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Viktor Brack

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Viktor Brack

Viktor Brack (Haaren, 9 novembre 1904Landsberg am Lech, 2 giugno 1948) è stato un criminale di guerra tedesco incaricato del progetto di eliminazione dei disabili fisici e psichici (Aktion T4) e in seguito addetto agli esperimenti di sterilizzazione di massa per l'"igiene razziale" tedesca.

(DE)

«Brack und seine Mitarbeiter hatten den fabrikmäßigen Massenmord erfunden. »

(IT)

«Brack e i suoi collaboratori avevano inventato la fabbrica degli omicidi di massa.»

Biografia

Figlio di un medico, dopo aver seguito gli studi di Economia all'Università di Monaco si iscrisse nel 1929 al NSDAP, entrando a far parte delle SS.

Autista e intimo amico di Himmler, con la presa del potere del nazismo, Brack, con il grado di SS-Standartenführer (colonnello), fu ufficiale di collegamento tra la Cancelleria privata del Führer (KdF) a Berlino e le SS.

La Kanzlei des Führers

La Cancelleria privata del Fuhrer era un settore del partito nazista indipendente dalla Cancelleria del Partito Nazista diretta da Martin Bormann ed era stata istituita da Hitler con il compito specifico di trovare una soluzione per l'igiene razziale cominciando dalla eliminazione dei disabili fisici e psichici.

Hitler volle servirsi di questa agenzia autonoma e di modeste proporzioni per non coinvolgere uffici governativi e funzionari pubblici che diffondessero il progetto di purificazione razziale prima che fosse stato approvato dall'opinione pubblica tedesca.

La KdF nascosta agli occhi del pubblico e degli apparati dello stesso partito nazista poteva quindi operare anche senza ordini scritti di Hitler che non voleva compromettersi sin dall'inizio del progetto di "eutanasia".

Philipp Bouhler, fu messo a capo della KdF che, situata a Berlino prima sul Lützowufer e, successivamente, al numero 8 della Voßstraße, era composta di cinque uffici di cui il primo, con a capo Albert Bormann, fratello di Martin Bormann, gestiva gli affari privati di Hitler, il secondo, l'Amt 2 («Ufficio 2»), che aveva sede in Tiergartenstraße al numero 4 fu affidato al trentaquattrenne Viktor Brack che, oltre che ad occuparsi delle faccende interne del partito, doveva valutare anche le domande di grazia e quelle che chiedevano l'eutanasia, vale a dire l'eliminazione dei disabili.

Il terzo ufficio centrale si occupava delle amnistie per i membri del partito condannati dai tribunali del partito, il quarto e il quinto della gestione economica ed amministrativa del personale della KdF.

Nel mese di agosto del 1939, Hitler affidò segretamente il programma T4 alla supervisione amministrativa di Bouhler (che a sua volta ne affidò la gestione operativa al suo sottoposto Viktor Brack, quella medica al dottor Karl Brandt, suo medico personale).

Il Comitato scientifico

Venne quindi creata la Reichsausschuß zur wissenschaftlichen Erfassung erb- und anlagebedingter schwerer Leiden («Comitato del Reich per il rilevamento scientifico di malattie ereditarie e congenite gravi»). La Commissione era diretta da Hans Hefelmann e dipendeva direttamente da Viktor Brack. Il Comitato era in realtà una mascheratura dell'attuazione del piano T4 per l'eutanasia infantile classificato "segretissimo" [geheime Reichssache].

Il Comitato, una pura finzione che aveva come indirizzo una semplice casella postale, serviva a coprire le attività della KdF e dei medici che lo componevano che usavano nomi fittizi.

Il cosiddetto Comitato scientifico del Reich stabilì quali gravi malattie ereditarie mettessero in pericolo l'"integrità razziale del popolo tedesco" e venne quindi elaborato il piano segreto "Aktion T4" per l'eliminazione dei tedeschi "inidonei alla vita".

L'intera Aktion T4 si svolse basandosi esclusivamente su di una lettera, senza alcun valore legale, che Hitler inviò a Bouhler e Brandt nell'ottobre 1939 (ma retrodatata al 1º settembre per farla coincidere con lo scoppio della Seconda guerra mondiale):

«Al capo [della Cancelleria] del Reich Bouhler e al dottor Brandt viene affidata la responsabilità di espandere l'autorità dei medici, che devono essere designati per nome, perché ai pazienti considerati incurabili secondo il miglior giudizio umano disponibile del loro stato di salute possa essere concessa una morte pietosa.»

Il programma T4

(1942) Bambini ebrei russi in attesa di essere avviati ai campi di sterminio.

In una prima fase dello svolgimento del programma Aktion T4 dal 1938 al 1941 si utilizzarono numerosi metodi di dissimulazione. Molti genitori, soprattutto dell'area cattolica, erano, per ovvi motivi, contrari.

I genitori venivano informati che i loro figli sarebbero stati portati in «sezioni speciali» di centri pediatrici dove avrebbero potuto ricevere migliori ed innovative cure.

