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Estensione della vita

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La scienza dell'estensione della vita, nota anche come medicina anti-età, estensione della vita indefinita, gerentologia sperimentale o gerentologia biologica, consiste nella comprensione dei processi implicati nell'invecchiamento e, tramite tale consapevolezza, nello sviluppo di nuove metodiche e terapie volte ad estendere sia la durata della vita media sia la qualità della stessa. Le scoperte inerenti al ringiovanimento con le cellule staminali dei tessuti e, volendo essere ottimisti, la futura capacità di riprodurre organi in laboratorio per permettere trapianti autologhi qualora ve ne fosse bisogno, assieme allo sviluppo di tecniche di riparazione molecolare particolarmente mirate ed efficienti, dovrebbero consentire agli uomini di allungare in modo sempre maggiore la propria aspettativa di vita, allungando anche l'intervallo tra la nascita e la comparsa di malattie invalidanti.

Negli anni sono comparse un sacco di aziende che vendono prodotti anti età, creme, attivatori enzimatici, integratori alimentari et cetera che, nel solo mercato statunitense, portano ad un fatturato complessivo di circa 50 miliardi di dollari all'anno. Secondo molte associazioni specialistiche tra cui l'American Medical Association questo genere di prodotti tende a non avere, nel migliore dei casi, nessun effetto, rendendo tutto ciò esclusivamente un'operazione di tipo commerciale.

Tuttavia, non è stato dimostrato che l'obiettivo dell'estensione stessa della durata della vita umana a tempo indefinito sia necessariamente irrealizzabile e anzi, alcuni animali come aragoste e alcune specie di meduse non muoiono di vecchiaia. La senescenza trascurabile di alcune specie evolutivamente distanti dall'uomo cozza però con alcune leggi biologiche valide per i mammiferi che permettono di determinare in base alla lunghezza dei telomeri l'aspettativa di vita media della specie. Inoltre, per quanto si è assistito nel XX secolo grazie allo sviluppo della scienza medica, è più probabile che con il progresso scientifico si riuscirà ad aumentare sempre di più l'aspettativa di vita media senza mai eliminare del tutto le patologie e le cause di decesso correlate alla vecchiaia.

Bioetica

La possibilità, in un futuro remoto, di "immortalizzare" gli esseri umani fa sorgere importanti questioni a carattere bioetico. Una forte critica mossa a chi vorrebbe "immortalizzare" gli esseri umani è dovuta alla paura della sovrappopolazione e degli effetti sulla società. Il biochimico Aubrey de Grey risponde a questa critica sottolineando che la terapia potrebbe ritardare o eliminare la menopausa e quindi, utilizzando un efficace controllo della natalità, si potrebbe mantenere limitato il numero di nascite a quelle strettamente necessarie al mantenimento del ricambio.

A primavera 2013 un sondaggio del Pew Research negli Stati Uniti ha rilevato che il 38% degli americani vorrebbe trattamenti di estensione della vita, e il 56% lo rifiuterebbe qualora fosse disponibile. È emerso anche che il 68% crede che la maggior parte delle persone lo vorrebbero e che solo il 4% considera ideale un'aspettativa di vita maggiore di 120 anni. Secondo un'altra ricerca riguardante il pubblico statunitense, esistono differenze di opinione tra le varie confessioni religiose in merito a questo tema anche se non sono state riscontrate differenze significative nel rapporto favorevoli-contrari tra persone credenti e atei. Inoltre, le persone di colore e gli ispanici sono più favorevoli all'estensione della vita rispetto ai caucasici.


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