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Flutter atriale

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Flutter atriale
Flutter atriale di tipo comune
Specialità cardiologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM 427.32
ICD-10 I48
MeSH D001282
MedlinePlus 000184
eMedicine 151210

Il flutter atriale (flutter in inglese significa battito rapido, movimento rapido) è una aritmia sopraventricolare con contrazione degli atri molto rapida e sincronizzata, dove la frequenza atriale può arrivare a 250-350 impulsi al minuto. Generalmente si instaura un blocco nella conduzione atrioventricolare, per cui la frequenza percepita è normalmente di circa 150 battiti al minuto.

A causa del rallentamento della conduzione dell'impulso attraverso il nodo atrioventricolare, non tutte le attività elettriche del flutter si trasmettono dagli atri ai ventricoli. Generalmente il rapporto tra l'attività elettrica degli atri e quella dei ventricoli è 2:1, talvolta 3:1 o 3:2, molto raramente 1:1 (di solito quando la frequenza del flutter è stata portata, attraverso la somministrazione di farmaci, sotto i 200 battiti al minuto).

Il meccanismo elettrofisiologico alla base del flutter è un rientro dello stimolo elettrico all'interno dell'atrio (rientro intra-atriale) che può interessare tutto l'atrio o una parte di esso.

Storia

John Mac William, professore di Medicina nell'Università di Aberdeen, nel 1887 utilizzò per la prima volta il termine flutter per descrivere la rapida contrazione degli atri che osservava sperimentalmente per mezzo della "stimolazione faradica" delle pareti atriali in cuori di animali; le contrazioni erano descritte come regolari e coordinate e persistevano al cessare della stimolazione.

W.A.Jolly and W.T.Ritchie, nel 1910, utilizzando il galvanometro a corda inventato da Willem Einthoven e prodotto dalla Cambridge Scientific Instrument Company di Londra registrarono e descrissero il primo elettrocardiogramma di flutter atriale in un paziente.

Sir Thomas Lewis nel 1921 propose il meccanismo del movimento circolare di un fronte d'onda (macrorientro) per spiegare il fenomeno del flutter atriale. L'intuizione di Lewis si dimostrò esatta e attualmente il modello del rientro è comunemente accettato.

Sintomatologia

Generalmente la persona avverte irregolarità nel ritmo (nel caso di blocco variabile 2:1 e 3:1) oppure frequenza accelerata. È da notarsi che spesso molti pazienti non avvertono alcuna alterazione del ritmo. Possono riscontrarsi disturbi legati ad ischemia cardiaca (tipo angina pectoris, infarto miocardico acuto..) e/o sintomi di uno scompenso cardiaco.

Eziologia

Il Flutter atriale parossistico può svilupparsi in un cuore sano o in cuori con anomalie degli atri (per es. dilatazione) o alterazioni del sistema di conduzione

Diagnosi

Interruzione spontanea del flutter atriale e ripristino del ritmo sinusale (tracciato Holter)

Nell'ECG le onde che si visualizzano sono a dente di sega e si nota la continua attività elettrica (più onde P per ogni complesso QRST), ancora più chiara in II, III o V derivazione. Normalmente la frequenza ventricolare si stabilizza (nei casi blocco A-V fisso) tra i 145-150 (se blocco A-V 2:1) oppure 95-100 (se blocco A-V 3:1), oppure circa 75 (se blocco A-V 4:1)

Terapia

Come intervento è specifica la cardioversione sincronica con corrente diretta a bassa energia, sempre minori di 50 joule, come farmaci da somministrare utili i betabloccanti, e calcioantagonisti per rallentare l'alta frequenza.

Complicanze

Il flutter atriale, seppur meno della fibrillazione atriale è considerato un ritmo emboligeno, ovvero, si possono formare dei trombi nell'atrio sinistro e successivamente portare ad una tromboembolia. Le altre complicanze:

Bibliografia

Voci correlate

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