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Sbrigliamento

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Tessuto necrotico in una gamba sinistra viene sottoposto a sbrigliamento chirurgico in un paziente con fascite necrotizzante

Lo sbrigliamento, o in inglese debridement, è una tecnica medica ed infermieristica che prevede la rimozione di tessuto lacerato, devitalizzato o contaminato.

Descrizione

Lo sbrigliamento è la rimozione del tessuto morto, danneggiato o infetto per migliorare la salute del tessuto residuo. Può essere compiuta da un intervento chirurgico per via meccanica, chimica, autolitico o attraverso la terapia larvale, in cui certe specie di larve consumano selettivamente il tessuto necrotico.

In odontoiatria lo sbrigliamento si riferisce alla rimozione di placca e tartaro dentale che si sono accumulati sulla superficie dentale. In questo caso lo sbrigliamento viene eseguito con strumenti che impiegano gli ultrasuoni per fratturare il calcolo, facilitando in tal modo la sua rimozione, nonché con l'utilizzo di utensili come la curette, o da sostanze chimiche come perossido di idrogeno.

Lo sbrigliamento è una parte importante del processo di guarigione delle ferite o gravi ustioni, attuato solitamente da un infermiere specializzato in vulnologia, o da un medico. Tale pratica è anche usata nel trattamento di alcuni tipi di morsi di serpente.

Tipi di sbrigliamento

Ci sono alcuni modi per rimuovere il tessuto necrotico e l'eccesso di fibrina:

  • Sbrigliamento autolitico: si ricorre a delle medicazioni umide per promuovere l'autolisi tramite enzimi prodotti dall'organismo e dai globuli bianchi del sangue. Il processo di reidratazione associato all'azione enzimatica, permette di ammorbidire e infine liquefare l'escara e le aree necrotiche. Lo sbrigliamento autolitico è selettivo; solo il tessuto necrotico infatti è liquefatto. Si tratta di un processo lento, ma praticamente indolore per il paziente. Lo sbrigliamento autolitico può essere ottenuto con l'uso di medicazioni occlusive o semi-occlusive che mantengono il fluido della ferita a contatto con il tessuto necrotico. Lo sbrigliamento autolitico può essere ottenuto anche con idrocolloidi, idrogel e film trasparenti. È decisamente più efficace nei pazienti con sistema immunitario non compromesso e si adatta a ferite in cui la quantità di tessuto morto non è particolarmente estesa e specialmente a ferite non sovrainfette.
  • Sbrigliamento biologico: la terapia larvale di sbrigliamento si basa sull'utilizzo di larve ad uso medico che si nutrono del tessuto necrotico e quindi puliscono la ferita nel contempo rimuovendo i batteri. Questo tipo di trattamento era stato ampiamente utilizzato nel passato e successivamente discreditato. Tuttavia, nel gennaio 2004, la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato l'utilizzo di larve come dispositivo medico.
  • Sbrigliamento enzimatico o chimico: prevede l'uso di alcuni particolari enzimi che promuovono la rimozione del tessuto necrotico. Gli enzimi chimici sono prodotti ad azione rapida. Questi enzimi derivano da microrganismi tra cui i clostridi; oppure derivano dalle piante (ad esempio collagenasi, streptochinasi/streptodornasi,papaina e bromelina). Alcuni di questi sbrigliatori enzimatici sono selettivi, mentre altri non lo sono. Lo sbrigliamento funziona bene sulle ferite (specie le ustioni) con una grande quantità di detriti necrotici o con formazione di escara. Tuttavia, i risultati non sono standardizzabili e l'efficacia è variabile. Pertanto, questo tipo di sbrigliamento viene usato con parsimonia e non è considerato uno standard di cura per il trattamento dell'ustione.
  • Sbrigliamento meccanico: comporta l'uso di particolari medicazioni, idroterapia (ad esempio l'irrigazione diretta della ferita e l'irrigazione terapeutica con aspirazione) oppure ultrasuoni per rimuovere l'escara di una ferita stabile. Il ricorso all'idroterapia può talvolta comportare un rischio indesiderato di infezione batterica e, nel caso del trattamento di braccia e gambe, comportano il rischio di complicazioni da edema.
  • Sbrigliamento osmotico: iperosmolarità di alcuni materiali o preparati ipertonici riducono la carica batterica e riequilibrano la composizione dell'essudato
  • Sbrigliamento chirurgico: forma di sbrigliamento tramite utilizzo di lame da bisturi o di laser. È il metodo più veloce, in quanto permette al chirurgo di eliminare rapidamente il tessuto necrotico, il tessuto carente e la fibrina. Tecnica di sbrigliamento molto selettiva, permette al chirurgo di avere il controllo completo su quale e quanto tessuto debba essere rimosso e quanto lasciato in sede. Lo sbrigliamento chirurgico può essere eseguito in sala operatoria o al letto del paziente, a seconda dell'estensione del materiale necrotico e della capacità del paziente di tollerare la procedura. In genere il chirurgo esegue il debridement del tessuto fino a portare alla luce tessuto vitale, valutazione che avviene a "colpo d'occhio" in base all'aspetto del tessuto e alla presenza (fuoriuscita) di flusso sanguigno una volta giunti fino al tessuto sano. Questa procedura può comprendere la recentazione o cruentazione della ferita.

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