Мы используем файлы cookie.
Продолжая использовать сайт, вы даете свое согласие на работу с этими файлами.
Tuccia

Tuccia

Подписчиков: 0, рейтинг: 0
Vestale
Quentin Metsys il Giovane, Ritratto di Elisabetta I con il crivello di Tuccia in mano

Tuccia o Tuzia è stata una leggendaria vestale romana protagonista di una vicenda narrata da Tito Livio, Valerio Massimo e Dionigi di Alicarnasso.

La vicenda

Tuccia era stata ingiustamente accusata di aver violato il voto di castità (incestum), colpa punita con una pena severissima. La vestale chiese di poter provare la sua innocenza sottoponendosi a una ordalia consistente nel tentare di raccogliere l'acqua del Tevere con un setaccio, dopo aver richiesto l'aiuto della dea Vesta. La prova riuscì e Tuccia venne ritenuta innocente.

Nell'arte

La leggenda di Tuccia ricorre frequentemente in opere letterarie o in raffigurazioni. Fra i numerosi altri artisti che hanno raffigurato Tuccia si ricordano Domenico Corvi, Polidoro da Caravaggio, Giovan Battista Moroni, Antonio Corradini, Andrea Mantegna, Andrea Casali e Carlo Maratta e Lattanzio Gambara.

Simbologia

«Fra l'altre la vestal vergine pia
che baldanzosamente corse al Tibro,
e per purgarsi d'ogni fama ria
portò del fiume al tempio acqua col cribro»

(Francesco Petrarca,I Trionfi,Il trionfo della pudicizia)
  • Per Cesare Ripa, Tuccia era la rappresentazione della Castità.
  • L'immagine della vestale con un setaccio in mano, simbolo di Verginità, si ritrova spesso nei cassoni nuziali. Un riferimento alla vicenda della vergine vestale è presente in un ritratto di Elisabetta I d'Inghilterra, raffigurata da Quentin Metsys il Giovane con un crivello in mano.
  • La figliuola di Carlo Maratta, Faustina Maratti, che aveva subito un tentativo di ratto a cui i familiari dell'assalitore addirittura fecero seguire delle calunniose accuse per le quali la Maratti subì un lungo procedimento giudiziario, vide in Tuccia la perseguitata dagli uomini che riusciva a dimostrare la propria innocenza con l'aiuto della Divinità
  • Fuori dal coro, Giovenale che nella VI satira (nota come "Contro le donne") rappresenta Tuccia come incapace di vincere la lussuria.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni


Новое сообщение