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Stent ureterale
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Stent ureterale

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Stent ureterale
Immagine TC tridimensionale di uno stent ureterale nel rene sinistro (freccia gialla). C'è un calcolo nel bacinetto del polo inferiore del rene (freccia rossa più in alto) e uno nell'uretere accanto allo stent (freccia rossa più in basso).
Radiografia addominale mostra uno stent a doppia J utilizzato per alleviare il dolore della colica da calcolosi renale (freccia rossa). Il calcolo che ostruisce l'uretere è anch'esso visibile (freccia gialla).

Uno stent ureterale è un piccolo tubo inserito nell'uretere per prevenire o risolvere l'ostruzione del flusso d'urina proveniente dal rene. La lunghezza degli stent utilizzati nei pazienti adulti varia dai 24 ai 30 cm con spessori e diametri diversi in modo da adattarsi più facilmente all'uretere del paziente. Lo stent è normalmente inserito tramite l'ausilio di un cistoscopio. Una o entrambe le estremità dello stent sono avvolte su sé stesse in modo che questo non si muova dalla sua posizione originaria tanto che è talvolta chiamato stent jj, stent a doppia J o stent a coda di maiale.

Posizionamento

Gli stent ureterali sono utilizzati per mantenere la pervietà dell'uretere che potrebbe essere stata compromessa, per esempio, da un calcolo renale. È a volte utilizzato come misura temporanea atta a impedire il danno da stasi renale fino alla rimozione del calcolo. Altre volte può essere utilizzato, per 12 mesi e oltre, per mantenere aperto l'uretere qualora sia compresso da un tumore contiguo o da un tumore dell'uretere stesso. In molti casi tali tumori sono inoperabili e gli stent sono utilizzati per garantire un flusso di urina attraverso l'uretere; infatti la stasi renale cronica può danneggiare il rene. Lo stent ureterale può anche essere posizionato in un uretere che sia stato irritato o danneggiato durante un'ureteroscopia finalizzata alla rimozione di un calcolo; gli stent posizionati per questo motivo sono solitamente lasciati in sede per una settimana. Essi impediscono che, in seguito alla procedura, l'uretere possa andare incontro a spasmi ed eventuali occlusioni.

Effetti collaterali e complicazioni

Gli effetti collaterali principali degli stent ureterali sono la dislocazione, l'infezione e l'ostruzione conseguente a cicatrizzazione. Recentemente si è visto che l'uso di stent eparinati riduce il rischio di infezione e cicatrizzazione e il numero di sostituzioni dello stent. Altre complicanze molto frequenti sono l'insorgenza di urgenza minzionale, pollachiuria, ematuria, incontinenza, dolore renale (soprattutto durante e appena dopo la minzione), vescicale o inguinale. Tali disturbi sono generalmente temporanei e spariscono con la rimozione dello stent. Gli stent hanno generalmente un filo, utilizzato per la loro rimozione, che passa attraverso l'uretra e rimane fuori dal corpo; tale filo può causare irritazione uretrale, soprattutto nei pazienti con ipospadia o condizioni simili che necessitano dello stesso trattamento chirurgico correttivo. Il filo non deve assolutamente essere tirato per non dislocare lo stent. I pazienti con stent in sede possono avere una vita del tutto normale, eccetto per un eventuale fastidio durante lo sforzo fisico intenso; il lavoro e le altre attività quotidiane normalmente non ne risentono. È possibile anche l'attività sessuale, eccezion fatta nel caso di stent con filo esterno, che possono in qualche modo essere d'impiccio. Nell'uomo, inoltre, lo stent è posizionato sulla prostata e, durante l'eiaculazione, può causare disagi, come importanti dolori crampiformi e irritazione. Durante l'attività sessuale è consigliata cautela e un diverso approccio al sesso, oltre all'utilizzo di protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili.

Rimozione

Gli stent dotati di filo possono essere rimossi in pochi secondi semplicemente tirando il filo stesso; può essere fatto da un infermiere, così come dal paziente stesso. Gli stent senza filo devono essere invece rimossi dal medico mediante l'esecuzione di una cistoscopia.

Bibliografia

  • Harrison, Principi di medicina interna, 16ª ed., Milano, McGraw-Hill, 2005, ISBN 88-386-2999-4.
  • Renzo Dionigi, Chirurgia, Milano, Masson - Elsevier, 2006, ISBN 88-214-2912-1.

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