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Tossicità dell'ossigeno
Tossicità dell'ossigeno | |
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Test di tolleranza all'ossigeno iperbarico | |
Specialità | medicina d'emergenza-urgenza |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-10 | T59.8 |
Eponimi | |
Paul Bert | |
La tossicità dell'ossigeno sul corpo umano, i cui sintomi emergono in caso di iperossiemia, è stata studiata a lungo dalla medicina iperbarica per via delle sue implicazioni sulle terapie iperbariche e sulle immersioni subacquee, specie ad alta profondità o con miscele respiratorie arricchite in ossigeno come il nitrox.
Indice
Storia
Il primo a descrivere la tossicità dell'ossigeno fu nel 1878 il fisiologo francese Paul Bert. Infatti egli dimostrò che l'ossigeno ad alte concentrazioni è tossico per molte forme di vita.
Iperossiemia
L'iperossiemia è la concentrazione eccessiva di ossigeno nel sangue. L'esposizione prolungata all'ossigeno ad alte pressioni parziali è tossica e può provocare, a seconda della pressione e del tempo di esposizione, conseguenze a livello polmonare e neurologico.
Tossicità CNS
È detta "tossicità CNS" la tossicità dell'ossigeno sul sistema nervoso centrale (Central Nervous System). Gli effetti neurologici possono comprendere convulsioni, cecità e coma. Di solito non si presenta a meno che la pressione parziale dell'ossigeno non si avvicini o superi 1,6 bar. Tuttavia questo tipo di tossicità può essere molto insidiosa per un operatore subacqueo per via delle improvvise convulsioni che scatena e che sott'acqua possono portare alla perdita dell'erogatore.
La tossicità CNS viene anche chiamata "effetto Paul Bert".
Tossicità polmonare
Gli effetti polmonari includono perdita di capacità e danni ai tessuti. Questo tipo di tossicità emerge solo nelle lunghe esposizioni che superano 1 bar di pressione parziale di ossigeno. Ad esempio oltre 240 minuti a 1,3 bar o 320 minuti a 1,1 bar di ppO2 (pressione parziale di ossigeno).
Tollerabilità
L'organismo tollera abbastanza bene per tempi brevi di esposizione l'ossigeno a pressioni parziali fino 1,6 bar ed è per questo che le didattiche subacquee indicano valori simili o di poco inferiori come limite di esposizione massimo consigliato.
Tuttavia è stato dimostrato che esistono grandi differenze nella tolleranza individuale all'ossigeno iperbarico. Inoltre si è osservato che alcuni fattori, primo fra tutti l'accumulo di anidride carbonica (sforzi o malfunzionamenti del rebreather) e anche farmaci a base di efedrina o di pseudo-efedrine (alcuni decongestionanti) e altri fattori non ancora chiariti possono aumentare la sensibilità all'ossigeno e favorire l'insorgenza di sintomi.
Voci correlate
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