I bambini inviati presso questi centri venivano tenuti «in osservazione» per alcune settimane e poi uccisi, specialmente verso la fine della guerra quando i beni alimentari erano diventati introvabili, con la morte per inedia riducendo le razioni fino a scendere sotto il limite della sopravvivenza.

A questo metodo però si preferiva quello dell'uso di farmaci come la morfina-scopolamina o barbiturici come il luminal o il veronal somministrati con iniezioni letali o con alimenti liquidi abitualmente somministrati ai bambini.

I certificati di morte riportavano come causa del decesso «polmonite». Normalmente venivano effettuate autopsie ed erano asportate alcune parti del cervello a scopo di «ricerca scientifica». Questa operazione sembrava tacitare le coscienze di molti dei medici coinvolti nel programma perché dava loro l'impressione che i bambini non fossero morti invano e che il programma avesse reali scopi medici.

Dopo lo scoppio della guerra nel settembre 1939 il programma perse l'iniziale proclamata «scientificità» e i controlli della commissione esaminatrice centrale divennero più blandi; nel contempo esso venne esteso fino ad includere bambini più vecchi di tre anni (come inizialmente definito) ed adolescenti.

Nell'opera di Robert Jay Lifton: I medici nazisti. La psicologia del genocidio si afferma che il programma venne esteso fino a coprire «vari casi borderline o deficit limitati, fino all'uccisione di ragazzi designati come delinquenti giovanili. I bambini ebrei poterono essere inclusi primariamente per il fatto di essere ebrei; e in un istituto fu costituito un dipartimento speciale per "minorenni di sangue misto (Mischlinge) ebraico-ariani"».

Nel contempo venne aumentata la pressione sui genitori per la consegna dei bambini. Molti di loro sospettavano cosa stesse accadendo realmente, specialmente dopo che le istituzioni per bambini disabili iniziarono ad essere sistematicamente chiuse, e si rifiutarono di consegnare i loro figli alle autorità. Queste ultime minacciavano di togliere la custodia legale di tutti i figli (inclusi quelli non disabili) ai genitori nel caso non si fossero adattati. Nel caso la famiglia persistesse nel suo atteggiamento i genitori venivano minacciati di essere richiamati per «uno speciale incarico di lavoro».

Quando l'intero Programma T4 venne sospeso nel 1941 a seguito delle numerose proteste, erano stati uccisi un totale di circa 5.000 bambini.

La sospensione ufficiale non fu però reale e subentrò una nuova fase definita di «eutanasia selvaggia» che proseguì fino al termine del conflitto e contribuì ad aumentare notevolmente numero delle vittime.

«Devo comunicarvi il mio rammarico nell’informarvi che il bambino è morto il 22 gennaio 1943 per infiammazione delle vie respiratorie. (…) Egli non aveva fatto alcun tipo di progresso durante il suo soggiorno qui. Il bambino non sarebbe certamente mai diventato utile alla società ed avrebbe anzi avuto bisogno di cure per tutta la vita. Siate confortati dal fatto che il vostro bambino ha avuto una dolce morte »

L'ultima uccisione di un bambino riconducibile all'Aktion T4 voluto da Hitler venne effettuata il 29 maggio 1945 presso l'istituto statale di Kaufbeuren-Irsee in Baviera, tre settimane dopo il termine del secondo conflitto mondiale.

L'eliminazione dei disabili adulti

I famigerati autobus "grigi" per il trasporto dei disabili adulti

Il programma T4 prevedeva anche l'eliminazione dei disabili adulti che fu condotta dal 1939 al 1941. In questa nuova campagna emergevano anche motivazioni di ordine economico poiché secondo calcoli statistici «...l'eutanasia dei disabili adulti, se calcolata su base decennale, avrebbe fatto risparmiare all'erario tedesco qualcosa oltre 8oo milioni di marchi.»

L'organizzazione del progetto di eliminazione dei disabili adulti fu affidata a chi aveva maturato una vasta esperienza nel programma di eutanasia e ancora una volta l'incarico fu assunto dai fedeli di Himmler: Philipp Bouhler e Karl Brandt che ne affidarono il progetto esecutivo al II ufficio della cancelleria privata di Hitler, diretto da Viktor Brack, che ne garantiva l'assoluta segretezza.

Viktor Brack organizzò un'efficiente catena di montaggio per l'eliminazione dei disabili. Lo strumento ritenuto più rapido ed efficace fu stimato essere quello delle camere a gas che vennero approntate, con i necessari forni crematori, in cinque campi che coprivano tutto il territorio del Reich: Grafeneck, Hartheim, Sonnenstein, Bernburg e Hadamar. I disabili venivano prelevati dagli ospedali psichiatrici e, con un organizzato sistema di autobus, portati nei campi.

Nell'agosto del 1941 le notizie trapelate sulla eliminazione dei disabili formarono un movimento di opposizione dell'opinione pubblica tedesca che il regime nazista non era riuscito a convincere quando tra il 1935 e il 1937 si era servito di documentari propagandistici prodotti dal NSDAP, volti a favorire presso l'opinione pubblica il programma di eugenetica nazista demonizzando le persone affette da malattie e ritardi mentali.

