessità per il paziente di controllare il funzionamento del defibrillatore presso l'ospedale ed aumenta la tempestività di intervento in caso avvengano eventi significativi.

La Compatibilità con Esami di Risonanza magnetica nucleare (o Compatibilità MRI) è una recente innovazione tecnologica che permette al paziente portatore di defibrillatore di sottoporsi ad esami di Risonanza magnetica nucleare, esami che prima di questa innovazione erano assolutamente controindicati perché potevano generare vari problemi al defibrillatore, alcuni dei quali potenzialmente rischiosi per il paziente. La compatibilità è generalmente ristretta ad esami effettuati con macchinari per Risonanza con potenza di 1.5 Tesla anche se alcuni dispositivi hanno recentemente introdotto anche la possibilità di effettuare esami a 3 Tesla. Tra i defibrillatori compatibili con Risonanza si devono poi distinguere i defibrillatori compatibili Total-Body (con i quali il paziente può essere sottoposto ad esami di risonanza in qualsiasi parte del corpo) ed i defibrillatori compatibili MRI con limitazioni (che generalmente limitano la possibilità di effettuare esami di risonanza escludendo il busto).

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autorità Thesaurus BNCF 59695 · LCCN (ENsh94002996 · BNF (FRcb13332750p (data) · J9U (ENHE987007534757905171

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