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Cisplatino

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Cisplatino
Nome IUPAC
(SP-4-2)-diamminodicloroplatino
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolare Cl2H6N2Pt
Massa molecolare (u) 300,05 g/mol
Numero CAS 15663-27-1
Numero EINECS 239-733-8
Codice ATC L01XA01
PubChem 84691
DrugBank DB00515
SMILES
N.N.Cl[Pt]Cl
Dati farmacologici
Modalità di
somministrazione
Intravenosa
Dati farmacocinetici
Biodisponibilità 100%
Legame proteico 90%
Emivita 30-100 ore
Escrezione Renale
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
tossicità acuta tossico a lungo termine corrosivo
pericolo
Frasi H 300 - 318 - 350
Consigli P 201 - 264 - 280 - 301+310 - 305+351+338 - 308+313
La molecola di cisplatino secondo le sfere di Van der Waals

Il cisplatino (cis-diamminodicloroplatino(II)) è un agente chemioterapico antineoplastico in grado di interferire con tutte le fasi del ciclo cellulare legandosi al DNA attraverso la formazione di legami crociati tra filamenti complementari. I tumori trattati con questo farmaco includono il cancro ai testicoli, cancro ovarico, cancro del collo dell'utero, cancro al seno, cancro della vescica, della testa e del collo, cancro dell'esofago, cancro del polmone, mesotelioma, tumori cerebrali e neuroblastoma. Viene somministrato per iniezione endovenosa.

Gli effetti collaterali comuni sono la soppressione del midollo osseo, problemi di udito, problemi ai reni e vomito. Altri gravi effetti collaterali includono intorpidimento, difficoltà a camminare, reazioni allergiche, scompensi elettrolitici e malattie cardiache. L'uso durante la gravidanza danneggia il feto.

Il cisplatino fu scoperto nel 1845 e approvato per la terapia nel 1978/1979. È incluso nell'elenco dei medicinali essenziali dell'Organizzazione mondiale della sanità.

Farmacodinamica

Il cisplatino è in grado di interferire con il ciclo cellulare in maniera non specifica (CCNS). Il meccanismo d'azione è mediato dal legame del composto con l'azoto in posizione 7 della guanina benché sia anche in grado di legarsi covalentemente alla citosina (azoto 3) e all'adenina (azoto 1 e 3). Tale fenomeno venne scoperto occasionalmente osservando come i composti del platino fossero in grado di inibire la crescita in vitro di Escherichia coli.

Impiego clinico

Il cisplatino è un agente antineoplastico estremamente potente, viene somministrato per via endovenosa attraverso infusione lenta in soluzione salina per il trattamento di neoplasie solide ed ematologiche. Viene utilizzato nella terapia adiuvante, neo-adiuvante o palliativa del

In associazione con bleomicina e vinblastina (o etoposide) offre elevate percentuali di guarigione dal carcinoma non seminomatoso del testicolo. Il cisplatino è particolarmente efficace contro il cancro ai testicoli; la sua adozione ha aumentato il tasso di guarigione dal 10% all'85%.

Tossicità

I composti del platino condividono una serie di effetti avversi che possono essere categorizzati in tossicità acuta e tossicità ritardata. I fenomeni di tossicità acuta comprendono:

I fenomeni di tossicità ritardata comprendono:

  • Neuropatia periferica (distale simmetrica). La neurotossicità può essere evitata eseguendo studi di trasmissione nervosa prima e dopo il trattamento. Gli effetti collaterali neurologici comuni del cisplatino comprendono alterata percezione visiva e disturbi dell'udito, che possono verificarsi subito dopo l'inizio del trattamento. Non è chiaro come il meccanismo di azione di questo farmaco contribuisca agli effetti collaterali neurologici. Studi recenti hanno dimostrato che il cisplatino inibisce in modo non competitivo un trasportatore di membrana ioni sodio-idrogeno presente sulle cellule del sistema nervoso periferico, vicino ai centri di ricezione degli stimoli oculari e uditivi.
  • Alterazioni della funzionalità epatica fino alla disfunzione epatica
  • Alterazioni della funzionalità renale fino alla nefrotossicità (danno renale). La dose deve essere ridotta appena la funzionalità renale del paziente risulta compromessa. Per prevenire i danni viene utilizzata un'adeguata idratazione. Quest'ultimo accorgimento, associato all'impiego di mannitolo o di altri diuretici, può far diminuire la nefrotossicità del cisplatino. Si tratta di un effetto collaterale dose-limitante.
  • Ototossicità neurosensoriale (perdita dell'udito): attualmente non esiste un trattamento efficace per prevenire questo effetto collaterale, che può essere grave. Per verificare l'entità del danno si utilizza l'analisi audiometrica. I farmaci come gli amminoglicosidi che possono causare ototossicità non andrebbero somministrati in pazienti in trattamento con cisplatino. L'ototossicità può essere correlata alla capacità di legarsi alla melanina nella stria vascolare dell'orecchio interno o alla generazione di specie reattive dell'ossigeno.
  • Disturbi elettrolitici: il cisplatino può causare ipomagnesiemia, ipopotassiemia e ipocalcemia.
  • L'anemia emolitica può essere sviluppata dopo il trattamento con diversi cicli di cisplatino.

Per ridurre la tossicità del cisplatino sono in atto studi preclinici sull'utilizzo di complessi ottaedrici di Pt(IV) inseriti in nanomateriali.

Bibliografia

  • Brunton, Lazo, Parker, Goodman & Gilman - Le basi farmacologiche della terapia 11/ed, McGraw Hill, 2006, ISBN 978-88-386-3911-1.
  • Bertram G. Katzung, Farmacologia generale e clinica, Padova, Piccin, 2006, ISBN 88-299-1804-0.
  • British National Formulary, Guida all'uso dei farmaci 4 edizione, Lavis, Agenzia Italiana del Farmaco, 2007.

Voci correlate

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