La contrarietà pubblica a cui si aggiunse la riprovazione esplicita delle Chiese causò un'interruzione dello sterminio che tuttavia proseguiva indisturbato nelle regioni conquistate dai nazisti: come accadde per esempio in Italia dove gli ebrei disabili negli ospedali psichiatrici di Venezia furono internati ad Auschwitz-Birkenau.

La soluzione finale

Con l'invasione della Russia il 22 giugno 1941 si pose per il regime nazista un difficile problema per l'igiene razziale del popolo tedesco.

Agli inizi gli ebrei russi, i disabili furono eliminati con le fucilazioni di massa ma ben presto ci si rese conto dell'insufficienza di questo metodo ed allora si utilizzarono le strutture già sperimentate dei campi di uccisione dei disabili che furono presi a modello per i campi di concentramento.

Anche il personale rimasto disoccupato dopo la chiusura dei campi di eliminazione per il T4 ebbe modo di essere reimpiegato per la "soluzione finale".

Testimonia Viktor Brack durante il processo intentatogli per crimini di guerra nel 1947:
«Nel 1941 ricevetti l'ordine di sospendere il programma eutanasia. Per non lasciar disperdere il personale che in tal modo veniva messo in libertà e per essere eventualmente in grado di riprendere il programma eutanasia dopo la guerra, Bouhler mi invitò - credo dopo averne parlato con Himmler - a mandare questo personale a Lublino e a metterlo a disposizione del generale delle SS Globocnik. Solo molto tempo dopo, verso la fine del 1942, mi resi conto che veniva impiegato nello sterminio in massa degli ebrei, oramai di pubblico dominio nelle sfere più alte del partito".»

Per questo l'esperienza di Viktor Brack fu giudicata preziosa e fu messa alla prova su disposizione di Himmler ad Auschwitz dove già operava Carl Clauberg che sperimentava un metodo di sterilizzazione tramite iniezioni di sostanze acide.

Brack invece era convinto che il sistema più economico e veloce fosse quello della irradiazione con i raggi X e così ne scrisse al suo amico Himmler il 23 giugno 1942:

«Viktor Brack
SS-Oberfuehrer
Berlino, 23 giugno 1942
W8, Voss-Str. 4

Segreto di Stato

Per il
Reichsfuehrer SS e capo della polizia tedesca
Heinrich Himmler

Berlino SW 11
Principe Albrecht Str. 8

Egregio Signor Reichsfuehrer!
Secondo me approssimativamente su circa 10 milioni di ebrei europei, almeno 2 o 3 milioni sono donne perfettamente idonee al lavoro. Considerando le eccezionali difficoltà che dobbiamo affrontare a causa della questione del lavoro, sono dell'opinione che questi 2-3 milioni di donne dovrebbero essere mantenute in vita.
Ciò - naturalmente - può essere fatto se contemporaneamente saranno rese incapaci di procreare.
Le avevo reso noto circa un anno fa che alcune persone sotto la mia supervisione hanno completato degli esperimenti per il raggiungimento di questo risultato. Vorrei ritornare ancora sull'argomento.
La sterilizzazione che viene normalmente utilizzata su persone con malattie genetiche trasmissibili è - in questo caso - fuori questione sia perché si tratta di un procedimento lungo, sia perché è notevolmente dispendioso.
La castrazione attraverso i raggi X invece non è soltanto relativamente poco costosa ma può essere condotta su diverse centinaia di persone in brevissimo tempo.
Io credo che sia poco importante al momento stabilire se le persone trattate si renderanno conto di essere state castrate nel giro di qualche mese o di qualche settimana.
Nel caso in cui Lei Signor Reichsführer, dovesse decidere di scegliere questo sistema per il mantenimento del materiale da lavoro il Reichsleiter Bouhler sarà pronto a fornire i dottori e altro personale necessario al compimento di questo lavoro.
Inoltre mi ha chiesto di informarLa che io stesso sarò in grado di fornire l'equipaggiamento necessario in tempi estremamente brevi. Heil Hitler!
il vostro
Viktor Brack»

La cattura e la condanna a morte

Viktor Brack fu catturato dopo la fine della guerra e sottoposto nel 1947 a uno dei 12 processi secondari intentati dall'IMT (International Military Tribunal), da tribunali composti da giudici statunitensi a carico di coloro che venivano accusati di crimini contro l'umanità per aver partecipato come dottori o organizzatori ad esperimenti su esseri umani in nome della scienza.

Fu condannato a morte ed impiccato il 2 giugno 1948 a Landsberg.

Onorificenze

immagine del nastrino non ancora presente SS-Ehrenring

Bibliografia

  • Robert J. Lifton. I medici nazisti. La psicologia del genocidio. Milano: BUR - Biblioteca Universale Rizzoli, 2003, ISBN 88-17-10103-6
  • Miklós Nyiszli, Un medico a Auschwitz - Memorie di un medico deportato, Ginevra, Ferni, 1980 (per altre edizioni - anche per il titolo alternativo di Auschwitz, i medici della morte - vedi: ISBN 1-55970-202-8)

Voci correlate

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