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Sfigmomanometro

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Misura della pressione arteriosa con metodo indiretto

Lo sfigmomanometro (o sfigmometro, sfigmanometro o sfigmoscopio, misuratore della pressione) è un'apparecchiatura biomedicale usata per la misura della pressione arteriosa inventata alla fine dell'Ottocento, la cui unità di misura è il millimetro di mercurio (mmHg).

Etimologia

Il nome deriva dalla combinazione tra il termine greco sphygmòs, pulsazione, polso e manometro (a sua volta composto dal greco manòs, rarefatto e métron, misura).

Storia

Il primo apparecchio per la misurazione del polso fu il pulsilogio del medico Santorio Santorio, del quale però non è fornita una descrizione.

Nel corso del Settecento Stephen Hales adottò uno sfigmoscopio, introducendo un tubo di vetro nella carotide di un cavallo. Accoppiando allo sfigmoscopio un manometro, Jean-Léonard-Marie Poiseuille inventò un emodinamometro.

Il chimico Pietro Pulli (1771-1842) inventò uno sfigmometro per misurare frequenza e intensità del polso. Con lo stesso nome è nota un'invenzione del francese Jules Hérisson del 1837, seguita nel 1846 dal chimografo di Carl Ludwig. Karl von Vierordt nel 1854 è il primo a inventare un apparecchio non intrusivo, lo sfigmografo, a cui altri apportarono molti miglioramenti.

Il primo sfigmomanometro fu inventato da Angelo Mosso nel 1876 e brevettato da Samuel Siegfried Karl Ritter von Basch nel 1881. Nel 1896 Scipione Riva Rocci ne introdusse una versione perfezionata, dotata di bracciale e più facile da usare e che venne fin da subito accreditato in essere come il modello base della storia medica per la perizia evolutiva (sia dalla comunità scientifica che dai predecessori stessi). Nikolaj Sergeevič Korotkov perfezionò la misurazione identificando dei suoni udibili a livello dell'arteria brachiale durante lo sgonfiamento del bracciale. Harvey Cushing conobbe questo strumento nel 1901 recandosi a Pavia per apprendere l'uso della sfigmomanometria clinica e la introdusse negli Stati Uniti, apportando un abbassamento della mortalità operatoria da anestesia.

Funzionamento

Lo sfigmomanometro è in grado di rilevare la pressione arteriosa minima (diastolica) e quella massima (sistolica) con un meccanismo che varia a seconda del modello di apparecchio che si usa. Poiché la conoscenza della pressione arteriosa di un paziente è rilevante e poiché malattie come l'ipertensione sono diffuse nel mondo occidentale, è fondamentale che il personale sia formato a usare questo strumento per assicurare la massima precisione. Sebbene l'uso degli sfigmomanometri manuali sia ancora diffuso, oramai i misuratori elettronici sono di gran lunga più comuni, sia in ambito ospedaliero sia in ambito domestico limitatamente ai controlli di routine.

Misura manuale

Utilizzando modelli manuali per determinare la pressione è necessaria l'auscultazione dell'arteria brachiale mediante lo stetoscopio; questa manovra in ogni caso non è considerata invasiva verso il paziente ed è effettuabile anche da personale non sanitario.

Grafico dei toni di Korotkov

Il funzionamento di questa procedura è il seguente. Un manicotto collegato ad un mantice viene legato intorno al braccio del paziente all'altezza del cuore: questo criterio è di fondamentale importanza per evitare alterazioni nella misurazione date dallo scarico dovuto alla pressione idrostatica, infatti si cerca di annullare un'ipotetica altezza h dal cuore. Tra il manicotto e il braccio viene posto lo stetoscopio. Pompando aria all'interno del manicotto si crea sull'arteria brachiale una pressione decisamente superiore alla massima arteriosa (120 mmHg circa). Se si sentono dei rumori attraverso lo stetoscopio significa che ancora non è stata oltrepassata la massima e quindi è necessario aumentare ulteriormente la pressione. Grazie ad un'apposita valvola posta sul corpo della pompetta si è in grado di abbassare gradualmente la pressione sull'arteria fino a quando non si ausculta uno schiocco caratteristico dallo stetoscopio; questo schiocco coincide con la pressione arteriosa sistolica, detta anche "massima", ed è determinato dalla ripresa del flusso del sangue che è perciò dotato della massima pressione. Lo schiocco assume poi il ritmo del battito cardiaco (rumori di Korotkov); quando il rumore cessa totalmente significa che ora sta circolando nuovamente nell'arteria brachiale anche il sangue alla pressione arteriosa diastolica, detta anche "minima". L'operatore legge sul manometro a quanti millimetri di mercurio coincidono questi due "rumori" ed è così in grado di determinare la pressione arteriosa del paziente. Generalmente durante la misura si tiene sotto controllo anche il polso radiale tramite l'indice ed il medio della mano libera (l'altra tiene la pompetta). Tramite questa misura è però possibile determinare solo la massima e non la minima. Questo perché al di sopra della massima scompaiono sia i rumori nello stetoscopio sia il polso radiale, mentre sotto la minima sono solamente i rumori a scomparire.

Misurazione automatica con apparecchio elettronico

Gli strumenti di questo tipo effettuano calcoli basati su misurazioni oscillometriche, anziché sull'auscultazione brachiale. La relativa semplicità d'uso non richiede un particolare addestramento medico e questi apparecchi sono di comune uso tra le persone che richiedono un monitoraggio periodico della pressione arteriosa. Esistono apparecchi elettronici per la misurazione automatica della pressione da braccio, da polso e da dito; tipicamente forniscono la misurazione della pressione sistolica, diastolica e del battito cardiaco.

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